Il mondo delle Road Races piange Dario Cecconi
Toscano, 38 anni, si era dato alle Road Races a partire dal 2010: fatale per lui è stato un incidente alla Tandragee 100, gara nord-irlandese che Dario amava particolarmente
Non ce l’ha fatta Dario Cecconi, a vincere la sua battaglia più importante: lo specialista italiano delle Road Races è spirato a causa delle lesioni subite nel tragico incidente occorsogli sabato 22 aprile nel corso della Tandragee 100, storica gara stradale che si corre in Irlanda del Nord.
Livornese, 38 anni, Cecconi era rimasto incolpevolemente coinvolto nella caduta di pilota che lo precedeva durante l’ultimo giro dell Senior Support Race, nel tratto di Bells Cross: l’avversario era finito in terra e l’italiano non era riuscito a schivarne la moto. Prontamente ricoverato all’ospedale di Craigavon, Dario era apparso subito in condizioni molto critiche: dopo 3 giorni di lotta tra la vita e la morte, nonostante gli sforzi del personale medico il road-racer toscano è deceduto ieri per i traumi riportati. Il triste annuncio è stato dato nella serata di ieri dal fratello del pilota, Luca Cecconi, volato in Irlanda subito dopo l’incidente per stare al fianco di Dario.
Cecconi aveva iniziato a correre in pista nel 2009, ma subito dopo aveva scoperto la sua passione per il road racing: affascinato dalle gare in salita, debuttò nel 2010 alla Carpasio-Prati Piani divenendo negli anni un habitué del CIVS, il Campionato Italiano Velocità in Salita.
In seguito, le gare stradali d’Oltremanica: un amore intenso che lo aveva portato, proprio l’anno scorso, a coronare il suo sogno di prendere parte al mitico Ulster Gran Prix.
Abituato a viaggiare per giorni sul suo furgone, con dentro la moto, gli attrezzi e un letto per dormire, questa volta Dario aveva noleggiato una Yamaha R6 dal team inglese FR Racing: nelle qualifiche di venerdì pomeriggio aveva conquistato uno splendido 9° posto in griglia, a testimonianza della sua grande esperienza alla Tandaragee 100, gara che aveva corso per la prima volta nel 2012.
Proprio con il tracciato nord-irlandese che se l’è portato via, Dario aveva un rapporto speciale, tanto da chiamarlo la sua “seconda casa”: molti gli amici che si era fatto in terra d’Irlanda, che ora lo ricordano con grandissimo affetto sui social network.
Godspeed, Dario!
Via|Road Racing Core