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Damon Motorcycles: la start up canadese che mira alla sicurezza su due ruote

Il sistema su cui Damon Motorcycles sta lavorando prende in considerazione direzione e velocità in riferimento fino a 64 oggetti presenti nell’ambiente circostante, siano loro veicoli, alberi, persone o quant’altro. Tramite led o feedback tattili sul manubrio, il pericolo viene notificato anticipatamente al pilota.


La start up canadese Damon si è assicurata un finanziamento da 2,5 milioni di dollari da investire nella sicurezza stradale, in particolare su due ruote, per portare a zero le vittime di incidenti stradali entro il 2030.

Il fondatore della start up Damon, Jay Giraud, motociclista di vecchia data, ha nel suo background una grande esperienza in fatto di tecnologia, per cui, l’intento è quello di dotare un prototipo di quei sistemi necessari a rendere il tutto più sicuro. Quali? Telecamere, radar e sensori per offrire al pilota una visione a 360° di tutto ciò che accade intorno.

Il sistema su cui Damon Motorcycles sta lavorando prende in considerazione direzione e velocità in riferimento fino a 64 oggetti presenti nell’ambiente circostante, siano loro veicoli, alberi, persone o quant’altro. Tramite led o feedback tattili sul manubrio, il pericolo viene notificato anticipatamente al pilota. La start up, però, non vuole di certo fermarsi alla sola notifica di pericolo. L’obiettivo è quello di raccogliere i dati provenienti da ogni moto in un cloud aziendale, in modo che ogni piattaforma che equipaggia i modelli di Damon Motorcycles possa “imparare” dalle situazioni quotidiane vissute dagli utenti. Così facendo, si tesserebbe una fitta rete di informazioni e di dati utili a rendere più sicura la guida su strada.

E in fatto di privacy? Forse troppo presto per parlarne, visto che si tratta di prototipi in fase di studio, ma probabilmente funzionerà alla stessa maniera di ogni altro oggetto tecnologico connesso (vedi Alexa, Google Home, ecc). Inoltre, da Global News avvisano che Damon sta già trattando con i dipartimenti di Polizia statunitensi per l’adeguamento delle moto già in commercio in modo che possano ospitare i sensori necessari all’utilizzo di questa tecnologia.

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Dallo scorso aprile, Damon sta provando a raccogliere ulteriori 3 milioni di dollari tramite SeedInvest, da sommare agli attuali 2,5 ricevuti per continuare a lavorare al progetto. Ci auguriamo che non si tratti dell’ennesima start up nata e morta prima di subito e che questo studio possa fungere da base per rendere la vita sulle nostre amate due ruote più sicura.

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