Home A Tokyo “conclave” senza cardinali. Dov’è il “progetto” anticrisi della MotoGp?

A Tokyo “conclave” senza cardinali. Dov’è il “progetto” anticrisi della MotoGp?

E’ la solita storia del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. A Tokyo si è tenuto ieri l’atteso meeting dei rappresentanti delle Case impegnate nella MotoGP. E questo è bene. Ma è nel “merito” che i conti non tornano. Basta mettersi attorno ad un tavolo i primi di gennaio per prendere atto della grave crisi

E’ la solita storia del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. A Tokyo si è tenuto ieri l’atteso meeting dei rappresentanti delle Case impegnate nella MotoGP. E questo è bene.

Ma è nel “merito” che i conti non tornano. Basta mettersi attorno ad un tavolo i primi di gennaio per prendere atto della grave crisi economica generale e annunciare l’esigenza di concordare future decisioni per ridurre i costi della categoria regina delle corse motociclistiche?

Quanto meno risulta evidente la poca lungimiranza del management delle varie Case (nessuna esclusa) rispetto alla tenaglia della crisi che non poteva (e non può) non stringere anche l’industria motociclistica e conseguentemente anche la punta avanzata rappresentata dalle competizioni. Non solo.

Un meeting come quello di Tokio è come un conclave senza cardinali. O con i cardinali più “papabili”, assenti.

Senza la presenza della Fim e soprattutto senza la Dorna, (assenti pure i Team), la discussione rischia di avvitarsi su se stessa, di essere solo una esercitazione culturale. O un modo come un altro per far dire ai costruttori: “comunque abbiamo presente il problema e vedremo cosa fare in futuro”.

In definitiva un atteggiamento attendistico, quasi passivo, se non addirittura uno scaricabarile.

Ma qui sta il nodo. Quale futuro ha la moto Gp oggi? C’è un futuro per questa MotoGp e per “questo” motomondiale così concepito e gestito?

Se si continua a pestar l’acqua nel mortaio, i nodi stringeranno ancora di più e i mali attuali si incancreniranno, con le prevedibili conseguenze catastrofiche.

Non fa male discutere di freni in carbonio, di mille diavolerie tecniche e tecnologiche, di sforbiciata nel calendario, di riduzione dei test, di motori che durino di più e così via. L’impressione, però, è che si voglia metter mano qua e là su mille particolari per lasciare tutto com’è e affidarsi alla … dea bendata.

La questione di fondo è una sola: manca in chi tira le fila (Dorna, ma anche Case, Team, Fim) l’idea guida, il “progetto” per affrontare alla radice i mali della MotoGp e rilanciare il motomondiale su basi innovative, riportando al centro le “corse” in quanto tali e non solo il “business” fine a se stesso.

Una strada non impossibile. Ma oggi difficilmente percorribile se chi comanda è la Dorna, per la quale la MotoGp è “solo” il suo business. Cioè una vacca da mungere.

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