Home MotoGP, pausa: in pista i collaudatori. Quando nel 1969 Carruthers “collauda” la Benelli e diventa campione del Mondo

MotoGP, pausa: in pista i collaudatori. Quando nel 1969 Carruthers “collauda” la Benelli e diventa campione del Mondo

Oggi tocca ai piloti collaudatori contribuire a sgrezzare le moto successivamente portate in gara dai corridori ufficiali. Non è sempre stato così

Il Motomondiale riparte con il decimo round di Brno il 4 agosto anche se l’ambaradan iridato non chiude bottega perché i Team MotoGP scendono comunque in pista per i test privati con i piloti collaudatori. Ad esempio la prossima settimana, dal 16 al 18 luglio, saranno sul circuito di Misano Michele Pirro (Ducati), Bradley Smith (Aprilia), Stefan Bradl (Honda HRC). Idem Sylvain Guintoli (Suzuki), ma a Motegi. Sono in corso a Brno le prove KTM MotoGP con il rientrante Dani Pedrosa e Mika Kallio, con Pedrosa successivamente al Red Bull Ring il 22 e 23 luglio. Ovviamente i reparti corsa e i principali Team non chiudono per ferie, al massimo la settima di ferragosto. Oggi tocca ai piloti collaudatori delle Case contribuire a sgrezzare e allo sviluppo delle moto successivamente portate in gara dai corridori ufficiali.

Non è sempre stato così, perché di fatto la figura del corridore collaudatore di fatto non esisteva, toccando al pilota titolare tutte le… “incombenze”, compresa quella dei test e non solo. A volte un test poteva cambiare una carriera di un pilota, o la storia di una grande Casa e di un Mondiale. Un esempio? Quello di 50 anni fa. Correva l’anno 1969 quando in un test “estemporanei”, l’australiano Kel Carruthers ha la carta vincente per spiccare il volo. Questo il contesto.
Quell’anno, la Benelli si prepara con grande impegno e fiducia all’attacco nella 350 contro le Mv Agusta di Agostini e nella 250 contro le Marche giapponesi, spagnole, tedesche. Anche perché la Casa pesarese esce trionfalmente con Renzo Pasolini dalla Mototemporada italiana primaverile, un vero e proprio precampionato iridato. Ma l’avvio iridato è disastroso. Nell’ouverture di Jarama, Pasolini incappa in due cadute nella 250. L’occhialuto riminese si ripete (con frattura della clavicola) ad Hockenheim. Per cui la Benelli a Le Mans ricorre a Walter Villa e a Eugenio Lazzarini non tirando fuori il classico ragno dal buco.

In piena crisi, la Casa pesarese chiama l’australiano Kelvin Carruthers per una seduta di prove sul circuito di Modena. Il test è confortante. Tanto da convincere la Casa del “ leoncino” a tentare l’avventura del celeberrimo e durissimo Tourist Trophy. Addirittura affida un’altra “quattro cilindri” all’inglese Phil Read. E fu l’apoteosi. Sfortunato Read, costretto a cedere il secondo posto sul finale per un banale guasto elettrico al bolide grigio-verde. Invece l’australiano trionfa piegando i 77 concorrenti. Parte subito a razzo e tiene la testa per l’intera corsa tagliando il traguardo (nuovo record 250 del TT) con un vantaggio di … 3’24” (sì avete letto bene, 3 minuti e 24 secondi su una corsa di oltre 200 km!) sul canadese Frank Perris (Yamaha) e quasi 5’ (5 minuti!) sulla rivelazione spagnola Santiago Herrero, leader della classifica iridata con la rivoluzionaria monocilindrica iberica a due tempi Hossa. Un vero e proprio exploit che concede il tris alla Benelli (già trionfatrice all’isola di Man nel 1939 con l’inglese Mellors e nel 1950 con Dario Ambrosini) e apre la strada per il titolo di campione del Mondo della quarto di litro 1969 che giungerà a fine stagione nell’ultima gara jugoslava di Abbazia. Nel 1969 un “tester” d’eccezione, Kel Carruthers, diventò campione del Mondo. Altri tempi.

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