Home Test e cadute, colpa della gomma fredda o della… “testa calda” di piloti e Team?

Test e cadute, colpa della gomma fredda o della… “testa calda” di piloti e Team?

Perché i piloti si fanno male nei test pre campionato e negli allenamenti privati?

La recente caduta sul circuito di Valencia che ha causato la frattura della clavicola destra di Fabio Di Giannantonio, uno degli astri nascenti della Moto3, ripropone l’interrogativo sui rischi dei test a ridosso della stagione agonistica. Altri piloti (non solo della Moto3) hanno subito lo stesso spiacevole inconveniente della caduta “invernale” e altri ne seguiranno fino all’inizio del Motomondiale e dei vari campionati. Sono le corse, si dirà. Vero.

Aggiungendo che i piloti sono come i … gatti, con “sette vite”, comunque senza che tali cadute lascino il segno, nel fisico, nel morale, nella mentalità del corridore. E questo è vero, anche se non sempre e non per tutti, perché le cadute non fanno mai bene a nessuno e impongono (sempre) un periodo di recupero per tornare in piena forma sia sul piano fisico che su quello mentale.

Perché si cade? Bella domanda. Perché quando un pilota sale su una moto da corsa – in primis su una prototipo Grand Prix – affronta sempre una situazione “a rischio”, specie quando ancora nel letargo invernale prova i prototipi con soluzioni inedite (di telaio, motore, assetti ecc.), e soprattutto perché in pista non si va mai per un giro turistico bensì per avvicinarsi il più possibile al limite. Solo cercando quel limite si verificano i limiti e si ottiene la messa a punto ottimale del mezzo, altrimenti “perfetto”.

Nel motociclismo odierno, anche nella fase invernale piloti e Team – ovviamente in modo del tutto diverso – non smobilitano, sono attivamente impegnati e quando si ritrovano nei circuiti per i primi test in vista della nuova stagione agonistica sono già “a posto”.

Ma “quanto” sono effettivamente a posto? Non c’è solo da familiarizzare con situazioni di solito sempre nuove, da ritrovare il ritmo… racing, da sgrezzare il tutto. C’è sempre – pur in una calma e relax apparenti – quel clima di tensione e di frenesia per fare subito “bene” perché – tant’è si dica il contrario – tutti a fine giornata guardano febbrilmente il cronometro in quanto solo quello fa testo.

Tuttavia, pilota e Team, non hanno ancora quella “tensione” adeguata che di solito aiuta a non sottovalutare niente e a non commettere errori. In temperatura non deve andare solo la gomma ma anche il pilota e tutta l’equipe che lo assiste.

Sicuramente, nella fase finale dei test di Valencia per le ultime prove di assetto, l’high side di Fabio Di Giannantonio è stato causato dalla gomma fredda. Capita. Sarebbe ugualmente accaduto nelle concitatissime qualifiche di una gara, ben più rischiose ma con una ben diversa tensione (e attenzione…) di tutti?

Per carità, qui non si vuol criticare nessuno, né tanto meno mettere la croce addosso al pilota e al Team. Fatto sta che non è la prima volta (neppure per il “povero” Fabio – do you remember la gran botta nei test Moto3 di tre anni fa al Mugello?) che la gomma fredda produce danni, spesso perché il pilota parte dai box tirato come fosse nell’ultimo giro di gara in cui si gioca il podio mentre è solo l’ultimo giro utile di un test invernale giunto al termine.

Sono gli incerti del “mestiere”. Quanti piloti si sono fatti male in questi tipi di Test pre campionato o addirittura in allenamenti privati su moto da cross, bici mountain bike, footing ecc.? Il motociclismo odierno non concede pause, tanto meno permette che piloti e moto (e Team) si presentino impreparati alla prima gara della nuova stagione agonistica. Tutti devono essere “in tiro” e “in palla”, in grado di esprimere tutto il potenziale umano e tecnico a disposizione.

Il limite del pilota sta nel prendere spesso un po’ alla leggera allenamenti e test, sottovalutandone i rischi. Il pregio sta nella capacità del pilota di recuperare – di solito in tempi estremamente limitati – i danni fisici e mentali di un incidente, dimenticando quasi completamente l’accaduto. Avanti con i Test, dando il massimo. Ma con la massima… attenzione!

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