SSP: Sofuoglu, sogno infranto. Mahias 4°, Tuuli 1°
Con il turco out per la frattura all'anca, il mondiale prende la via di Iwata. Mahias stoico quarto e primo nella generale.
Il mondiale Supersport prende la via di Iwata, con il suo punto di svolta che arriva proprio durante la Superpole. Protagonista è lo sventurato Kenan Sofuoglu che purtroppo mette fine alla propria stagione con una triplice frattura all’anca. Kenan è stato prima portato in ospedale, poi con un volo medico direttamente in Turchia dove verrà operato.
Un peccato, non solo dal punto di vista fisico per il fenomeno turco, ma anche perchè Kenan stava scrivendo una pagina veramente molto bella di questa stagione, considerando come aveva saltato due gare ad inizio stagione, ma dal suo rientro era riuscito a riportarsi in testa al campionato con un recupero poderoso. Sogni di gloria, di una rimonta che lo avrebbe consegnato ancor di più nella leggenda della categoria.
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Così, con la strada libera, Mahias ha voluto…complicarsi la vita. Scattato dalla quarta fila per i problemi tecnici riscontrati in Superpole, il francese – non in buona forma fisica – si è ritrovato addirittura in diciannovesima piazza dopo un contatto con Canducci. Testa bassa, il marsigliese si è messo a recuperare posizioni su posizioni, ritrovandosi addirittura settimo dopo sette giri sui 19 previsti.
Per il pilota Yamaha poi però la rimonta non si è conclusa li: quarto posto sotto la bandiera a scacchi, primo posto nel mondiale riagguantato “ma non sono felice. Sono dispiaciuto per Kenan; io voglio vincere il campionato, ma preferirei combattere con lui”
Con Mahias quarto, davanti la lotta per la vittoria è stata appannaggio di casa Yamaha, con Niki Tuuli, portacolori del team di Kallio, a dare spettacolo con una guida sporca e – fin troppo – spettacolare, davanti ad un Federico Caricasulo che in più di un’occasione ha provato il sorpasso non riuscendo a trovare il giusto varco.
Sotto la bandiera a scacchi, il finlandese ha conquistato la sua prima vittoria, davanti proprio a Caricasulo e Patrick Jacobsen con la MV Agusta.
Il mondiale dunque apre le porte verso Yamaha. Un mondiale che a Magny Cours ha mostrato di non esser così morto come la categoria – la seicento tre e quattro cilindri – potrebbe lasciar supporre da anni di obiettivo torpore. Probabilmente la conformazione di un circuito storico, aperto a duelli e sorpassi ha fatto il suo. Ora la palla passa a Jerez de la frontera: Mahias ha dalla sua la vetta mondiale e la possibilità di chiudere i giochi con i suoi attuali 32 punti di vantaggio su Morais.
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