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Amarcord: Zündapp KS 125

Amarcord: Zündapp KS 125


Un marchio glorioso e indimenticato quello della Zündapp, casa motociclistica tedesca fondata nel 1917 a Norimberga da Fritz Neumayer, dalla Friedrich Krupp AG e dal fabbricante di macchine utensili Thiel con il nome di Zünder und Apparatebau G.m.b.H., per la produzione di detonatori; terminato il conflitto bellico, quattro anni dopo la sua fondazione, iniziò la produzione di motociclette sotto la guida di Neumeyer, nel frattempo divenuto titolare unico della società. Dalla fine degli anni Cinquanta l’azienda tedesca, che aveva precedentemente spostato gli stabilimenti a Monaco, si specializzò nella produzione di moto di piccola cilindrata con motore a due tempi, tra cui le GS (Gelände Sport) destinate alla regolarità e le stradali KS. Queste ultime vennero prodotte fin dal 1960, nelle cilindrate 50, 75, 80 (dal 1981), 100, 125 (dal 1970), 175 (dal 1977) e 350 (dal 1976).

In particolare la 125 venne inizialmente prodotta con il nome di KS Sport e derivata dalla versione di 100 cc con pneumatici e serbatoio di dimensioni maggiori. Nei cinque anni dal 1970 al 1974 ne vennero prodotte quattro serie, con leggeri restyling nel ’72 e nel ’73; successivamente, nel 1974 il serbatoio crebbe di capacità da 12 a 14,2 litri e la ciclistica, ora con telaio nero invece che rosso, venne rivista, ma la vera rivoluzione si ebbe solo nel 1977, con la KS-WK, dove la sigla WK stava per Wasser Kuhler, ossia raffreddamento a liquido, non certo comune sui 125 dell’epoca, così come la frenata a disco. Rispetto al precedente motore ad aria, derivato a sua volta da quello delle GS, si dimostrò molto più affidabile, anche se il passaggio al raffreddamento ad acqua fu dovuto principalmente a esigenze di contenimento delle emissioni inquinanti, dato che il liquido permetteva di utilizzare una miscela aria/benzina più magra evitando surriscaldamenti.

La KS-WK si distingueva esteticamente per il cupolino; altro tratto distintivo era il motore che mantenne comunque l’alettatura attorno al cilindro. Nello stesso anno fu prodotta anche la versione 175, che in realtà aveva una cilindrata effettiva di 163 cc, grazie a un alesaggio maggiorato da 54 ai 62 mm. Proprio perché derivato dalle moto da competizione, il motore della KS aveva una discreta potenza di 17 CV a 7.700 giri e una coppia di 1,6 kgm a 7.400 giri e poteva vantare dimensioni quadre (54×54 mm per 123,6 cc) e superquadre (il 175) che consentivano di girare abbastanza in alto.

Amarcord: Zündapp KS 125
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L’alimentazione era affidata a un carburatore Mikuni VM 28 SS, il cambio era a cinque rapporti, l’accensione elettronica CDI e la velocità massima dichiarata di 120 km/h. Anche la ciclistica non era disprezzabile, con un telaio a doppia culla chiusa in tubi tondi di acciaio piuttosto robusto. Oltre al disco anteriore Brembo di 260 mm con pinze Grimeca, abbinato al tamburo posteriore di 160 mm, la dotazione comprendeva una forcella anteriore da 32 mm e dietro due ammortizzatori Koni regolabili nel precarico.

I cerchi, in lega, erano entrambi da 18, con pneumatici 2.75 davanti e 3.25 dietro. Infine il peso era piuttosto contenuto: solo 107 kg a secco dichiarati (poco più di 110 quelli effettivi), il che faceva della KS una moto dall’impennata piuttosto facile. Le colorazioni proposte erano inizialmente rosso o verde, almeno sulla prima serie del 1977.

Nel 1979 ci fu un piccolo restyling che interessò in particolare la ciclistica: l’impianto frenante adottò un disco da 280 mm e pinze Brembo, la forcella, ora marchiata Marzocchi e non più prodotta dalla stessa Zündapp, passò da 32 a 35 mm, gli ammortizzatori posteriori guadagnarono la regolazione idraulica, mentre a livello estetico la colorazione silver sostituì quella verde. Questa fu l’ultima Zündapp prodotta prima della chiusura degli stabilimenti nel 1984 e il successo di questo modello fu davvero enorme tra i giovani ben oltre questa data. La KS divenne presto oggetto di culto e di moda, nonostante, anzi forse proprio per quello, un prezzo non proprio popolare di 2.100.000 lire.

Amarcord: Zündapp KS 125
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Per capire i motivi di questo successo occorre tornare indietro proprio alla prima metà degli anni Ottanta, in quella “Milano da bere” dove stava esplodendo un fenomeno giovanile che oggi fa sorridere ma che all’epoca scomodò sociologi e intellettuali. Fin dal 1966 in Italia le Zündapp erano importate da una nota ditta nonché officina milanese. Ovvio quindi che a Milano si vedesse il maggior numero di Zündapp, che divenne ben presto la moto preferita dai “paninari” e davanti al Burghy di Piazza San Babila nei primi anni Ottanta se ne contavano parecchie.

Il successo di questo modello, da sfoggiare rigorosamente senza il cupolino, proseguì ben oltre la chiusura della fabbrica. Le quotazioni dell’usato difficilmente scendevano sotto ai due milioni e anche se la KS fu ben presto superata nelle prestazioni dalle 125 di successiva generazione marchiate Honda, Gilera, Aprilia, ecc., rimase un modello molto ricercato fino ai primi anni Novanta e oggi le sue quotazioni possono arrivare anche a 2.000 euro. Ma la KS non fu solo un oggetto di moda; il suo affidabile motore venne infatti utilizzato anche da Laverda per la sua LZ 125, ma questa storia ve la racconteremo molto presto… Se intanto avete una moto o anche un ciclomotore che vi sono rimasti nel cuore e volete raccontarci la vostra storia, mandate una mail a [email protected] allegando se possibile qualche vostra immagine d’epoca.

Amarcord: Zündapp KS 125
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