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Yamaha YZF-R3: la prova su strada e in pista

Yamaha YZF- R3, non chiamatela entry level! Motore bicilindrico parallelo da 321 cc e 42 CV, 169 kg in ordine di marcia e un enorme divertimento in sella. Agilissima, facile, bella ed efficace su strada e, perchè no, anche in pista. Non è la più leggera, né la più potente, ma convince da subito per il bilanciamento e il feeling di guida.


Yamaha YZF-R3. Supersportiva, superfacile, supersfruttabile, e anche superbella. Talmente ben fatta, che quando la vedi da lontano non capisci se è “la piccolina” o quella vera. La R3 è comunque una entry level, una supersportiva che si posiziona tra la R125 e la R6, una moto cruciale per rimettere in moto e magari anche in pista, i ragazzi delle nuove generazioni.

E allora questa YZF-R3 dovrebbe attirare i giovani come il canto di una sirena, anche se oggi a dirla tutta servirebbe più un annuncio di questo tipo … “A.A.A. cercasi giovani 18-25enni, ambosessi, A2 “patentemuniti” con poca o nessuna esperienza motociclistica, ma tanta passione per i semimanubri, la strada e la pista”.

20 anni fa avrebbero risposto in tantissimi; oggi, hanno semplicemente altre priorità. Il compito della Yamaha YZF-R3 e delle sue rivali, Kawasaki Ninja 300, KTM RC 390 e Honda CBR 300, è arduo, ma non impossibile. Riaccendere la passione e formare nuovi motociclisti, partendo da ragazzi in possesso di patente A2, quelli, per capirci che non possono guidare moto con più di 35 kW/48 CV e che vanno oltre al limite di 0,2 KW/kg.

Le armi della Yamaha R3 sono davvero ben affilate. Estetica e grafica da grande, motore bicilindrico da 321 cc e 42 CV, ABS di serie e freni adeguati, leggera, facile e divertentissima … sia su strada, che in pista. Nella classica colorazione Race Blu oppure Midnight Black, arriva in concessionaria entro fine aprile a 5.390 Euro f.c.. In Francia è già partito un campionato nazionale R3 Cup su sette tappe, in Italia si sta pensando di farlo a partire dal 2016… Intanto vediamo com’è, e come va la versione di serie! Ecco la prova

Yamaha YZF-R3: piccola, grande supersportiva

Yamaha YZF-R3: la prova

Spagna – La Pineda, piccolo sobborgo marittimo a pochi chilometri da Tarragona. Non siamo in città, ma iniziamo la prova della YZF-R3 in un contesto urbano. Il primo approccio è sensazionale, la R3 è talmente compatta che sparisce tra le gambe. Stretta, bassa, con la sella a 780 mm sembra davvero di guidare una midi moto. Impressiona anche lo sterzo con un angolo globale di 68° la R3 volta in un fazzoletto. Anche il peso di 169 kg in ordine di marcia contribuisce a rendere la R3 istantanea per feeling e facilità di utilizzo.

La triangolazione non è niente male. Sella e pedane sono alquanto vicine, mentre il manubrio è abbastanza aperto e rialzato per un controllo perfetto anche a bassa velocità. Metto dentro la prima e scopro una frizione leggera, ma lineare e un “cambietto” secco e preciso, niente male a livello di innesti. La prima è cortissima, ma anche la seconda non scherza. CI si ritrova a viaggiare subito in terza/quarta marcia anche a bassa andatura. Il motore vibra pochissimo e riprende poco sopra i 2.000 senza strappare.

Per avere un po’ di brio però serve stare almeno sopra i 5.000. Il bicilindrico frontemarcia è un motore che ama girare in alto. E’ lineare e regolarissimo nell’erogazione, senza picchi e incrementi vistosi. La risposta al gas è molto progressiva, a prova di neofita.

Yamaha YZF-R3: la prova

La R3 si muove benissimo nel traffico. Leggera e intuitiva, svicola che è un piacere infondendo fin dai primi metri grande confidenza. Effettuate le foto “urban”, lasciamo la costa per addentrarci verso l’interno. Le strade si allungano e si srotolano, per poi riannodarsi in una serpentina mozzafiato. Sarà l’asfalto spagnolo, sarà il paesaggio tipicamente catalano, sarà tutto… ma come va bene su strada questa R3! Presa confidenza con le Michelin Street 110/140 la YZF si inserisce in curva con il solo pensiero e chiude la traiettoria con il minimo sforzo.

Alle prime curve la R3 richiede un reset, per la rapidità e facilità con cui scende in piega e poi successivamente cambia direzione. Danzare dentro alle esse può essere “scioccante” all’inizio. Prese le misure, il divertimento anche su strada è sublime. In fondo quando una moto è così bilanciata, servono davvero poche altre cose.

