Megalodon 700: il Two Stroke 700cc costruito da Max Hind

Il Megalodon 700 è una motocross artigianale con motore 700cc two stroke di Mega RS Engines installato su telaio Husaberg 650. Progetto 999lazer completato nel 2021.

Megalodon 700: il Two Stroke 700cc costruito da Max Hind
F C
Fabio Chiarani
Pubblicato il 1 dic 2025

Quando la passione per l’ingegneria incontra il desiderio di sfidare ogni convenzione nel mondo delle due ruote, nascono progetti straordinari come il Megalodon 700. Con 75 cavalli al posteriore, un motore 700cc a two stroke e un telaio radicalmente trasformato, questa dirt bike rappresenta uno dei più audaci esperimenti nel panorama internazionale delle motocross artigianali. Il progetto, ideato da Max Hind del celebre canale 999lazer e realizzato in collaborazione con Chris Thorpe, ha catturato l’attenzione di esperti e appassionati per la sua capacità di ridefinire completamente i confini della customizzazione estrema nell’off-road contemporaneo.

Il cuore pulsante di questa macchina proviene da Mega RS Engines, una rinomata azienda austriaca specializzata nella costruzione di motorizzazioni per il sidecarcross. Questo propulsore, originariamente sviluppato per competizioni internazionali, eroga 84 cavalli e 77 piedi-libbra di coppia, una configurazione impressionante che conferisce alla moto un carattere eccezionalmente aggressivo. È particolarmente interessante notare che una versione identica ha alimentato il sidecar campione mondiale FIM 2025, testimonianza della qualità costruttiva e dell’affidabilità di questa soluzione propulsiva.

Per accogliere questo propulsore straordinario, il team ha scelto una base economica ma generosa: il telaio di un Husaberg 650 dei primi anni Duemila. Questa scelta rappresenta un esempio affascinante di ingegnosità, poiché la struttura originale è stata sottoposta a tagli, rinforzi e modifiche strutturali significative. Una finitura in polvere impeccabile rende il risultato indistinguibile da un prodotto seriale, nascondendo dietro l’apparenza esteriore il lavoro straordinario compiuto dagli ingegneri.

La realizzazione di questa macchina ha richiesto soluzioni tecniche sofisticate e innovative. Il team ha sviluppato radiatori custom per gestire la dissipazione termica, un serbatoio in lega italiana per ottimizzare il peso, e una carrozzeria completamente in fibra di carbonio che non solo riduce la massa ma conferisce un’estetica aggressiva. Un dettaglio particolarmente notevole riguarda il sistema di aspirazione, disegnato da un ex ingegnere di Formula 1 per adattarsi perfettamente agli spazi limitati disponibili. L’impianto di scarico è stato interamente costruito a mano da HGS Exhaust Systems nei Paesi Bassi, rappresentando un capolavoro artigianale di precisione e funzionalità.

Durante le prove, sebbene il posteriore sia slittato a causa della coppia massiccia, la moto ha mantenuto 75 cavalli effettivi al retrotreno, confermando l’eccellente sinergia motore-scarico. Questo dato tecnico ha però sollevato interrogativi legittimi sulla gestione della potenza abbondante ai bassi regimi, una caratteristica tipica dei motori a due tempi di grossa cilindrata.

I rider che hanno provato il Megalodon 700 descrivono un’esperienza simultaneamente esaltante e complessa. Personalità di calibro mondiale come Neville Bradshaw, Sean Smith, Ed Bradley e lo stesso Max Hind hanno testato il mezzo in pista, condividendo impressioni contrastanti: entusiasmo per le performance straordinarie, ma anche consapevolezza delle sfide dinamiche poste da una configurazione così estrema. La coppia massiccia, infatti, influenza significativamente la piega e lo stile di guida, esigendo abilità e concentrazione costante.

Dal punto di vista tecnico, il progetto dimostra due aspetti fondamentali: primo, la fattibilità di adattare motorizzazioni specializzate come quelle del sidecarcross a una motocross single; secondo, l’importanza cruciale di interventi ingegneristici mirati quando si esce dai parametri originali di progettazione. Completato nel 2021, il Megalodon 700 consolidifica la reputazione di 999lazer come laboratorio di idee e competenze, rappresentando un invito affascinante a riconsiderare i confini tra competizione e creazione artigianale.

 

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