Home MotoGP, Ducati: allo studio un KERS in stile Formula 1?

MotoGP, Ducati: allo studio un KERS in stile Formula 1?

Michele Pirro, a Misano, durante le FP3 della MotoGP, ha girato con un cerchio posteriore lenticolare montato sulla sua Desmosedici RR. Studio aerodinamico, KERS o altro? Scopriamolo insieme.

Ai più attenti non sarà certamente sfuggito che, durante la terza sessione di prove libere del GP di Misano, sulla Ducati MotoGP di Michele Pirro è stato montato un cerchio posteriore diverso dal solito ed assimilabile a quelli lenticolari utilizzati sulle biciclette da corsa.

La casa bolognese ha affermato che si è trattato di un test aerodinamico, l’ultimo step di un lavoro in questa area che aveva portato la squadra di Borgo Panigale ad introdurre, per prima, le appendici aerodinamiche che, a partire dal 2017, saranno proibite.

La spiegazione però, secondo alcuni insider del circus, sarebbe un’altra ed ancora diversa dall’interpretazione dell’ing. Bernardelle, secondo il quale il cerchio potrebbe servire per trattenere il calore e mandare in temperatura la gomma più velocemente.

Ammesso che la copertura integrale del cerchio faccia parte di uno studio aerodinamico di Ducati, il particolare servirebbe a nascondere un meccanismo di recupero dell’energia dissipata dal disco posteriore durante la fase di frenata.

Si tratterebbe di un sistema il cui principio è analogo a quello del KERS impiegato un Formula 1 fino al 2013 (poi sostituito dalla Power Unit), così anche come a quello utilizzato dalla KTM FRR 125 schierata dalla casa austriaca nel 2008.

Al momento ammesso dal regolamento, in quanto non espressamente vietato, il sistema potrebbe consentire di disporre di potenza aggiuntiva per effettuare i sorpassi o per la partenza delle gare, anche se, in questo secondo caso entrerebbero in gioco i sistemi elettronici esistenti (antipattinamento ed antidecollo) che già oggi limitano la potenza dei motori nelle fasi di start.

L’utilizzo del KERS sulla ruota posteriore potrebbe essere il primo passo verso la realizzazione di un sistema che comprenda anche la ruota anteriore, dove l’energia dissipata è molto superiore rispetto a quella posteriore. Occhi puntati sulle prossime apparizioni in pista della Ducati numero 51, dunque.

 

 

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