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Italy 500 Miles 2017: coast to coast edition

Promossa dal dealer Harley-Davidson di Parma e dal suo HOG Chapter, si è conclusa il 30 aprile la quarta Italy 500 Miles.

Sembrava impossibile migliorare un evento già unico, eppure quelli del Parma HOG Chapter, capitanati da Roberto Demaldè di Harley-Davidson Parma ci sono riusciti. Dopo un’edizione 2016 segnata dal maltempo, la Italy 500 Miles 2017 ha regalato ai partecipanti 24 ore di tempo splendido, anche se freddo, e panorami spettacolari.

Un’edizione da record anche per il numero di partecipanti, ben 420 alla partenza, quasi 100 più dell’anno scorso, provenienti da tutta Italia ma non solo. Ben 14 erano infatti le nazioni rappresentate. Anche se non è un evento riservato ai membri HOG, ma aperto a tutti i possessori di moto Harley-Davidson, i chapter italiani dell’Harley Owners Group erano 32, quelli stranieri 12.

Cos’è la Italy 500 Miles l’abbiamo già raccontato in occasione della prima edizione, alla quale abbiamo partecipato, così come alla seconda e alla terza: una manifestazione non competitiva riservata ai possessori di moto Harley-Davidson e Buell durante la quale bisogna percorrere 500 miglia, pari a poco più di 800 km, nel tempo massimo di 24 ore.

Il percorso quest’anno era esattamente di 834 chilometri, suddiviso in 13 tappe più il prologo. A ogni tappa c’è un check point dove far timbrare la proprio scheda. Altri check point segreti sono disseminati lungo il percorso per evitare che qualche furbetto faccia dei tagli di percorso. All’arrivo ogni concorrente dovrà avere la scheda completa di tutti i timbri e un chilometraggio pari o superiore a quello dell’itinerario.

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Sembra facile a dirsi, 800 e passa chilometri non sono poi tanti da fare in una giornata, ma c’è da considerare che il percorso si snoda tra le strade più belle d’Italia ricche di curve e non contempla alcun trasferimento autostradale. La velocità media per riuscire a compiere l’intero percorso in meno di 24 ore è quindi inferiore ai 50 km/h, ma su certe strade si viaggia anche più lentamente.

La partenza è fissata come sempre a Collecchio presso la concessionaria Harley-Davidson Parma. Qui dopo le operazioni di controllo dei chilometri e l’assegnazione del numero, si parte in gruppo per un breve prologo di 14 km che quest’anno, come l’anno passato, porta al Centro Commerciale Torri di via S. Leonardo a Parma. Ci si ristora in attesa della partenza ufficiale che avviene alle 15 in punto.

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Di nuovo in gruppo si affronta la prima tappa di 63 km che porta a Castelnovo ne’ Monti, paesino nell’Appennino reggiano a 750 metri d’altitudine. Qui la 500 miglia ha ancora l’aspetto di un affollato run con le moto ancora tutte in fila. È durante questa prima tappa che, dopo appena 40 chilometri, c’è il primo, e scopriremo anche l’ultimo, check point segreto di questa 500 miglia.

La seconda tappa è breve, 44 chilometri, ma la strada del Passo di Pradarena (1579 metri), che sconfina in Toscana, è spettacolare e il punto di arrivo ancora di più: l’Oasi Naturale Lamastrone in Garfagnana, un posto incantevole a 1.700 metri d’altitudine che circonda un laghetto, a Ospitaletto di Sillano, in provincia di Lucca, nell’Alta Garfagnana a pochi chilometri da Castelnuovo.

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I prossimi 74 km della terza tappa ci portano nella turistica Forte dei Marmi, dove giungiamo al tramonto. Il check point è fissato presso lo splendido pontile che offre un panorama impagabile. A ogni tappa troviamo i volontari del Parma Chapter che ritirano la tabella di marcia, la timbrano e ce la restituiscono insieme al road book della tappa successiva. Ma non si limitano a questo, non facendo mai mancare ai partecipanti un po’ di conforto, una pacca sulle spalle e qualche risata. Questo è lo spirito della Italy 500 Miles.

Inizia a fare buio e per leggere il road book di notte ognuno si ingegna: c’è chi usa la classica torcia da minatore montata sul casco, chi ha già predisposto un leggio artigianale montato sul manubrio con lampada da lettura. La quarta tappa porta in 60 km a Collodi, borgo medievale frazione di Pescia in provincia di Pistoia noto per aver ospitato negli anni della sua infanzia l’autore del libro di Pinocchio.

