La prima moto elettrica General Motors? Il brevetto svela tutto

GM deposita un brevetto per un motociclo elettrico scrambler con batteria centrale e motore nel mozzo posteriore.

La prima moto elettrica General Motors? Il brevetto svela tutto
M V
Massimiliano Vetrone
Pubblicato il 3 dic 2025

General Motors ha deciso di fare il suo ingresso nel mercato delle due ruote elettriche con un progetto ambizioso e ben strutturato. Il 6 maggio 2025, presso l’USPTO, la casa automobilistica americana ha brevettato uno scrambler elettrico che rappresenta una dichiarazione d’intenti molto chiara verso un segmento di mercato in rapida espansione. Questo veicolo, ancora protetto a livello di proprietà intellettuale, incarna una visione strategica del futuro della mobilità leggera, trasportando nel mondo delle due ruote le competenze accumulate da GM nel settore dei propulsori e delle batterie elettriche.

Il progetto depositato descrive nel dettaglio uno scrambler caratterizzato da soluzioni tecniche già consolidate e testate nel settore automobilistico tradizionale. Tra le componenti principali troviamo un faro anteriore moderno, una forcella con cartuccia interna sofisticata, un ammortizzatore posteriore robusto, sistemi frenanti affidabili e comandi ergonomici al manabrio. Questa configurazione suggerisce chiaramente una destinazione d’uso stradale, rivelando come GM intenda trasferire le proprie conoscenze nel campo della mobilità leggera, mantenendo gli standard qualitativi che caratterizzano i suoi veicoli.

Se questo rappresentasse il primo veicolo a due ruote prodotto in serie con il marchio General Motors, costituirebbe certamente una novità storica per l’azienda. Tuttavia, GM ha già dimostrato il proprio interesse in questo comparto attraverso collaborazioni strategiche significative, come quella stipulata con Recon Power Bikes per la linea di e-bike Hummer. Questo elemento suggerisce che la strategia produttiva dell’azienda potrebbe non limitarsi agli investimenti diretti, ma potrebbe invece abbracciare partnership esterne con aziende specializzate nel settore.

Da un punto di vista tecnico, le scelte progettuali rivelano un approccio intelligente e consapevole nella progettazione dei veicoli elettrici. La batteria centrale posizionata nel cuore dello chassis non solo favorisce un baricentro ribassato e una distribuzione ottimale dei pesi, ma garantisce anche stabilità dinamica superiore. L’integrazione del motore nel mozzo posteriore elimina completamente la necessità di una trasmissione tradizionale, semplificando radicalmente l’architettura meccanica e riducendo i costi di produzione. Il design minimalista e le linee essenziali, tipiche dello stile scrambler, contribuiscono a creare un’estetica che punta sulla semplicità costruttiva e sull’accessibilità della componentistica.

È tuttavia fondamentale precisare che la pubblicazione di un brevetto non coincide automaticamente con una decisione di industrializzazione concreta. Numerosi progetti depositati rimangono nel portafoglio intellettuale senza mai raggiungere la fase produttiva, mentre altri richiedono anni di sviluppo intenso, test di omologazione complessi, organizzazione della catena di fornitura e valutazioni economiche attente ai volumi di vendita e al posizionamento di prezzo.

Perché una multinazionale del calibro di General Motors decide di brevettare un motociclo elettrico? Le motivazioni sono molteplici e strettamente interconnesse. In primo luogo, l’esplosione della domanda di mobilità elettrica spinge i costruttori tradizionali a esplorare nuovi segmenti di mercato per evitare di restare confinati esclusivamente nel settore automobilistico. In secondo luogo, le competenze già presenti all’interno del gruppo, quali la gestione batterica avanzata, il controllo termico sofisticato e le architetture elettroniche all’avanguardia, riducono significativamente le barriere tecniche rispetto a chi dovesse partire completamente da zero.

Entrare in questo segmento comporta però sfide tutt’altro che trascurabili. Il settore motociclistico possiede normative distintive, standard di sicurezza specifici e canali commerciali profondamente diversi rispetto all’automotive tradizionale. La taratura precisa dei sistemi frenanti, la protezione robusta della batteria negli urti laterali, i criteri rigorosi di omologazione stradale rappresentano tutti aspetti che potrebbero richiedere modifiche significative al progetto iniziale. Inoltre, la concorrenza nel mercato delle due ruote elettriche è già molto agguerrita, con produttori storici consolidati e startup innovative che propongono soluzioni che spaziano dagli scooter urbani alle naked e alle adventure bike completamente elettriche.

Dal punto di vista strategico e commerciale, il lancio di un modello di successo firmato da un grande costruttore potrebbe accelerare notevolmente l’adozione di questo genere di veicoli presso un pubblico più vasto e variegato. Tuttavia, come già dimostrato con le e-bike Hummer, la strada delle partnership e delle licenze produttive potrebbe rivelarsi meno rischiosa rispetto agli investimenti diretti, permettendo di sfruttare l’esperienza consolidata di partner specializzati nel settore delle due ruote.

Ciò che rimane ancora in ombra, e che risulta determinante per qualsiasi analisi conclusiva, sono le specifiche tecniche e commerciali concrete del modello: l’autonomia totale raggiungibile, la velocità di ricarica, la potenza motrice disponibile e la fascia di prezzo prevista. Senza questi dati concreti e verificabili, ogni giudizio sulla viabilità commerciale del progetto resta necessariamente incompleto e speculativo.

 

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