Home Moto3, Nicolò Bulega sbarca nel mondiale 2016 con la corona iridata del “mondialino”

Moto3, Nicolò Bulega sbarca nel mondiale 2016 con la corona iridata del “mondialino”

Nicolò Bulega ha conquistato il primo titolo Moto3 nel “Mondialino” FIM CEV Repsol 2015

Missione compiuta, dunque, per Nicolò Bulega, primo vincitore su Ktm del Cev “mondialino” Moto3 dopo una stagione di altissimo livello tecnico, ricca di colpi di scena, con un giovanissimo italiano che piega l’armata spagnola e le promesse di mezza Europa.

Non torniamo sulla cronaca degli ultimi due infuocati round di ieri a Valencia già trattata da Motoblog se non per ribadire che il 16enne campioncino del Team Sky-VR46 di Valentino Rossi ha dimostrato di saper gestire magistralmente (mix di baionetta in canna e pallottoliere da ragioniere) il grande potenziale di cui dispone: gare disputate sempre nella bagarre di testa, 7 podi, nessun zero, la prima stupenda vittoria di Jerez, il filotto di giri veloci, la ciliegina del bel debutto iridato della scorsa settimana sempre a Valencia parlano da soli.

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Nicolò, nel suo primo anno del debutto internazionale, non ha avuto vita facile trovandosi a misurarsi con una covata di “giovani leoni” di diverse nazionalità, con in testa due super tosti quali Aron Canet (quattro vittorie) e Albert Arenas (tre vittorie), comunque piegati dopo duelli avvincenti e anche dopo l’altalena del gioco della dea bendata che ha distribuito “equamente” i suoi interventi.

La svolta del campionato è giunta a Jerez quando scrivevamo su Motoblog: “… a Jerez Nicolò detta le danze, rifiuta il ruolo di succhiaruote e fa la lepre, dà (gran) battaglia dosando cuore e testa, inghiotte cronometro e pista menando fendenti, vince e convince con la ciliegina del giro record della pista Moto3 (1’48.2). Insomma un pilotino (si fa per dire) sul binario della maturità agonistica, coi piedi per terra pur sguaiatamente discolo, senza timori reverenziali, con quel tocco da artista-affabulatore capace di esaltare persino gli spagnoli sugli spalti e di far prendere un quasi coccolone a sua babbo nascosto nel box, l’ex driver …“da pelo” Davide Bulega. Tant’è.

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Anche prima di Jerez Nicolò si era fatto largo nel ginepraio di questi “giovani leoni” dai cento dialetti con il pallino della velocità, piloti poco più che sorridenti bambini (senza la tuta e il casco) ma fierissimi guerrieri in sella a queste filanti e raffinatissime (e costosissime) MotoGP in miniatura. Nicolò, dopo il via vai sul secondo e sul terzo gradino del podio ad inizio e a metà stagione, aveva già annusato il trionfo nel precedente sesto round stagionale di Navarra giungendo a un soffio dalla vittoria, secondo in volata, dopo una corsa da “vado-l’ammazzo-e-torno”.

E adesso? Per Nicolò Bulega – così come per Canet, Arenas, Mir e altri giovanissimi italiani – si aprono le porte del mondiale “vero”, quello della Moto3 “senior” 2016, sempre con le Ktm ufficiali del Team di Rossi, in squadra con gente del calibro di Fenati e Migno. Per Nicolò si tratta di un salto a tempo pieno nella “fossa dei leoni” dal sapore di una scommessa ma il 16enne romagnolo di San Clemente a due passi dal circuito di Misano ha già dimostrato di non avere timori reverenziali e di saper gestire “da grande” la pressione dei momenti bollenti.

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Il problema vero, caso mai, sarà quello di gestire tre galletti nello stesso pollaio: è evidente che, senza nulla togliere al valore e alle chance di Fenati e Miglio, un exploit vincente di Bulega nel motomondiale Moto3 2016, farebbe saltare il banco, modificando tutti i parametri del gioco e ponendo Nicolò nel ruolo super ambito del futuro sostituto di Valentino Rossi in MotoGP.

Corriamo troppo? Forse, ben sapendo che le ruote del motociclismo girano forte e, spesso, a modo loro. Ma non c’è dubbio che Nicolò Bulega ha dimostrato fin qui doti straordinarie di guida e di possedere anche quel phisique du role e quel pizzico di estrosità necessarie per quella leadership che solo i grandi campioni hanno, alimentando l’immaginario collettivo. Anche se ancora poco più di un ragazzino, Nicolò sa quel che lo aspetta davanti e sa quel che deve fare. La via è (ben) tracciata: basta proseguire con lo stesso passo. Avanti tutta, Nicolò, con la stessa dedizione e la stessa umiltà di sempre.

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