Anche il motore passa “quasi” in secondo piano, diventando uno strumento per portare velocità in curva e godersi le pieghe. Il bicilindrico di Iwata fa comunque il suo mestiere rispondendo garbatamente ad ogni accelerazione. Per godere della spinta migliore conviene viaggiare intorno agli 8.000, regime prossimo alla coppia massima di 3 kgm e dai cui il bicilindrico inizia a mostrare un po’ più di carattere.

Forzando le andature la R3 rimane composta, con la forcella che mostra una taratura sportiva e per nulla cedevole, tanto più che con una moto del genere si guida rotondi cercando la massima percorrenza in curva. Ottimo il sostegno del freno anteriore, che con la pinza a due pompanti regala sempre un buon feeling e una buona progressione. Anche il mono posteriore lavora egregiamente, andando in affanno solo quando il ritmo cresce e il fondo si mostra un po’ gibboso. Nel complesso però la R3 rimane comunicativa ed efficace, molto veloce e facile in ogni contesto.

Yamaha YZF-R3: la prova

Coffe break, due chiacchiere da bar, e si riparte verso il circuito. Un breve allungo sull’autovia spagnola mostra il potenziale del 321 cc, capace di lanciare la R3 ben oltre i 170 km/h di strumento. A velocità codice di 130 km/h, invece, si viaggia in sesta da “overdrive” per limitare i consumi poco oltre gli 8.000 senza particolari vibrazioni, ma con il busto eretto e un po’ esposti all’aria nonostante carena e cupolino.

La pista di Calafat misura 3.250 metri; 9 curve a destra e 7 a sinistra, con un rettilineo di 600 metri. E’ un tracciato tecnico e tortuoso, con sali e scendi e curve “paraboliche”, un terreno perfetto per mettere alla frusta la YZF-R3.

La supersportiva Yamaha infatti ha un duplice ruolo di nave scuola sia per la guida su strada, ma anche, e soprattutto, per la guida in pista. Nel paddock, aspettando il turno, riguardo quella leva anteriore priva di regolazione e penso proprio che qui cederà un po’ il passo. Per l’occasione i tecnici Yamaha hanno rimosso i pirolini dalle pedane! Studio bene anche i pneumatici Michelin Street non proprio da pista e mi impongo una condotta tranquilla.

Yamaha YZF-R3: la prova

Come sempre, però, basta varcare il cancello d’ingresso e abbassare la visiera per trovarsi a spingere al massimo alla ricerca del giro perfetto! La YZF R3 anche in pista è un vero spasso. Spremo al massimo il bicilindrico da 42 CV a 10.750 rpm lanciandolo fino al limitatore a 12.800 rpm, cercando di non scendere mai sotto gli 8.000. In questo range la R3 accelera progressiva e acquista velocità che è un piacere, mantenendo quel carattere lineare che unito alla risposta progressiva del gas assiste anche i meni esperti.

Il cambio, preciso e rapido negli innesti aiuta a stare sempre nel range giusto. Un ulteriore suporto deriva dalla strumentazione chiara e ben leggibile con il grande contagiri analogico, flash del limitatore e indicatore della marcia inserita proprio come sulle vere supersportive.

Presa confidenza con la pista si utilizzano 3°, 4° e 5° marcia con una punta massima di poco inferiore ai 170 km/h. I miei dubbi sull’impianto frenante saltano dopo pochi giri. La R3 frena forte e bene, con una risposta progressiva e senza cedere troppo alla cattiveria delle staccate all’ultimo metro. L’ABS entra solo quando serve e in maniera discreta.

Yamaha YZF-R3: la prova

I Michelin Street invece soffrono un po’ la pista, sia in inserimento frenato in curva, sia quando si riprende in mano il gas per accelerare. Le reazioni sono sempre molto progressive e facili da gestire, ma sono quei segnali che ti invitano a guidare più pulito e un filo meno aggressivo.

Stesso discorso anche per le sospensioni. Forcella e mono hanno una taratura sportiva ed efficace, lavorano egregiamente e consentono grande divertimento e un ritmo quasi indiavolato per una motina del genere. Inserimenti in curva e cambi di direzione rapidissimi, con la R3 che trova facilmente l’appoggio e chiude le curve senza particolare affanno, mostrando limiti elevati anche a livello di pieghe.

Quando però si forza ulteriormente le sospensioni ricordano che siamo su una entry level… non sono proprio così raffinate e scorrevoli come si vorrebbe. E se il fondo non è perfetto, si “rema” un pochino sia davanti che dietro. In fin dei conti la forcella affonda un po’, ma sostiene bene, lo stesso dicasi per il mono… considerazioni da smanettoni queste… facilmente colmabili, intervenendo direttamente su tarature assetto e pneumatici, magari copiando setup e scarpe direttamente alla R3 Cup.

