MotoGP. Pedrosa in pole "brucia" Rossi e Lorenzo. Solo settimo Stoner
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Se le gare fossero sempre come queste qualifiche di Sepang la MotoGP sarebbe davvero incandescente.
Prima mezz’ora buttata via per pista a chiazze, più bagnata che asciutta. Poi il caldo umido allontana i nuvoloni e fa filtrare qualche raggio di sole e tutti in pista a tirare, prima con le intermedie, poi con le slik e infine a “rottadicollo” a giocarsi la griglia con le supergomme da tempo.
Gli ultimi cinque minuti sono straordinari e gli ultimi due da incorniciare. Alla fine è Dani Pedrosa, determinatissimo, a far schioccare la frusta: 2’01.548, gran tempo, scavalca un Rossi quasi invredulo (2’01.957), ed è pole!
Solamente lo spagnolo e il pesarese scendono sotto il muro del due zero due. Tant’è che Jorge Lorenzo, comunque ottimo sull’asciutto, deve “accontentarsi” di chiudere la prima fila: 2’02.171.
Anche la seconda fila è caldissima con Hayden quarto (2’02.192), Edwards quinto (2’02.245) e un indomabile Dovizioso sesto (2’02.836).
E Stoner? E’ primo della … terza fila. L’australiano sbaglia i “tempi”, rientra ai box proprio allo scadere dei due minuti e non riesce a migliorarsi, (2’02.953) lasciandosi sfilare da ben sei avversari. Il campione del mondo è apparso un po’ “demotivato”. Nella prima mezz’ora di prove ha fatto solo 5-6 giri e, pur con qualche ottimo flash negli ultimi 5 minuti, non è sembrato, a differenza di altre occasioni, con la baionetta in canna.
Dopo Stoner c’è Capirossi (2’03.078), che apre la fila dei piloti sopra il due e zero due . De Puniet chiude la terza fila e Hopkins chiude la top ten. Quindi Vermeulen, Toseland, West, Melandri, Nakano.
Ricapitolando. In prima fila una Honda (Pedrosa) e due Yamaha diversamente gommate (Rossi e Lorenzo). In seconda fila (tutta Michelin), una Honda (Hayden), una Yamaha (Edwards), una Honda (Dovizioso).
Quando non c’è il “disturbo” della Ducati di Stoner, è una storia fra moto giap. Ovvio, ma da rimarcare perché avvalora la Ducati e il suo ruolo come straordinaria “guastafeste” della MotoGP.
Ci sono le premesse per una corsa combattuta. Ma il pallino è in mano a Giove pluvio. Che da quelle parti è molto volubile.
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