RM-Z1000 trasforma una GSX-R1000 in una supermoto estrema
Un artigiano polacco innesta un motore GSX-R1000 su telaio hill climb: la RM-Z1000 raggiunge 190 bhp, pesa 150 kg wet e usa componenti supermoto e radiatore CBR1100XX.
Nel panorama delle due ruote custom, ogni tanto emerge un progetto capace di riscrivere le regole del gioco e di far parlare di sé per audacia tecnica e visione fuori dagli schemi. È il caso della RM-Z1000, una moto che incarna l’incontro tra potenza estrema e ingegneria artigianale, ridefinendo i limiti di ciò che è possibile ottenere con una base sportiva. Dietro questa creazione rivoluzionaria c’è Daniel, un costruttore polacco che ha saputo trasformare una delle icone delle superbike giapponesi in un bolide senza compromessi, capace di entusiasmare e sorprendere anche i motociclisti più esperti.
I numeri che definiscono la RM-Z1000 sono già di per sé impressionanti: un peso di soli 150 kg, una potenza massima di 190 bhp e un cuore pulsante costituito dal motore della leggendaria GSX-R1000. Questa ricetta tecnica ha dato vita a una moto che, secondo chi ha avuto il privilegio di provarla, offre accelerazioni e sensazioni di guida fuori scala, difficilmente inquadrabili negli standard delle due ruote tradizionali. Non si tratta semplicemente di una moto da pista o di una naked esasperata: la RM-Z1000 nasce con l’ambizione di fondere la grinta di una superbike alla leggerezza e all’agilità di una moto da fuoristrada, dando vita a una nuova specie meccanica.
La chiave di questa trasformazione radicale risiede nella ricerca di un rapporto peso-potenza senza precedenti. Per raggiungere questo obiettivo, Daniel ha lavorato in modo certosino sulla riduzione della massa, alleggerendo la base della GSX-R1000 di oltre 45 chilogrammi rispetto alla versione originale. Il motore, con la sua cilindrata di 988 cc, è stato mantenuto intatto ma reso ancora più esplosivo grazie all’adozione di nitrous oxide, una soluzione che consente di sprigionare cavalli supplementari quando serve, rendendo la guida un’esperienza a dir poco adrenalinica. Il risultato è una moto pensata per hill climb, percorsi aperti e tutti quei contesti in cui la ricerca della prestazione pura e dell’accelerazione bruciante diventano il fulcro dell’esperienza di guida.
Il lavoro di ingegnerizzazione che ha portato alla nascita della RM-Z1000 si è spinto ben oltre la semplice modifica estetica o la sostituzione di qualche componente. Il telaio, realizzato su misura, prende ispirazione dall’universo delle competizioni verticali, offrendo una rigidità e una geometria studiate per gestire l’enorme potenza generata dal quattro cilindri giapponese. Le sospensioni e le ruote sono state scelte attingendo al mondo supermoto, con elementi provenienti da una KTM 525 SMR, capaci di offrire una maneggevolezza e una reattività di livello superiore rispetto alle soluzioni tradizionali. A completare il quadro, il radiatore della Honda CBR1100XX Blackbird, selezionato per la sua capacità di garantire un raffreddamento efficiente anche nelle condizioni più estreme.
Questa filosofia “no brand” rappresenta una dichiarazione d’intenti: ogni componente della RM-Z1000 è stato scelto esclusivamente per la sua funzione, senza pregiudizi di marchio o provenienza. È un approccio pragmatico, in cui l’efficacia e la performance prevalgono su ogni altra considerazione. Dal punto di vista tecnico, la trasmissione è stata completamente rivista: pignoni maggiorati e un rapporto finale personalizzato permettono di sfruttare ogni Nm di coppia erogato dal propulsore, rendendo la risposta al gas immediata e coinvolgente. Lo stesso Daniel descrive la guida della sua creazione come “indescrivibile”, dove accelerazione e trazione diventano protagonisti assoluti di una guida intensa e immersiva.
Tuttavia, tanta creatività e potenza portano con sé anche interrogativi importanti. Temi come l’omologazione, la sicurezza strutturale e l’affidabilità di una ciclistica progettata per sopportare 190 bhp sono questioni che rimangono aperte. La gestione termica, la robustezza dei giunti meccanici e l’efficacia dell’impianto frenante diventano elementi critici, soprattutto quando si superano i limiti per cui i componenti originali erano stati concepiti. In questo senso, la RM-Z1000 rappresenta una sfida continua non solo per chi la guida, ma anche per chi la costruisce e la sviluppa.
La scelta di utilizzare il motore della GSX-R1000 K4 non è casuale: si tratta di una delle unità più iconiche del mondo delle superbike, famosa per la sua testata riprogettata, le valvole in titanio e i pistoni forgiati. Recuperare un propulsore così raffinato per un progetto custom significa rendere omaggio a una delle epoche più innovative della storia delle moto sportive, ma anche affermare con forza la propria volontà di eccellere sul piano tecnico e prestazionale.
Per chi volesse seguire l’evoluzione di questa incredibile creazione, Daniel documenta costantemente il suo lavoro su Instagram e TikTok. Attraverso foto, video e dimostrazioni di guida, condivide non solo il processo costruttivo, ma anche le performance su strada della RM-Z1000, offrendo agli appassionati uno sguardo privilegiato su una delle moto più estreme e affascinanti mai realizzate nel panorama custom europeo.