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L’AMA si interroga sul rapporto fra moto e vetture a guida autonoma

Veicoli a guida autonoma e moto: che tipo di relazione? La domanda viene dall’AMA.

Il rapporto fra auto e moto non sempre è idilliaco. La nascita delle prime vetture che camminano da sole rinnova la questione, ponendo nuovi interrogativi. Come sapete, alcune aziende stanno operando nel settore delle auto a guida autonoma, che dovrebbero essere in grado di comunicare tra loro.

Confesso (per quel che può contare) lo sconforto prodotto in me da questi veicoli, che non mi appassionano per niente, ma alcuni dispositivi connessi a tale ricerca potrebbero trovare un’applicazione meno invasiva nei mezzi tradizionali, magari “subentrando” al conducente in caso di colpo di sonno o in altre circostanze potenzialmente pericolose: così si concilierebbe il bisogno di maggiore sicurezza con quello del piacere di guida e delle emozioni dinamiche. A mio parere l’uomo non può diventare un accessorio di natura vegetale rispetto alla robotica evoluta.

Un problema che si pone sul fronte dei veicoli intelligenti è quello dell’interazione con il resto del mondo. L’American Motorcyclist Association (AMA) vuole capire se (e in che misura) queste creature a quattro ruote siano consapevoli dell’esistenza delle moto, che (per fortuna direi) non avranno un sostituto dell’uomo in sella per un periodo più lungo. Non lo dico per ignorare il tema della sicurezza, che mi sta tanto a cuore, ma per preservare (rafforzandola) la coniugazione fra questo e le emozioni, che appartengono alla natura dell’uomo, specie se vivo e passionale. L’investimento da fare per la prevenzione deve essere, a mio avviso, quello dell’educazione, non della privazione. Altrimenti il mondo diventa un grigio nido senza identità e senza piaceri.

Con riferimento al tema sollevato, ci si chiede: le macchine a guida autonoma saranno in grado di riconoscere i motociclisti in mezzo al traffico? Sapranno interagire bene con i mezzi a due ruote, come si prospetta negli intenti? Ci saranno tutele sufficienti rispetto ai tentativi di intrusione degli hacker nel sistema? L’eventuale sistema di connessioni riuscirà ad assicurare la difesa della privacy? Sono tutti interrogativi pieni di significato, che meritano una risposta. Li pone anche l’AMA.

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