Harley-Davidson: niente rincari nel 2024
La sospensione dei dazi decisa lo scorso 21 dicembre avrà un impatto positivo sul settore automotive, incluso Harley-Davidson
Tutti gli appassionati di Harley-Davidson possono tirare un sospiro di sollievo. per il 2024 grazie alla tregua sui dazi tra Europa e USA non sono previsti rincari per i prodotti che provengono dal Nord America. La decisione dell’Unione Europea dello scorso 21 dicembre è cruciale per il commercio internazionale. Questa infatti ha annunciato la proroga della sospensione dei dazi sui prodotti statunitensi fino al 31 marzo 2025. Questa mossa rappresenta un capitolo significativo nella disputa riguardante l’acciaio e l’alluminio che ha coinvolto l’UE e gli Stati Uniti.
La sospensione dei dazi avrà un impatto positivo sul settore automotive, incluso Harley-Davidson
La proroga pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’UE rappresenta un notevole risparmio per gli esportatori di acciaio e alluminio dell’UE, stimato intorno a 1,5 miliardi di euro all’anno. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti hanno concordato di valutare ulteriori esenzioni dai dazi per gli esportatori dell’UE. La sospensione delle tariffe ha un impatto positivo sul settore automotive, incluso Harley-Davidson. Questa decisione consente alle aziende automobilistiche e motociclistiche di continuare a operare sul mercato europeo senza costi aggiuntivi, contribuendo così alla stabilità del settore. Senza la sospensione dei dazi, i prodotti Harley-Davidson, ad esempio, avrebbero subito un aumento significativo dei costi, con conseguenze negative sia per i consumatori che per il produttore.
Esattamente, le tariffe statunitensi “Sezione 232” sono state implementate nel 2018 da Donald Trump con l’intento di proteggere la sicurezza nazionale dagli eccessivi flussi di importazione di acciaio e alluminio, che venivano considerati una potenziale minaccia. Queste tariffe, al 25% per l’acciaio e al 10% per l’alluminio, hanno avuto un impatto rilevante sulle esportazioni di questi materiali dall’UE verso gli Stati Uniti. In risposta, l’UE ha introdotto le proprie tariffe di riequilibrio, anch’esse al 25% per l’acciaio e al 10% per l’alluminio, per cercare di bilanciare l’impatto sul mercato europeo.