Home MotoGP, Puig insiste: dopo Rossi, nel mirino c’è il Dovi

MotoGP, Puig insiste: dopo Rossi, nel mirino c’è il Dovi

L’apparenza, si sa, spesso inganna: Puig, sguardo e lineamenti fieri, dimostra più anni di quelli che ha, così come nasconde dietro una maschera severa un sorriso sornione e furbo e una ironia degna di un filosofo…

Compirà 52 anni fra pochi giorni, il 16 gennaio, Alberto Puig, l’ex pilota spagnolo che dal 2018 è stato promosso Team Manager dello squadrone ufficiale Honda-HRC in MotoGP, quest’anno forte dei due piloti più accreditati del mondiale, Marquez e Lorenzo.

L’apparenza, si sa, spesso inganna: Puig, sguardo e lineamenti fieri, dimostra più anni di quelli che ha, così come nasconde dietro una maschera severa un sorriso sornione e furbo e una ironia degna di un filosofo passando da un cupo mutismo a una torrenziale parlantina. Tutto si può dire di lui meno che non sia amante delle sfide, dotato di passione per le corse, di competenza tecnica e agonistica, di capacità per scovare talenti, di motivare i suoi piloti e l’intero staff ai quali dà tutto se stesso e da tutti pretendo tutto.

Fatto sta che Puig, caratterialmente da prendere con le pinze, apparentemente ombroso e fuorviante anche per i suo sguardo problematico, sia quando tace sia quando allunga la lingua, mai lo fa a caso: sempre ha un obiettivo da raggiungere a favore di se stesso e della propria squadra e dei suoi piloti cercando di individuare i punti deboli degli avversari, per indebolirli psicologicamente e fiaccarne le potenzialità.

Poco più di due settimane addietro Puig ha rilasciato a “La Vanguardia” dichiarazioni al vetriolo sul suo ex ”pupillo” Dani Pedrosa (pilota definito “non all’altezza della Honda” nelle ultime stagioni) preparando il terreno – come si suol dire – per “sparare” sul vero obiettivo: Valentino Rossi e il suo entourage accusati di voler condizionare psicologicamente Marquez che: “Piaccia o no è il numero uno. Marc non si preoccupa affatto della corrente di opinione che cercano di generare dall’ambiente di Valentino”. Punto. Anzi, virgola. Perché Puig inaugura il 2019 con un’altra bordata, stavolta spostando – pur se indirettamente – il suo cannone verso la Ducati e i suoi piloti, cioè gli avversari che di più hanno impegnato il binomio MarquezHonda.

MotoGP, Puig insiste: dopo Rossi, nel mirino c’è il Dovi

Con una intervista a Motorsport-Total.com Puig esalta Marquez perché: “riesce a colmare il gap tecnico della moto con il suo talento. Se Marc vince non significa che Honda è la moto migliore. Ci sono stati momenti in cui la Honda non era all’altezza di un campione come lui merita. Ma è sopravvissuto a quei momenti senza lamentarsi”.

Sulle qualità di Marquez non si discute anche se le sue 23 cadute (21 nelle prove!) hanno messo a dura prova la squadra e – diciamola tutta – non è poi che la Honda sia stata la scorsa stagione così … “scarsa”, capaci come sono stati in HRC di recuperare il gap (specie di elettronica) del 2017 e anche nel 2018 di sopperire ad esempio con la migliore guidabilità ecc. alla maggior potenza e velocità della Ducati, moto però – parole dell’ex Jorge Lorenzo – “più alta e larga”, quindi più difficile da portare al limite ecc. Non è questa la sede per una disamina tecnica fra le moto in campo.

Qui si cerca di interpretare il messaggio di Puig. Se il mondiale vinto da Marquez è più frutto delle qualità del pilota che di quelle della Honda ciò significa che gli avversari principali – in primis Ducati – sono stati battuti perché, pur con moto “superiori” (se la Honda è stata inferiore, un’altra moto è stata superiore…), non hanno potuto disporre di piloti adeguati al loro mezzo.

Tradotto: Marquez è il più forte, gli altri – Dovizioso è stato il primo degli sconfitti – non sono alla sua altezza. Conclusione del messaggio… “subdolo”: Ducati non ti illudere, nel 2018 sei stata battuta perché avevi il pilota “inferiore” al pilota Honda e nel 2019 ci sarà il bis avendo Ducati lo stesso Dovizioso quale pilota di punta di fronte a Honda che raddoppia il potenziale con Lorenzo affiancato a Marquez.

Messaggio che punta diritto a Dovizioso con l’obiettivo di … “demoralizzarlo” sapendo che – data la “inferiorità” già dimostrata – parte battuto in partenza anche quest’anno. La risposta della Rossa e del Dovi al “dotto” Puig? Marameo!

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