Zongshen Cyclone RA1000: la naked che arriva in ritardo

Zongshen presenta la Cyclone RA1000: naked 996 cc da circa 106 CV, 95 Nm e 225 kg a secco. Design massiccio con forcellone monobraccio e pneumatico 240 mm.

Zongshen Cyclone RA1000: la naked che arriva in ritardo
M V
Massimiliano Vetrone
Pubblicato il 2 dic 2025

La Zongshen si presenta sul mercato con la nuova Cyclone RA1000, una naked sportiva che rappresenta un’audace evoluzione delle sue ambizioni globali. Questo modello incarna una visione precisa: ereditare il V twin dalla celebre Aprilia Shiver 900 e trasformarlo in una creatura muscolosa da 996 cc e 106 CV. Con un peso dichiarato di 225 kg, uno pneumatico posteriore impressionante da 240 mm e un caratteristico forcellone monobraccio dal sapore Diavel, la moto arriva però in un contesto che si muove a velocità vertiginosa. Il panorama motociclistico cinese evolve rapidamente, con competitor come CFMoto e Kove che accelerano costantemente il ritmo dell’innovazione, creando uno scenario competitivo sempre più sfidante.

Le fondamenta tecniche della Cyclone RA1000 sono indubbiamente solide e ben strutturate. Il motore a due cilindri elaborato raggiunge una coppia massima di 95 Nm già a 6.500 giri al minuto, una caratteristica che promette consegne di potenza generose e lineari. Le performance dichiarate toccano i 235 chilometri orari, cifre che collocano la moto in una categoria di rispetto. Dal punto di vista estetico, il forcellone monobraccio associato all’imponente gomma posteriore comunica un’aggressività visiva controllata e consapevole, elementi che evocano chiaramente il linguaggio delle naked di fascia medio-alta internazionale. Tuttavia, i 225 kg scarichi rappresentano un compromesso dichiarato tra le aspirazioni sportive e le necessità di comfort stradale, un equilibrio che non sfugge agli occhi più esperti e attenti.Il momento del debutto coincide con una trasformazione radicale del settore asiatico. Negli ultimi tre anni, i costruttori cinesi hanno rivoluzionato i loro cicli di aggiornamento, comprimendo gli intervalli tra le novità da anni a mesi. La Cyclone RA1000 si trova così a confrontarsi con rivali che hanno già metabolizzato pienamente le lezioni sulla potenza, sull’elettronica sofisticata e sul design innovativo. Questa sfasatura temporale rappresenta indubbiamente il principale handicap della proposta di Zongshen, uno svantaggio che non può essere sottovalutato in un mercato così dinamico e esigente.

Le scelte tecniche della moto rivelano una strategia consapevole ma cauta. L’elaborazione del motore mira a posizionare il veicolo in segmenti più ambiziosi, senza compromettere il comfort e la praticità d’uso quotidiano. È un approccio che premia la versatilità e la riconoscibilità visiva, sebbene penalizzi inevitabilmente l’impatto innovativo in un contesto dove le aspettative si rinnovano costantemente.

Rimangono significativi i vuoti informativi intorno al lancio ufficiale. Prezzi, tempistiche di commercializzazione europea e certificazioni omologative non sono stati comunicati con la chiarezza necessaria. Questo divario informativo è tutt’altro che marginale: i costruttori cinesi hanno costruito il loro successo proprio sull’aggressività commerciale e su rapporti qualità-prezzo vantaggiosi, fattori sui quali il silenzio di Zongshen suona ambiguo e preoccupante. Ancora più cruciale sarà la capacità di allestire una rete di assistenza internazionale robusta e affidabile.

Il pubblico degli appassionati rimane diviso nettamente nelle valutazioni. Chi apprezza le naked massicce e il carattere della cilindrata generosa vede nella Cyclone RA1000 un’opportunità autentica: motore generoso, estetica marcata e componentistica affidabile. I critici, invece, osservano che la moto arriva in ritardo e fatica a distinguersi su performance pure e innovazione tecnologica.

La mossa di Zongshen rappresenta un tentativo serio di rivendicare il segmento delle maxi naked nel mercato cinese, ma la partita si gioca interamente sulla velocità di risposta aziendale: aggiornamenti rapidi, posizionamento competitivo di prezzo e strutture di supporto globale costituiranno i veri parametri di giudizio. La domanda cruciale rimane: basteranno l’immagine e la sostanza tecnica per conquistare una clientela in rapida evoluzione, o serviranno interventi più radicali per stare al passo con i concorrenti?

 

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