MotoBlogger: La prima volta in pista di… giorgiogasss
Il nostro giorgiogasss ha risposto alla grande all’iniziativa MotoBlogger per l’Estate 2008 inviandoci un articolo molto bello.Ricordo ancora quel giorno: lo sognavo da settimane, da mesi. Una fredda sera di gennaio ero nel box a pulire la mia amata Yamaha RD350LC quando, guardando i poster del mio mito Wayne Rainey, decisi che dovevo fare il
Il nostro giorgiogasss ha risposto alla grande all’iniziativa MotoBlogger per l’Estate 2008 inviandoci un articolo molto bello.
Ricordo ancora quel giorno: lo sognavo da settimane, da mesi. Una fredda sera di gennaio ero nel box a pulire la mia amata Yamaha RD350LC quando, guardando i poster del mio mito Wayne Rainey, decisi che dovevo fare il grande passo! Una moto sportiva non poteva restare confinata su delle strade trafficate, doveva trovare la sua dimensione nell’ambiente a lei più congeniale: la pista! E che pista!
Fortuna vuole che abitassi a 15 km dall’Autodromo Nazionale di Monza, il Tempio della Velocità; una pista vecchia, poco tecnica se vogliamo, ma solo a nominarla un brivido corre lungo la schiena. Un circuito intriso di storie di campioni, di trionfi e di tragedie; una pista dove fino a pochi anni prima (1987) aveva corso anche quello che allora si chiamava Motomondiale con le sue formidabili belve di 500cc a 2 tempi!
E Rainey era per me il numero 1 di questa categoria, senza nulla togliere ai vari Spencer, Lawson, Gardner, Schwantz e Doohan, ma ci potremmo mettere tranquillamente il nostro Luca Cadalora. Che tempi! Decisi così che anche io sarei entrato in pista a girare “con quelli che vanno forte e fanno il Curvone in pieno”, Cupido aveva scagliato la freccia e aveva colpito me!
Il primo passo fu acquistare la tuta in pelle, “per essere più sicuro quando vado in strada, mamma”; “ah sì, e come mai quando torni dai tuoi giretti tranquilli hai le saponette sempre più consumate??” – quante volte questo gioco delle parti e quanti rosari recitati da quella povera donna ogni volta che mi vedeva uscire o mi sentiva sfrecciare sulla superstrada non lontana dalle finestre di casa? Il secondo passo fu studiarsi a memoria tutte le date dei turni in pista, calcolare il meteo, l’oroscopo e persino l’influenza astrale in modo che Il debutto fosse più che perfetto.
Terzo passo: la preparazione della moto: affidata alle sapienti mani dell’amico meccanico che ogni volta me la restituiva un po’ più veloce, un po’ più a posto coi freni e le sospensioni, un po’ più mia per farla breve. Quarto passo: da non imitare, l’allenamento alle alte velocità, svolto rigorosamente su strade aperte al traffico, quanti rischi ma l’adolescenza fa fare le peggior cose.. Quinto passo: mettere da parte i soldi che per uno studente non è impresa da poco ma, si sa, la passione muove anche le montagne..
E si arriva così al gran giorno, ovviamente notte in bianco a ripassare la pista, le curve, le marce, guardare le videocassette del Trofeo Yamaha per vedere come guidano i piloti veri… l’agitazione, la paura di sbagliare, il terrore di cadere e distruggere la moto… quanti pensieri, sudori freddi, impazienza, la voglia che questa notte passi in fretta e arrivi l’ora dell’ingesso in pista!
Di corsa, nel vero senso della parola, verso Monza; gli amici son già là in tribuna per vedere come giro, uno con la macchina fotografica, uno con la videocamera ed il terzo con il cronometro….Io mi sarei accontentato anche dei primi due soltanto…
Prenotato il turno l’agitazione sale, comincio a sudare e non per il sole cocente che splende e che regala un arcobaleno fantastico grazie ai mille colori delle moto: ragazzi, ci siamo, sto per coronare il mio sogno. Ad un certo punto… bandiera rossa, due piloti si son toccati e sono caduti, fortunatamente niente di grave per loro, le moto… meglio non pensarci!
“E se capita a me?” mi chiedo. “Pazienza, io cercherò di fare tutto per benino poi…. vada come vada, sicuramente mi divertirò!”
Sempre più sudato nella mia tuta immacolata il commissario ci chiama al cancello di ingresso pista – “stai tra gli ultimi così ora che i primi ti prendono fai qualche giro tranquillo” – mi avevano detto; io assimilo tutto e mi metto in seconda posizione, un genio!
Finalmente quel cancello tanto sognato si apre, le moto si accendono, l’odore degli scarichi ti entra in circolo e tu entri in un’altra dimensone, stai calcando l’asfalto dove hanno corso i tuoi idoli! Un giro per scaldare le gomme e poi gasss, al diavolo le raccomandazioni, la prudenza, le paure; senza fare pazzie provo a fare ciò che ho sempre fatto in mezzo alle auto e scopro che, con un impegno 10 volte inferiore, riesco ad andare 10 volte più forte, potenza della pista!
I giri passano, si sorpassa, si viene sorpassati, ci si ingarella con quello che va più o meno come te, si piega sempre di più, la velocità è fantastica accucciati in carena; le pedane strisciano, le carene toccano: ma questo è il paradiso in terra!
Tre giri, quattro, cinque, la stanchezza e la NON abitudine alle alte velocità cominciano a farsi sentire: conviene calare il ritmo ripensando al Tigrotto ed al Leoncino che fanno il giro a fine turno e tornano ai box carichi…. quand’ecco che compare la bandiera a scacchi: ho vinto, come Rainey!!!
Ah no, è solo la fine del turno, non ho vinto niente, gli amici non mi comunicano nemmeno i tempi; le foto rendono un po’ di giustizia a quelle gommine consumate e coi truciolini sulle spalle, una piccola soddisfazione da mostrare al resto della combriccola la sera! E’ andata bene, non sono caduto, ho tirato la moto a manetta, ho piegato tutto quello che potevo piegare, ho vinto qualche “duello” ma, soprattutto, qualcuno “di quelli che va forte” mi dice: “Complimenti, ti ho visto bene all’ingresso dell’Ascari”: mi basta, oggi ho vinto io!
Questa è stata la mia prima volta in pista: ti riconosci in questo racconto oppure a te è andata diversamente?
scritto da giorgiogasss