Home Stefano Arrighetti, l’uomo del “T Red” di nuovo al lavoro: pronto l’autovelox infallibile

Stefano Arrighetti, l’uomo del “T Red” di nuovo al lavoro: pronto l’autovelox infallibile

Eravamo rimasti al suo arresto, ma in realtà le cose sono andate ben diversamente a Stefano Arrighetti, meglio conosciuto come “l’uomo del T-Red“, il famigerato sistema semaforico “intelligente” che ha multato migliaia di automobilisti, ma anche ingiustamente. Ma Arrighetti – aria elegante, toni simpatici – dopo un mese passato agli arresti domiciliari per volere della

Eravamo rimasti al suo arresto, ma in realtà le cose sono andate ben diversamente a Stefano Arrighetti, meglio conosciuto come “l’uomo del T-Red“, il famigerato sistema semaforico “intelligente” che ha multato migliaia di automobilisti, ma anche ingiustamente.

Ma Arrighetti – aria elegante, toni simpatici – dopo un mese passato agli arresti domiciliari per volere della magistratura di Verona – il pubblico ministero lo voleva addirittura in galera, solo all’ultimo il gip gli ha risparmiato la cella – è stato liberato con tante scuse da quella di Venezia. E ha raccontato tutta la sua avventura in una intervista sulle pagine del Corriere della Sera.

Quando ho saputo che volevano arrestarmi per truffa il primo pensiero è stato quello di fuggire dall’altra parte del mondo. Poi ho parlato con mia moglie, con mia figlia, con il mio legale e con la mia coscienza.. mi sono detto che non avevo nulla da nascondere e che avrei affrontato quest’ingiustizia con forza e dignità“.

Io che da giovane ho fatto il carabiniere mi sono ritrovato i carabinieri che all’alba venivano a suonare alla porta per controllare che fossi in casa. Sensazione orribile. Una volta ho tardato ad aprire perché stavo mettendo le scarpine alla mia bimba più piccola, ha tre anni, e mi hanno detto di non fare il furbo. No, non è stato facile…».

E con la matematica e le immagini lo «scienziato di Seregno», come lo chiamano adesso i vicini di casa che fino a un mese fa non sapevano neppure chi fosse e che lavoro facesse, Stefano Arrighetti ha iniziato a giocare dai tempi del liceo scientifico. Poi è arrivata la gavetta in Finmeccanica e da lì, via via, i colpi di genio.

E poi l’invenzione del telepass ai caselli delle autostrade, il controllo ingressi nelle ztl, le zone a traffico limitato e, infine, il T-Red: “Ci ho pensato in una notte, ma del resto il T-red è solo una macchina fotografica. Semplice no?“. Se lo dice lui…

Ma del resto lui è quello che a 45 anni ha appena vinto una gara mondiale a Singapore per aver creato un macchinario quasi minuscolo che riesce a leggere tutte le targhe delle auto che scorrono veloci a migliaia su una strada a quattro corsie, semplice deve esserlo per forza… Gli automobilisti non lo amano, troppe multe a causa del suo T- Red.

Ma chi sono i veri nemici di questo scienziato con la passione del trekking e del nuoto? Qui l’orgoglio diventa cipiglio, il tono di voce s’abbassa: “nelle università non mi amano, e poi diciamolo chiaro… io e la mia società, la Kria di Desio, non siamo ben visti da certi colossi del settore“.

Parla come se dietro al suo arresto si nascondesse una strana regia, ma lo “scienziato di Seregno” scuote la testa sotto i capelli ordinati e taglia corto – “Non dico di più… Verrà il tempo“. Il T-Red, giura, non l’ha fatto ricco. Dovrà lavorare ancora prima di ritirarsi e recuperare il tempo rubato alla famiglia.

Le conoscenze scientifiche, ci tiene a dire, sono al servizio della sicurezza. “Questo, devono capire gli automobilisti. Il T-Red non è pensato per dare multe, è stato ideato per educare autisti indisciplinati che bruciando il rosso possono anche uccidere altre persone. Certo, il T-Red va usato correttamente, ma io l’ho solo inventato, non lo installo… Se poi qualcuno nella filiera che porta il T-Red sul semaforo sbaglia a gestirlo, io non ho colpe“.

Col rosso, gli piace precisare, lui non è mai passato. “Davanti a un semaforo verde rallento comunque, e se arriva il giallo mi fermo. E quelli dietro lasci pure che suonino…“. Mulina le lunghe braccia nel-l’aria, Stefano Arrighetti, finalmente di nuovo libero di tornare al banco delle idee.

E ringrazia i due professori del Politecnico di Milano, i consulenti scelti dai giudici di Venezia. “I professori Umberto Spagnolini e Giorgio Padovini hanno ristabilito la verità… e con essa l’ingiustizia assoluta del mio arresto“.

Poi rivela l’ultimo colpo di genio, il T-Red Speed: “Direi l’ultima generazione degli autovelox — butta lì come fare due più due — una macchina infallibile che misura la velocità e te lo dimostra non con raggi laser, che possono essere tarati male o direzionati peggio, ma con immagini“.

Nella sua testa il T-Red e lo Speed, il fratello maggiore già in servizio in Valle d’Aosta, sono una brutta notizia soltanto per chi strapazza il codice della strada. “Le mie creature — giura — sono socialmente utili, fanno sicurezza“.

Uno perfetto, l’ingegnere Arrighetti. Poi scopri che col rosso non sarà mai passato però ha preso due multe dall’autovelox, l’ultima sull’A1 mentre correva a 200 all’ora verso Roma, al Ministero dei Trasporti. E scopri che da scienziato ha un sogno nel cassetto, dare la vista a chi non ce l’ha attraverso un macchina che ha già in mente di fare. Insomma, debolezze e speranze. Come ognuno di noi.

via | Corriere

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