Reggio Calabria-Capo Nord con una media da brivido: il diario completo di Gianclaudio Aiossa
Un bel viaggio in moto, magari fino a Capo Nord è il sogno nel cassetto di numerosi motociclisti, molti meno sono invece quelli che portano a termine “l’agoniata trasferta”. Tra questi ultimi però ce ne è uno che ha interpretato questo viaggio con un approccio particolare, cioè come un “rapido spostamento”, una cosa del tipo
Un bel viaggio in moto, magari fino a Capo Nord è il sogno nel cassetto di numerosi motociclisti, molti meno sono invece quelli che portano a termine “l’agoniata trasferta”. Tra questi ultimi però ce ne è uno che ha interpretato questo viaggio con un approccio particolare, cioè come un “rapido spostamento”, una cosa del tipo “parto, faccio un salto a Capo Nord e torno…”.
Insomma il nostro amico Gianclaudio Aiossa abita a Reggio Calabria, vicino alla punta più a sud del nostro stivale, ma aiutato dalla sua comoda Super Ténéré si spara tranquillamente quei 5.005km che lo separano da Capo Nord, il tutto ad una media effettiva di circa 90km/h comprensivi di traghetto.
Questo si traduce in 56 ore effettive di viaggio, “all inclusive”, cioè comprensive di rifornimenti carburante (associati ai pasti veloci), pagamento pedaggi, soste per dormire: TRE ORE in tutto.
Ovviamente una simile media ha preteso che le tre ore di cui sopra non fossero continuative, ma divise in due tranche di cui due ore a Roadstock nell’attesa del traghetto che lo portava dalla Germania alla Danimarca e poi un’ora aggiuntiva di “sonno rigenerante” rubata durante una sosta in autogrill nel bel mezzo della Svezia.
Ma attenzione non è uno sprovveduto il nostro biker, ma è un motocilista di grande esperienza, che controlla in modo attento sia il proprio fisico, che la propria alimentazione oltre alla sua preparazione atletica. Si è preparato al meglio per il viaggio, prestando sempre attenzione al proprio stato fisico e cercando di mantenere sempre in alto il suo livello di concentrazione. Ma vi non anticipiamo altro e lasciamo a Gianclaudio e alle sue parole il privilegio di raccontare questo viaggio nei minimi dettagli, certo non prima di avergli rinnovato i nostri complimenti per l’idea e per lo spirito.
“Sono partito alle 04.00 del 31 luglio 2012 da reggio calabria. la scelta dell’orario non e’ stata casuale, l’ho fatto per evitare il traffico sulla A3 per via dei lavori.
Vista l’ora, alla partenza c’erano solo 3 amici, i più cari, a darmi l’in bocca al lupo. francesco, marco e davide. 3 appassionati di moto e di viaggi. La mia alimentazione durante le 56 ore e’ stata di frutta secca, noccioline ed arachidi, barrette di cereali, integratori salini tipo energade e gatorade e energy drink tipo burn e acqua. questo tipo di alimentazione non appesantisce e da tanta energia, si puo’ fare per 60 ore. Le pause tecniche per la benzina dovevano corrispondere alle pause per mangiare o per i bisogni fisiologici, per ottimizzare i tempi di percorrenza. Le pause avvenivano più o meno ogni 320 km percorsi…
Durante tutto il tragitto mi ha sempre accompagnato la musica del mio lettore mp3, che ho anche cantanto, sempre per combattere la stanchezza.
Dopo aver preso una forte scarica d’acqua per tutta l’austria, ho attraversato tutta la germania, con le sue autostrade grandiose, e dopo 22 ore ho percorso 2500 km arrivando al porto di rostock. Quì ho aspettato il traghetto per gedser, danimarca, che e’ partito alle 06,00 dell’1 agosto. ne ho approfittato per dormire 2 ore, su di una panchina nella sala d’aspetto del porto.
