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Motoblog live @ Bike Expo: Pepo Rosell ci parla di Radical Ducati

Dopo avervi mostrato l’ intervista di MotoTV, ritorniamo con Pepo Rosell, che ci ha accolto calorosamente nel suo stand, per raccontarci la fantastica storia della sua vita e delle sue moto. Sempre accanto all’inseparabile moglie Reyes, Pepo tira fuori il lato più romantico della sua professione: “è cominciato tutto con la mia prima moto, una


Dopo avervi mostrato l’ intervista di MotoTV, ritorniamo con Pepo Rosell, che ci ha accolto calorosamente nel suo stand, per raccontarci la fantastica storia della sua vita e delle sue moto.

Sempre accanto all’inseparabile moglie Reyes, Pepo tira fuori il lato più romantico della sua professione:

“è cominciato tutto con la mia prima moto, una Ducati monocilindrica 350, che mi ha fatto innamorare di questo marchio, ma solo parecchio tempo dopo sarebbe diventata la mia professione, infatti in origine ero un biologo marino ma non si è rivelata la strada giusta, ed è così che sono entrato a lavorare con le moto, per un dealer Ducati.”


“Ho passato un bel po’ di tempo lavorando per vari dealer spagnoli fino a quando, con alcuni soci aprimmo un’officina di preparazioni, nel quale io ho assunto il ruolo di specialista Ducati. Dopo tante peripezie decisi di intraprendere l’avventura di Radical Ducati, che si rivelò subito una grande sfida, poichè le Ducati 20 anni fa, in spagna, erano davvero rare: 120 circa nell’intero paese! Col passare degli anni l’azienda è cresciuta e i contatti sono aumentati, fino a quando siamo arrivati, nei primi anni del nuovo millennio a sviluppare la RAD-01

Come sta rispondendo l’utenza europea al progetto RAD?

“Ricordo che quando presentammo la RAD-01 per la prima volta, qui al Bike Expo, la gente rimase stupita – mi racconta Pepo divertito -, nessuno si sarebbe mai aspettato uno spagnolo costruttore di moto special Ducati progettate da zero, ma col tempo non solo l’Italia si accorse della RAD e cominciammo a ricevere e-mail e contatti da tutta l’Europa. Per ora siamo attivi concretamente solo in Spagna e in Francia, ma con la RAD-02 siamo pronti a sbarcare negli altri paesi”

Per il 2008 Pepo ha le idee chiare:

“la priorità è assolutamente quella di fornire alcune nostre moto in Italia e nel centro Europa, dove le richieste finora sono state minori. Intanto abbiamo già fornito alcune moto per un team francese che farà correre la RAD nel campionato Supertwin nazionale, e avrà il nostro diretto supporto. Riceviamo ogni giorno centinaia di e-mail da tutte le parti del mondo, e confido in un 2008 ancora in ascesa. Poi continueremo con il Desafìo Twin, il campionato nazionale riservato a proprietari Ducati creato da noi di Radical, e che sta trovando grande riscontro fra i ducatisti spagnoli, che ci regalano sempre gare avvincenti con 30-35 moto in griglia di partenza ad ogni gara, per anni abbiamo guardato con invidia il vostro Desmo Challenge, ma ora siamo orgogliosi del campionato che abbiamo creato.”

Oltre quest’anno le prospettive di Radical Ducati sono ambiziose e ottimiste:

“nel nostro futuro oltre il 2008, cercheremo di affermarci con numeri importanti nei mercati che ancora non abbiamo calcato, prima di tutto quello italiano, dove ci sono preparatori davvero in gamba e soffriamo di più la concorrenza, senza tralasciare l’Europa centrale e del nord, il tutto verrà sempre supportato direttamente da noi; più volte ci è stato chiesto di estendere la nostra rete vendita e assistenza ad altri concessionari ma abbiamo sempre detto no: il cliente deve essere sempre seguito dalle persone che da una vita lavorano con me, ogni RAD deve avere un ‘Pepo -clone’ che intervenga direttamente, questo lo facciamo per avere sempre la massima efficienza e per garantire una qualità mai riscontrabile delegando altre persone che quelle moto non le hanno costruite con le loro mani. E poi… – Sorpresa – stiamo sviluppando la RAD-03!”

Nonostante la mia insistenza, non ha ceduto e non ci ha rilevato altri dettagli sulla futura RAD-03, classificandola come “top secret”

L’entusiasmo che Pepo ha messo nel raccontare la storia della sua creatura, lascia trasparire la passione e la dedizione che rivolge alle sue moto, che sia lui che Reyes, trattano come se fossero le loro figlie.
Questa piccola grande realtà familiare, con i suoi sorrisi e la sua schiettezza sta rendendo davvero grande il motociclismo spagnolo.

Ed è grazie a persone come loro ora, o come Carlo Talamo in passato, che il motociclismo europeo, sotto una coltre di freddi numeri e dati di marketing, ribolle nel brodo primordiale della passione, e tiene caldo tutto il nostro mondo.

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