SBK, è l’ora della svolta?

Dal nono round di Misano al prossimo appuntamento di Portimao la SBK si prende due mesi e passa di ferie utili per ritemprarsi ma, anche per riflettere sul proprio stato di salute...

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 12 lug 2018
SBK, è l’ora della svolta?

Dal nono round di Misano al prossimo appuntamento di Portimao (14-15 settembre) la SBK si prende due mesi e passa di ferie utili per ritemprarsi ma, si spera, anche per riflettere sul proprio stato di salute, non eccellente. Il mondiale delle derivate di serie, pur con aspetti tecnico-agonistici pregevoli, annaspa alla ricerca della propria identità smarrita.

I ritocchi apportati per ridare smalto al campionato attraverso correttivi organizzativi (in primis Gara 1 il sabato e Gara 2 la domenica) e l’uso “disinvolto” dei regolamenti (di fatto penalizzando le moto più competitive) non ha modificato sostanzialmente il livello di competitività con lo stesso binomio (Rea-Kawasaki) da quattro anni sugli altari. Il promoter Dorna (“proprietaria” anche del Motomondiale-MotoGP e del CEV), consapevole dell’esigenza di cambiare, si rigira la patata bollente, non trovando ancora la soluzione convincente. I nodi si sono via via fatti più stretti perché Dorna, tutta presa dal Motomondiale-MotoGP, non ha deciso cosa vuole fare della SBK.

Nel motociclismo show-business il ruolo del promoter (Dorna) è essenziale per la fattibilità al più alto livello di professionalità di gare e campionato garantendo copertura televisiva mondiale, cioè la condizione fondamentale per avere grande audience e conseguenti ritorni di immagine per le aziende sponsor determinanti per formare la torta economica da dividere con tutti i protagonisti del Circus. Altrettanto fondamentale è il ruolo delle Case costruttrici che non possono limitarsi al ruolo di “fornitore” in modo pilatesco e devono dire quali intenzioni hanno rispetto al mondiale SBK in una situazione di mercato delle moto super sportive assai arido.

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