Yamaha TZ 750: il bolide a due tempi in LEGO
Non tutti possono permettersi una rara Yamaha TZ 750 a due tempi… è possibile, però, costruirsela da soli, come hanno fatto Ken Mura e Florin Nitulescu. Completamente in LEGO!
Le 500 a due tempi sono uno dei massimi simboli della moto da corse: leggere, potenti e caratterizzate dall’erogazione brutale tipica dei pluricilindrici a miscela, sono da molti considerate l’apice delle gare motociclistiche, in quanto “dure e pure” e capaci di mostrare a tutti il vero valore dei piloti.
Nel Motomondiale, però, c’è stata anche un’altra categoria, forse ancora più “spaventosa”: la 750 cc, che nacque nel 1973 come Formula 750 e venne ufficialmente inclusa nel circuito iridato nel 1977. Avrebbe dovuto diventare la nuova top class dei Gran Premi, ma fu abolita solo tre anni dopo (nel 1979) proprio a favore della mezzolitro: era quasi un “monomarca” Yamaha, e le potenze in gioco erano forse eccessive per le gomme, i freni, e per i telai dell’epoca.
La casa dei Tre Diapason si aggiudicò tutti e tre i Titoli Mondiali della settemezzo con la mostruosa TZ 750, una quadricilindrica a due tempi che fu portata al successo da Steve Baker, Johnny Ceccotto e Patrick Pons.
La potentissima TZ settemezzo, che venne condotta al debutto nientemeno che da Giacomo Agostini e Kenny Roberts alla 200 Miglia di Daytona del 1974, non corse solo nei Gran Premi di Velocità, ma prese parte anche a competizioni di Endurance e Flat Track, almeno finché l’AMA non bandì i motori con più di due cilindri dagli ovali in terra battuta.
Qualche anno fa l’appassionato Ken Mura ha realizzato, utilizzando i LEGO, uno splendido modello in scala della plurifrazionata a due tempi dei Tre Diapason: un tributo in mattoncini colorati a quella che, nella sua brevissima carriera, fu un vero e proprio asso pigliatutto della casa di Iwata.
Proprio ispirandosi a questa bella ma datata MOC motociclistica (My Own Creation, nel linguaggio degli appassionati LEGO), Florin Nitulescu ha voluto costruire la sua, personale, TZ 750.
Nelle foto sotto potete ammirare questa splendida riproduzione: notare la batteria dei quattro carburatori, l’impianto di raffreddamento con tanto di radiatore dell’acqua e il fantastico groviglio di espansioni che riprende fedelmente l’impianto di scarico dell’originale TZ.
Sembra quasi di ascoltare il ronzio metallico dei quattro cilindri, e sentire il pungente odore di olio bruciato uscire dalle marmitte fumanti!