Yamaha YX600 Radian by ZDR Custom Moto
La Yamaha YX600 Radian non è una moto particolarmente iconica. Il suo layout tecnico tradizionale e classico, tuttavia, la rendono un’ottima piattaforma per una cafè racer retrò
Non ce ne voglia la casa dei Tre Diapason, ma non è affatto difficile trovare motociclette con più personalità della Yamaha YX600 Radian: accolta tiepidamente quando nel 1986 venne lanciata sul mercato, è passata pressochè inosservata per tutta la sua breve carriera, fino a che nel 1990 venne tolta dai listini senza aver lasciato praticamente alcun segno nella storia della casa di Iwata.
Onestamente priva di appeal e di qualunque valore storico, la Radian ha tuttavia uno schema tecnico così classico e collaudato che ne fa una perfetta base di partenza per una special: ecco perchè, oggi, ve ne stiamo parlando.
Equipaggiata con il più tradizionale dei propulsori giapponesi, il quattro cilindri in linea raffreddato ad aria, la YX600 montava una versione depotenziata dell’unità motrice della ben più celebre Yamaha FZ600, antenata delle mitiche Yamaha FZR degli anni ’90.
Con i suoi 592 cc, un sound niente male e la fitta alettatura tipica dei 4L “old school” del Sol Levante, il propulsore della Radian è perfetto per una cafè racer dal gusto retrò: prima di noi ci hanno pensato i ragazzi di ZDR Custom, che hanno utilizzato proprio un’esemplare di questa anonima Yamaha come piattaforma per quella che è diventata un’affascinante special.
Se le linee della Radian scimmiottavano (senza troppo successo, a dire il vero) il design della ben più carismatica V-Max, la creatura di ZDR Custom punta su un look drasticamente diverso: i semimanubri e le tabelle portanumero laterali le conferiscono un aspetto decisamente racing, sicuramente molto più accattivante di quello originale.
Molto bello, poi, l’impianto di scarico quattro-in-due terminante in un paio di cortissimi silenziatori che sbucano bassi, proprio nei pressi delle pedane del pilota.
Il lavoro, seppur non particolarmente originale, è nel complesso davvero ben fatto: ora abbiamo una bella cafè racer ottenuta sacrificando un esemplare di cui, in tutta onestà, non sentiremo particolarmente la mancanza.
E anche quegli integralisti delle moto d’epoca che odiano le special avranno poco di cui lamentarsi: insomma, per una volta abbiamo messo d’accordo tutti.