Alle 07,30 arrivo in Sanimarca, e riparto, solo qualche breve sosta per fotografare i grandiosi ponti danesi poi vesro la Svezia. Arrivato poco dopo Stoccolma, in Svezia, non c’e’ piu’ linea. nessuno cellulare ha campo. per bene 7 ore non ho piu’ potuto comunicare nulla. tutte le persone che fino ad ora mi seguivano, non avevano piu’ notizie. In queste prime 7 ore di buio totale ho preso ancora tanta, acqua ma ho continuato a viaggiare. Ho riposato un’altra ora in un autogrill, seduto su una sedia, poi appena ho potuto rimettermi in contatto col popolo di Facebook che mi seguiva, ho ricevuto un sacco di messaggi di incoraggiamento misti a preoccupazione da parte un pò di tutti.
Da qui in poi la natura mi si e’ rivoltata contro con nebbia, freddo e luce diurna costante, tutti elementi che però, ho usato a mio vantaggio. Infatti, se ci pensi, il freddo l’acqua e la luce sono tutte situazioni che ti fanno passare il sonno. qui sono a 48 ore di guida e tutto questo mi aiuta a stare sveglio.
All’inizio del 2 agosto, cioè alle 00.00 mancavano gli ultimi 1.000km e 12 ore all’arrivo, a quel punto mi sono fermato per fotografare il contachilometri, a quell’ora on line c’era ancora gente in piedi che continuava a seguirmi.
Intanto sono ancora al nord della Svezia, la luce, la nebbia ed il freddo non mi hanno mai abbandonato, ma ormai ci bado poco e così intorno alle 5 di mattina arrivo in Finlandia e finalmente almeno quì non c’e’ più la nebbia, in compenso iniziano per me i primi dolori posturali, in particolare le mani, i polpacci ed il fondoschiena sono le zone che più mi fanno male.
Nel frattempo mi faccio forza e mi riprendo un pò, sia moralmente che fisicamente, intanto mi fermo sotto un cartello stradale che dice: “norge”!
Così sono arrivato in Norvegia, ora devo solo raggiungere il tanto sospirato “Globo”, arrivo così sotto l’effige di Capo Nord verso le 12,00 del 2 agosto 2012, dopo sole 56 ore, insomma missione compiuta direi… il tutto con un vantaggio di circa 4 ore sulle 60 ore che avevamo preventivato alla partenza.
Alla fine, nel solo viaggio di andata, ho percorso 5.000 km in 56 ore, ho rispettato tutti i limiti stradali, non ho mai sgarrato, ho solo guidato e “tirato” facendo attenzione a non superare i miei limiti fisici, riposando il minino, solo 3 ore in totale. La mia Super Ténéré non mi ha mai abbandonato ne creato problemi, mai, il suo motore e’ stato acceso e scalpitante per tutte le 56 ore.
Mai un problema, mai un calo. neanche una lampadina bruciata. Per tornare a casa ci ho messo 7 giorni, passando prima per mondovì, a conoscere il mio mito: Davide Biga. Persona semplicemente fantastica, una volta insieme a lui, la mio viaggio-impresa non si poteva concludere meglio, e anche grazie a lui se sono partito tranquillo per questo viaggio, in sella alla “tenerona”, dopo la sua esperienza del giro del mondo la mia sarebbe stata una passeggiata.
Dietro le quinte di tutta questa impresa c’e’ anche il mio caro amico Danilo Larizza, appassionato di moto come me, che ha curato l’itinerario, i contatti via web e gli aggiornamenti durante le 60 ore con quanti mi seguivano su Facebook. Parte dell successo lo devo anche a lui.”
Gianclaudio Aiossa
P.S.:
“Per godermi la strada ed il paesaggio invece, ho utilizzato il viaggio di ritorno, ricco di soste riposanti e nel quale ho percorso oltre 8.000km (quindi circa 2.500km in più rispetto all’andata)…”