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L’aerodinamica delle MotoGP 2017

Tutte le soluzioni di Ducati, Aprilia, Honda, Yamaha e Suzuki per la stagione 2017 dopo l’abolizione delle ali

Era stata la grande evoluzione del 2016. Che poi, a ben vedere era nata anche precedentemente. Anni passati, con anche lo stesso Agostini che provò una soluzione del genere. Ducati la sviluppò con Casey Stoner, poi fu bocciata da Rossi. Gigi Dall’Igna l’aveva ripresentata nel 2015. La Ducati Desmosedici ne aveva fatto uno stato dell’arte tanto che tutte le altre case si erano adattate sviluppando propri concetti. Un vantaggio per Borgo Panigale a cui però era stato messo un freno dal Legislatore sotto varie pressioni.

Come a dire “se non puoi batterli sullo stesso campo, elimina il problema“. Già, ma nel mondo dei prototipi, non puoi mettere un freno così grande alla tecnica. Dunque, nato un problema, si è pensato a come aggirarlo. Di conseguenza, l’aerodinamica non è stata messa da parte nel suo concetto di sviluppo delle due ruote, anzi. Anche perchè, con la centralina unica, sfruttare la deportanza per avere maggior stabilità in percorrenza di curva, ma anche in accelerazione. Quindi come incanalare al meglio l’aria sfruttando il regolamento?

Ducati Desmosedici

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Sicuramente la soluzione più estrema e avveniristica quella presentata da Borgo Panigale. Gigi Dall’Igna ha voluto tenere nascosto questo principio per tutti i test invernali per poi presentarsi con questo muso chiamato “hammer head” a squalo martello. D’altro canto, le appendici laterali si mostrano in un continuum con la carena molto particolare, con un volume decisamente elevato.

“Il feedback è quello che ci attendevamo. Sicuramente offre dei benefici, ma anche qualche problemino. Non andrà bene per tutti i circuiti. Dobbiamo capire, e prendere la decisione finale questa settimana. E’ un qualcosa di simile a quanto visto sulla moto dello scorso anno, i benefici sono gli stessi, in merito a impennate e stabilità” ha spiegato Dall’Igna.

Yamaha M1

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Una soluzione praticamente opposta al principio della Rossa è quella di Yamaha, prima a presentare una propria idea durante i test di Sepang con Valentino Rossi. Si tratta di una soluzione che punta a sviluppare una canalizzazione dell’aria con delle alette incorporate all’interno di una carena bombata. Non si tratta quindi di puntare ad uno sviluppo sul cupolino, ma proprio sulle pance della moto.

Honda RC213V

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In una sorta di linea di continuità, Honda ha proposto due deflettori, due alettoni che convergono dal cupolino alla carenatura, ai fianchi della moto. Si tratta di una soluzione vista negli ultimi test di Losail, con questi elementi inseriti “ex post” in carbonio. Honda ha portato anche una carenatura differente con una bocca, una presa d’aria differente.

Suzuki GSX-RR

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In casa Suzuki si è scelto di percorrere una strada a metà tra quanto visto da Ducati e quanto mostrato da Yamaha. Durante i test di Phillip Island, la casa di Hamamatsu ha provato una carenatura anteriore con due aperture laterali decisamente larghe e con all’interno delle piccole alette per far defluire l’aria.

Aprilia RS-GP

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Se Ducati ha portato una soluzione decisamente rivoluzionaria, Aprilia non è stata così da meno. Anzi, la casa di Noale in quel di Phillip Island aveva presentato un cupolino decisamente particolare e curato, con una soluzione decisamente interessante dal punto di vista aerodinamico: due grandi bocche che defluiscono nella parte bassa del cupolino.

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