Home Special d’autore: BMW K 1600 GTL Juggernaut by Hot-Dock Custom Cycles

Special d’autore: BMW K 1600 GTL Juggernaut by Hot-Dock Custom Cycles

La BMW K 1600 GTL Juggernaut realizzata da Keiji Kawakita di Hot-Dock Custom Cycles, una delle due protagoniste del progetto Ignite Straight Six di BMW Motorrad Japan.

Tempo fa vi abbiamo svelato le due creature made in Japan del progetto Ignite Straight Six promosso dalla filiale nipponica di BMW Motorrad e affidato a Kenji Nagai e Keiji Kawakita. È tempo ora di raccontare qualcosa di più su queste moto, iniziando dalla più eccentrica Juggernaut, realizzata da Keiji di Hot-Dock Custom Cycles.

Iniziata senza l’ausilio di alcun disegno tecnico, l’opera di Keiji Kawakita è all’insegna del neo-futurismo. Grande fan del film ”20.000 Leghe Sotto i Mari”, il costruttore di Tokyo vinse il contest S&S Cycle 50th Anniversary Build Off nel 2008 con la StG Nautilus, anch’essa ovviamente ispirata al romanzo di Jules Verne, con la quale giunse nello stesso anno anche secondo nella classe Freestyle del AMD World Championship.

Con la Juggernaut ha voluto sviluppare lo stesso concetto, seguendo la sua filosofia e cercando di esaltare look e piacere di guida riducendo ai minimi termini l’equipaggiamento. Compito non facile visto il complesso sistema di controllo elettronico del K 1600 GTL, gestito da ben sette computer di bordo che controllano, tra le tante funzioni, il faro anteriore adattivo, le tre mappature dell’iniezione, il sistema ESA per la taratura delle sospensioni, l’assetto, il controllo di trazione, l’ABS e il sistema di assistenza alla partenza in salita.

05_BMW_K1600GTL_Juggernaut

Eliminarne anche una piccola parte significherebbe perdere la funzionalità del motore e di altri sistemi vitali. Non volendo rinunciare a nessuna di queste funzioni, Keiji rimuove interamente la carrozzeria, per iniziare il suo lavoro.

Mantenuti telaio e sospensioni di serie, tutte le parti che li rivestono sono realizzate a mano, utilizzando tubi e pannelli in alluminio per rimodellarne la linea. Pannelli battuti in alluminio, rinforzati da nervature e sostenuti da un esoscheletro tubolare, donano alla Juggernaut un look tra il militare e il post-atomico, enfatizzato dalla verniciatura grigio opaco, quest’ultima ispirata agli aerei “invisibili” Stealth, che riveste anche il motore.

Le uniche modifiche concesse al propulsore sei cilindri sono un filtro aria Run-Max e uno scarico Afterburner di Hot-Dock. Completano l’opera steampunk su due ruote una dozzina di manometri in ottone che richiamano il mondo dei sommergibili e sono un omaggio a Sir William Herschel, astronomo britannico di origine tedesca vissuto alla corte di Re Giorgio IIIche avvistò per la prima volta il pianeta Urano nel 1781.

Ultime notizie su Varie

Varie

Tutto su Varie →