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Buon compleanno Michael Schumacher

Ha fatto della velocità la sua vita. Della Formula Uno il suo lavoro. Della moto la sua passione. Oggi compie 48 anni il Kaiser

Io me lo ricordo Michael. Me lo ricordo bene nei suoi primi passi in Formula Uno. Un fenomeno, di quelli che avevano quella scintilla particolare. Veloce, dannatamente veloce. Più di ogni altra cosa era uno che voleva vincere, sempre. Me lo ricordo nei primi anni in Benetton, voluto da Briatore dopo quell’inizio in Jordan. Non era una macchina infallibile Michael, non era quel computer che eravamo abituati a vedere negli anni del dominio Ferrari. No anzi, Michael era un funambolo, ma anche propenso all’errore.

Io me lo ricordo quando Michael fu preso per un orecchio da Ayrton Senna. Si correva a Magny Cours e lui si era beccato un bel rimprovero dopo una speronata alla prima staccata vera. Era in abiti civili Ayrton, se lo prese da parte, allontanò le telecamere, e gli diede una lezione di vita a parole.

1992:  Benetton driver Michael Schumacher of Germany winks during Formula One testing.   Mandatory Credit: Mike Hewitt /Allsport

Me lo ricordo quando perse il mondiale nel 1997. Sbagliò ad andare contro Villeneuve a Jerez alla Dry Sak. O nel 1998, quando a Suzuka stallò alla partenza. Me lo ricordo nella sua frattura nel 1999 a Silverstone. Ogni singola volta ha incassato le critiche. E’caduto sì, e si è rialzato. Più forte di prima. E’ facile ricordare lo Schumacher vincente, dominatore. L’uomo più complicato.

Me lo ricordo anche quando, ammaliato dalla passione per le due ruote dopo il ritiro, decise di iniziare a correre come motociclista. Sembrava tornato lo Schumacher degli esordi. Era veloce, appassionato. Sbagliava si, e quando in moto si sbaglia si cade. Ci si fa anche male. Ma aveva dalla sua la scintilla di chi si divertiva. Oltre ad essere maledettamente veloce. Chiaro, era Schumacher, mica uno qualsiasi. Iniziò con quel test con la Ducati MotoGP, la Desmosedici di Stoner a Valencia, e ancor prima con la GP5 al Mugello. Era evidentemente un suo sogno. Non andò velocissimo all’inizio. Ma lui era cosi: metodico.

Former seven-time Formula One champion Michael Schumacher steers his motorcycle during his first official race in Misano on March 30, 2008. Competing in the minor KTM 250 series at the track near Italy's Adriatic coast, Schumacher started on the front row and placed fourth in the race.  AFP PHOTO / STR (Photo credit should read STR/AFP/Getty Images)

Ecco, lo Schumacher motociclista sembrava una parentesi solo curiosa. Ed invece in lui cresceva la voglia di far le cose per bene. Sbagliava, imparava, e diventava sempre più veloce. Così, come tanti appassionati, si presenta al trofeo KTM Superduke, poi l’IDM Superbike. Certo, aveva a disposizione la Honda CBR del team Holzhauer Racing.

Doveva correre l’IDM, ma poi arrivò quella caduta nei test di Cartagena. Avvolta sempre da un piccolo alone di mistero. Fu piuttosto dura in realtà, tanto che poi non prese parte a diverse tappe in cui era stato annunciato, con la sua moto ai box. Corse però nel campionato Endurance. Ecco, io quello Schumacher me lo ricordo. Perchè cadeva si, ma era anche veloce. Nelle qualifiche staccò il settimo tempo.
Oggi Michael compie 48 anni. Troppo facile sarebbe ricordare i suoi successi sotto le orme del Cavallino Rampante, o la triste e dura situazione in cui versa da quel maledetto incidente di Grenoble. Che Michael fosse veloce, velocissimo lo sanno tutti.

Ma io, quel Michael che sbagliava e ripartiva, quello Schumacher motociclista che cadeva e si rialzava, io me lo ricordo. E mi piacerebbe poter raccontare un giorno futuro che, per l’ennesima volta, Michael si è rialzato e ha vinto quest’ultima, complicatissima gara contro il destino.
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