Home Ernesto Marinelli: Davies? Staccatore ma non solo. Giugliano In crescita

Ernesto Marinelli: Davies? Staccatore ma non solo. Giugliano In crescita

Abbiamo scambiato quattro parole con il Superbike Project Director Ducati, tra le vittorie di Davies, la crescita del romano e l’evoluzione della 1199 Panigale

Parlare con Ernesto Marinelli significa, per taluni versi, poter ascoltare quella che è la storia della Superbike di Borgo Panigale. Già perchè colui che è definito come Superbike Project Director è una persona, ancor prima che un ingegnere, che da quindici e più anni vive il box in Rosso. Ecco perchè abbiamo deciso di scambiare quattro parole a bocce ferme con lui dopo l’ubriacatura della doppietta di Aragon, in vista di Assen.

Una doppietta, quella di Davies che giunge in una stagione in cui la Ducati rimane sempre nel suo ruolo di out-sider per il titolo, ma con ora un potenziale che sembra essersi avvicinato fortemente a quello della Kawasaki e di Johnatan Rea.

Ma quanto è cresciuta la 1199 Panigale R quest’anno? E’ stata solo una sua crescita o anche la Kawasaki si è leggermente assestata dopo il dominio strabordante dello scorso anno?

Io posso sapere quello che è il nostro lavoro; non posso sapere cosa fanno dall’altra parte della barricata. Posso dirti che dalla fine dell’anno scorso all’inizio di quest’anno avevamo già fatto qualche miglioramento che sui nostri riferimenti ci stavano dando risultati. Adesso ovviamente ad Aragon abbiamo portato un pò di cose nuove che ci hanno dato un altro aiuto per aumentare la competitività.

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Sicuramente Aragon è una pista dove Davies in particolare ha sempre avuto un pò di decimi in tasca come a Laguna Seca. E’ anche vero però che effettivamente quello che è apparso è che riusciva a guidare come voleva un pò dappertutto e questo è merito probabilmente della moto che aveva a disposizione che gli consentiva di esprimersi al 200%

Prossima tappa: Assen
E’ una pista probabilmente un pò più difficile dove Rea è sempre andato forte. E’ pur vero che lo scorso anno ce la siamo giocata fino alla fine. Non mi aspetto un fine settimana facile, ma siamo contenti di quanto visto ad Aragon. Sembra stiamo andando verso la direzione giusta.

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Quando tre anni fa avete preso Davies e Giugliano, sembrava quasi che Davide fosse più un… diamante grezzo in termini di velocità, mentre Davies sembrava avesse più doti da passista. Ora sembra che Chaz sia esploso: più grintoso, più cattivo. In cosa è cresciuto questi anni?

Fin dai primi test 2014 Chaz ha dimostrato che nella fase di frenata è sempre stato il punto di riferimento assoluto, anche osservando i nostri riferimenti passati.

Andava in difficoltà in alcuni circuiti dove invece si richiedeva uno stile più scorrevole: lì faceva un pò fatica. Piste tipo Assen, Jerez o Phillip Island erano più difficoltose.

Negli anni però, ho osservato la capacità sua di riuscire a sfruttare comunque la frenata ma migliorare molto in tutte le fasi di percorrenza e uscita di curva. Questo ha fatto si che anche nelle piste dove aveva difficoltà è riuscito a fare ottimi risultati.

Questo è stato il frutto di un suo adattamento alla nostra moto e dall’altra parte, la nostra capacità di cambiare il setup in maniera che potesse sfruttarlo in entrambe le caratteristiche.

Osservando Davide Giugliano invece, sembra si trovi in un processo simile a quello di Jorge Lorenzo al suo primo anno di GP: avvio arrembante, cadute, e ora più calma per migliorare. Quanto gli manca per poter giungere alla vittoria?

Effettivamente hai ragione. In parte è anche colpa nostra. Abbiamo cercato di dargli un imprinting per fare un passettino indietro in termini prestazionali e cercare di farlo lavorare durante il weekend meno sulla prestazione pura. Vogliamo che riesca a mantenere una prestazione costante che gli garantisca una gara in sicurezza -se in sicurezza possiamo parlare perchè si parla di piloti – ma diciamo… con un pò più di margine per cercare di incappare meno in errori.

Stiamo cercando di lavorare con lui specialmente dall’inizio di quest’anno. Poi, ti dico, effettivamente a Phillip Island ha fatto due belle gare. a Chang – gara due non fa testo perchè ha avuto dei problemi – gara uno stava facendo una buona gara poi purtroppo c’è stata quella scivolatina: Chang è una pista insidiosa per grip e temperature, la caduta è avvenuta poi in un punto dove non se l’aspettava.

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Ad aragon poi, Davide ha fatto effettivamente un pò fatica nelle parti iniziali delle prove e quindi abbiamo avuto un pò di difficoltà a trovare un assetto per farlo guidare come lui richiede. Il punto è che, per lui che ha come caratteristica ha la percorrenza, nel momento in cui ci sono problemi di grip o il grip cambia durante la gara, il calo di Davide sembra leggermente più evidente rispetto ad altri che invece hanno una guida più spigolante.

Anche Davide cerca ovviamente di adattarsi, ed effettivamente ha comunque chiuso nella top5. Sicuramente si poteva fare meglio, però il week end di gara hanno una storia a se. Ogni tanto si riesce a trovare la strada giusta altre volta si fa un filo di difficoltà. Detto questo, anche li il fatto che su sei gare, abbiamo sempre finito – al netto dei problemi – giocandosela bene con solo una caduta è un segno di crescita anche quello.

Sono confidente delle potenzialità di Davide perchè lo conosco da tempo. Sappiamo che il potenziale per andare forte ce l’ha. Abbiamo un pò insistito sul lavoro di costanza e questo sapevamo che lo avrebbe penalizzato un pochettino sulla prestazione pura però secondo me è importante per continuare a migliorarsi e confido ovviamente che presto riusciremo ad avere anche con lui la costanza e la velocità che serve per stare avanti.

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