Benda P51: la moto ibrida presentata all’EICMA 2025 di Milano
Benda P51 a EICMA 2025: naked ibrida con motore boxer 250 e motore elettrico integrato, 62 CV complessivi, coppia oltre 100 Nm.
Nel panorama delle due ruote, la rivoluzione tecnologica è ormai un dato di fatto, e il futuro sembra sempre più orientato verso soluzioni che uniscono performance, sostenibilità e stile. Proprio in questa direzione si muove la nuova Benda P51, concept bike che ha fatto il suo debutto mondiale all’EICMA 2025 di Milano. Definita dal General Manager di BENDA Motor Europe, Libo Liu, come «una visione audace verso il futuro del motociclismo», questa moto si propone di riscrivere le regole del segmento naked neo-retrò, puntando su un’inedita sinergia tra tradizione estetica e avanguardia tecnica.
Al centro del progetto c’è la volontà di fondere il fascino vintage con una tecnologia d’avanguardia. Il cuore della ibrida modulare firmata BENDA è infatti un sistema che integra sapientemente un motore boxer 250 bicilindrico orizzontale, raffreddato a liquido e dotato di doppio albero a camme in testa, con un motore elettrico posizionato sotto il blocco termico e collegato direttamente al pignone anteriore. Questa architettura non solo rappresenta un’evoluzione importante rispetto alle classiche moto a combustione interna, ma consente anche una gestione intelligente della propulsione, in grado di alternare dinamicamente le due unità per ottimizzare prestazioni, efficienza e trazione.
Dal punto di vista numerico, la Benda P51 impressiona: la potenza massima raggiunge i 62 CV, mentre la coppia motrice supera quota oltre 100 Nm. Questi valori si traducono in un’accelerazione bruciante, con uno scatto da accelerazione 0 100 kmh coperto in appena 3,7 secondi. Non meno rilevante è il dato relativo al peso 178 kg in ordine di marcia, un risultato notevole se si considera la presenza del doppio sistema di propulsione e delle batterie. La scelta di un telaio composito, con parte principale in alluminio ad alta rigidità e sottotelaio in acciaio che richiama le linee classiche, ha permesso di contenere la massa senza sacrificare la robustezza strutturale.
L’attenzione al bilanciamento si riflette anche nella distribuzione dei pesi: il baricentro ribassato, ottenuto grazie al posizionamento della batteria nella zona posteriore, garantisce una maneggevolezza superiore rispetto a molte concorrenti tradizionali. Dal punto di vista stilistico, la Benda P51 colpisce per un design che unisce muscolosità e richiami aeronautici, soprattutto nella zona anteriore. Le forcelle telescopiche con protezioni in stile “girder”, il forcellone a doppio braccio, il doppio sedile e le pedane passeggero retrattili sono dettagli che contribuiscono a definire una personalità unica e riconoscibile.
Il vero punto di forza della ibrida modulare resta però la gestione intelligente della doppia propulsione. Il sistema è stato progettato per alternare in modo dinamico l’utilizzo del motore termico e di quello elettrico, in base alle condizioni di guida e alle esigenze del pilota. È prevista inoltre la possibilità di equipaggiare la moto con un cambio automatico opzionale, pensato per ampliare il bacino di utenza e rendere l’esperienza di guida più accessibile anche ai meno esperti.
Sul fronte dell’omologazione, BENDA ha già ottenuto la certificazione “Euro 5+ ready” per il prototipo, anche se il passaggio alla produzione di serie richiederà ulteriori test e verifiche. Non è stata ancora comunicata una data ufficiale di commercializzazione, ma la casa madre ha lasciato intendere che questa piattaforma sarà la base per futuri modelli, segnando così l’inizio di una nuova era per le moto di piccola e media cilindrata con propulsione ibrida.
Non mancano tuttavia alcuni interrogativi: la capacità del serbatoio, limitata a 9,5 litri, potrebbe ridurre l’autonomia nelle lunghe percorrenze, mentre la complessità tecnica del sistema ibrido potrebbe tradursi in costi di manutenzione superiori rispetto alle moto tradizionali. Questi aspetti rappresentano sfide che BENDA dovrà affrontare per conquistare la fiducia di un pubblico sempre più attento non solo alle prestazioni, ma anche alla praticità e ai costi di gestione.