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Si rimane in Toscana e si fa rotta per Firenze, meta della quinta tappa di 76 km e città già toccata dalla 500 miglia durante la sua seconda edizione nel 2015. In quell’occasione scoprimmo durante un check point segreto il cimitero americano dei Falciani di San Casciano in Val di Pesa, attraversando velocemente la città di notte. Questa volta gli organizzatori ci offrono una vista spettacolare della città fissando il check point in piazzale Michelangelo, terrazza panoramica del capoluogo toscano.

Si risale lungo gli Appennini verso il passo del Muraglione per giungere dopo 52 km al sesto check point di San Godenzo, presso il bar Cavallino. Qui le temperature si fanno decisamente rigide e la stanchezza inizia a farsi sentire. Invece di valicare il mitico Muraglione lungo la SS67, pochi chilometri dopo il bar, e tre prima del passo, si gira a destra al bivio prendendo la strada più lunga per Forlì che porta nel mezzo delle Parco Nazionale Foreste Casentine.

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Questo tratto della settima tappa, lungo 74 km, che porta a Sarsina, è totalmente privo di distributori di benzina e più di un concorrente si ritrova con la moto a secco. Da Sarsina le tappe si fanno più tirate: la successiva ottava porta a San Marino dopo un percorso di 42 km lungo il quale iniziamo a vedere le luci del giorno.

Gli stessi chilometri ci portano poi con la nona tappa a Tavullia, dove il check point viene fissato proprio presso il bar ristorante Da Rossi, ritrovo ufficiale dei fan di Valentino. Inizia la strada del ritorno e i concorrenti, ormai sparsi e distanziati di parecchie ore, risalgono verso Rimini, percorrendo i 53 km della decima tappa.

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Siamo ormai alle fasi conclusive di questa 500 miglia italiana. Le strade panoramiche tutte a curve lasciano spazio alla dritta SS9 via Emilia. La scelta è strategica perché serve a recuperare da un lato le forze, dall’altro il tempo. L’undicesima tappa è di 81 km e porta dritti dritti all’Autodromo di Imola, dove il check point viene effettuato all’interno del diner America Graffiti, mentre in pista si sta svolgendo la Porsche Carrera Cup Italia all’interno dell’Aci Racing Weekend.

Rimaniamo in tema di auto sportive con la dodicesima e penultima tappa di 74 km, che porta i partecipanti a Sant’Agata Bolognese, patria delle Lamborghini, e precisamente presso il BullBar, locale dove è possibile effettuare anche test drive e noleggi di auto supersportive. Gasati dal rombo del V10 di una Lamborghini Huracán, rimettiamo in moto i nostri V2 e percorriamo gli ultimi 85 km della tredicesima tappa, facendo finalmente ritorno presso la concessionaria di Parma.

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Qui l’officina si trasforma in una enorme sala da pranzo capace di sfamare quasi 400 biker e viene offerto dall’organizzazione un pranzo ottimo e abbondante cucinato dalle insostituibili lady del chapter. All’arrivo mancheranno all’appello 55 equipaggi, ritirati o squalificati per ritardi ai check point; tutto sommato non moltissimi, almeno rispetto alla scorsa edizione in cui la pioggia ci aveva messo del suo.

Durante il pranzo l’Activities Officer Roby “Dizzy” Ferrari chiama uno a uno i partecipanti per la consegna della mitica spilla che attesta la conclusione di questa maratona su due ruote e che viene consegnata da Maria Guida, madrina dell’evento nonché ex atleta e campionessa europea nel 2002 di maratona femminile.

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Per la prossima edizione non riusciamo davvero a immaginare quali altre meravigliose strade gli organizzatori potranno trovare ma siamo sicuri che sarà un itinerario sempre più coinvolgente. E per chi sarà alla sua quinta edizione si parla già di un riconoscimento speciale.

Foto LR per motoblog, Riccardo Mariani per Parma HOG Chapter

Moto utilizzata: Harley-Davidson Dyna Fat Bob 2013
Chilometri totali percorsi: 902
Curve percorse: 8162
Tempo impiegato: 22 ore, 20 minuti
Litri di benzina consumati: 63
Litri di bevande energetiche trangugiati: 2,5
Soste per bisogni fisiologici: 3

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