Non è certo un grande limite, considerando che la YZF-R3 è una moto per tutti, polivalente al massimo, che diverte e si lascia guidare tra le curve di un passo di montagna, nel classico stop&go cittadino, o calcando come noi asfalto e cordoli di un circuito di velocità. Insomma una piccola supersportiva, ma anche una moto tuttofare.

Yamaha YZF-R3: la prova

Yamaha YZF-R3: entry level, ma solo per la cilindrata

Yamaha YZF-R3: la prova

Carena attillata e aggressiva, doppio faro anteriore, presa d’aria centrale, codone affilato e rialzato, strumentazione completissima, forcellone da grande, come lo scarico gemello a quello della 600. Non c’è dubbio, la piccola YZF-R3 è una “R” con tutti i crismi, solo che a battere sottopelle questa volta c’è un bicilindrico fronte marcia di 321 cc.

Un motore sofisticato che eredita alcune tecnologie dalle più grandi R6 e R1, per regalare prestazioni e praticità totale. Troviamo così la distribuzione diretta, come su R1, pistoni forgiati in alluminio e bielle in acciaio al carburo, cilindri leggeri Diasil e sfalsati nell’offset per ridurre le perdite per attriti; albero a 180 gradi con masse inerziali ottimizzate.

Il “bici” della R3 è caratterizzato da alesaggio x corsa di 68,0 mm x 44,1 mm ed un rapporto di compressione 11,2:1, la potenza massima è di 30,9 kW/42 CV a 10.750 giri/min, mentre la coppia massima raggiunge 29,6 Nm / 3.0 kgm a 9.000 giri/min. Per assicurare un’erogazione progressiva e gestibile, oltre alla mappatura docile dell’iniezione elettronica, la manopola dell’acceleratore e il corpo farfallato sono dotate di pulegge progressive.

Il due cilindri di Iwata, con funzione portante e quattro punti d’ancoraggio, tre rigidi ed uno in gomma, è ancorato al telaio tubolare in acciaio a diamante. L’interasse è relativamente corto, 1.380 mm, l’inclinazione del cannotto di sterzo è di 25,5 gradi, mentre la distribuzione dei pesi si avvicina molto al 50/50 tra avantreno e retrotreno.

Yamaha YZF-R3: la prova

A livello di sospensioni davanti troviamo una forcella con steli da 41 mm e un’escursione di 130 mm, retrotreno invece una sospensione posteriore Monocross con escursione di 125 mm, montata direttamente sul lungo forcellone in acciaio asimmetrico. Particolare cura anche per le ruote con cerchi in lega dal design a 10 razze che calzano pneumatici 110/70 R17 e 140/70 R17. L’impianto frenante, con sistema ABS di serie, è composto da un disco flottante da 298 mm con pinze a due pistoncini davanti e un disco da 220 mm con pinza a un pistoncino posteriore. Il peso in ordine di marcia compresi quindi serbatoi olio e carburante da 14 litri, pieni, è di 169 kg.

Yamaha YZF-R3: la prova

Yamaha YZF-R3: le caratteristiche tecniche

Yamaha YZF-R3: la prova

Motore
Tipo: Bicilindrico, raffreddato a liquido, 4 tempi, 4 valvole, DOHC
Cilindrata: 321 cc
Alesaggio x corsa: 68,0 mm x 44,1 mm
Rapporto di compressione: 11,2 : 1
Potenza massima: 30,9 kW (42,0CV) @ 10.750 giri/min
Coppia massima: 29,6 Nm (3,0 kg-m) @ 9.000 giri/min
Lubrificazione: Carter umido
Alimentazione: Iniezione
Frizione: Dischi multipli, in bagno d’olio
Accensione: TCI
Avviamento: Elettrico
Trasmissione: sempre in presa, 6 marce
Trasmissione finale: Catena
Telaio
Tipo: A diamante
Sospensione anteriore: Forcella telescopica
Escursione anteriore: 130 mm
Inclinazione cannotto sterzo: 25º
Avancorsa: 95 mm
Sospensione posteriore: Forcellone oscillante
Escursione posteriore: 125 mm
Freno anteriore: Disco idraulico Ø 298 mm
Freno posteriore: Disco idraulico, Ø 220 mm
Pneumatico anteriore: 110/70-17M/C 54H (Tubeless)
Pneumatico posteriore: 140/70-17M/C 66H (Tubeless)
Dimensioni
Lunghezza: 2.090 mm
Larghezza: 720 mm
Altezza: 1.135 mm
Altezza sella: 780 mm
Interasse: 1.380mm
Altezza minima da terra: 160 mm
Peso in ordine di marcia (compresi serbatoi olio e carburante pieni): 169 kg
Capacità serbatoio carburante: 14 L
Quantità olio motore: 2,4 L

Yamaha YZF-R3: la prova

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