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Hutchinson VS Dunlop: la guerra fredda del post TT

Il duello tra Michael Dunlop e Ian Hutchinson non si è chiuso tra i muretti dell’Isola di Man: i due, mattatori di questa edizione del Tourist Trophy, si sono beccati in Conferenza Stampa e sui social network, ingaggiando una vera e propria battaglia fatta di accuse, frecciatine e tweet al fulmicotone

E’ abbastanza difficile che due piloti costantemente in lotta tra loro per la vittoria diventino amici: la vicenda di Valentino Rossi e Marc Marquez è solo l’esempio più recente e palese di quanto sia difficile che i rapporti tra “fenomeni” rimangano idilliaci sul piano umano. Rossi-Biaggi, Rossi-Gibernau, Rossi-Stoner, Rossi-Lorenzo : la storia recente del Motomondiale è ricca di numerosi esempi di antipatie reciproche tra i top riders. Se sei un campione, insomma, è difficile andare d’accordo con quelli che cercano continuamente di metterti (legittimamente) le ruote davanti.

L’ultima rivalità personale scoppiata nel mondo delle ruote è quella tra Ian Hutchinson e Michael Dunlop, i due dominatori dell’edizione 2016 conclusasi con 3 successi per Hutchy contro i 2 del figlio d’arte di Ballymoney, che però si è portato a casa la gara più prestigiosa, la Senior TT.

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Tutto è nato dalla squalifica subita da Michael Dunlop dopo la gara della Supersport di lunedì 6 giugno: il quattro cilindri della Yamaha R6 del nord-irlandese (team MD Racing) è stato dichiarato non conforme agli ultimi aggiornamenti del regolamento, e il 27enne di Ballymoney è stato estromesso dalla classifica che lo vedeva in seconda posizione. Comprensibile la delusione di Michael, considerando che l’irregolarità è sembrata subito originata da una svista, più che da un tentativo di acquisire un vantaggio in mala fede.

Mercoledì invece, dopo la seconda manche della Supersport, a calamitare l’attenzione degli esaminatori tecnici è stata la Yamaha del team Traction Control, protagonista insieme a Ian Hutchinson di una splendida vittoria da dominatori nelle 600cc. Dopo la gara, il Direttore Tecnico del TT si è lasciato andare ad alcune ambigue e incaute dichiarazioni riguardo a una presunta irregolarità della YZF-R6 di Huchty. La moto vincitrice è stata sottoposta alle opportune verifiche che hanno smentito qualunque illazione: nessuna irregolarità.

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La cosa sarebbe probabilmente caduta nel dimenticatoio se Michael Dunlop, subito dopo l’affermazione nella Senior di venerdì, non si fosse lasciato andare ai microfoni di Manx Radio a una dichiarazione che ha infastidito non poco Hutchinson: “Penso che questa (La vittoria nella Senior, 13° successo al TT per lui, ndr) avrebbe dovuto essere la mia 14^ vittoria ma vabbè, questo è quello che succede”. Ovviamente il pilota del team Hawk BMW si riferiva alla vittoria “rubata” (a suo modo di vedere) di mercoledì.

Apriti cielo: in conferenza stampa è ovviamente arrivata la risposta stizzita di Ian Hutchinson, che dopo la frecciatina ricevuta ci è andato giù piuttosto pesante. “Ho fatto del mio meglio per congratularmi con Michael tutta la settimana, ma mercoledì ero davvero disgustato dal suo comportamento”. A cosa si riferiva Hutchy? Il fuoriclasse dello Yorkshire ha accusato Michael Dunlop e il suo team di aver messo in giro le voci riguardanti la presunta (e poi smentita) irregolarità della sua Yamaha: “Il team di Michael ha protestato contro di noi. Ha provato a diffondere la voce che noi avessimo pistoni maggiorati”. Hutchinson ha anche aggiunto che dovrà “pensare molto se tornare ancora al TT, a meno che gli organizzatori non spieghino bene cos’è successo”, rincarando poi la dose anche su Twitter:

In seguto, il pilota del team Tyco BMW ha affermato pubblicamente di aver utilizzato il motore della sua S1000RR Stock anche nella Senior, alludendo al fatto che Michael Dunlop abbia goduto di un vantaggio tecnico durante l’ultima gara del TT. Sembra inoltre aver accusato il nord-irlandese di disporre di un motore “speciale” arrivato direttamente da Monaco di Baviera.

“Abbiamo combattuto con il motore Superbike per tutta la scorsa settimana e la nostra potenza era inferiore a quella del motore usato da Michael. Noi non avevamo qui quel motore così ho deciso di optare per l’utilizzo del motore Superstock sulla moto in configurazione Superbike. La moto andava benissimo, il punto è che fare ciò non era certamente la cosa migliore per vincere la gara… abbiamo cercato di fare il meglio che potevamo. Il motore da Superbike tirava in alto ma era molto fiacco ai bassi, perciò era molto difficile da gestire, la moto di Michael con l’ultima evoluzione del propulsore invece tirava sia ai bassi che agli alti regimi. Il nostro motore da Superstock tira un po’ in alto un po’in basso, è un compromesso tra le due cose: sapevo che avrei rinunciato a un po’ di potenza ma almeno sarei riuscito a guidare bene! Ho fatto sei buoni giri, è stato il massimo che potessimo fare… e siamo stati battuti, questo è quanto”.

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Non si è fatta ovviamente attendere la replica della controparte: Dunlop Jr ha negato categoricamente di disporre di un trattamento tecnico privilegiato da parte di BMW, rispedendo al mittente le sospettose supposizioni del rivale.

“Il mio motore non è diverso da quello che ha il team Tyco. Anzi, il mio motore non è diverso da quello di chiunque altro… abbiamo tutti motori ufficiali e anzi, voglio ringraziare i ragazzi della BMW che mi hanno dato un motore ottimo che però non è affatto diverso da quello che hanno gli altri… tutti lo possono comprare ed è esattamente il medesimo. Forse è uscita tutta sta storia perchè stavolta non siamo un team ufficiale, siamo stati capaci di comprare il materiale tecnico che volevamo e abbiamo fatto un buonissimo lavoro: sono solo andato avanti a testa bassa, semplice!”

Riguardo ai dubbi sulla regolarità della moto del team Traction Control del mercoledì precedente, ha aggiunto:

“Non devo rispondere a nulla… è stato un commissario a sollevare la questione dell’irregolarità della loro moto, non io! Se Ian vuole aggredirmi e mettermi in cattiva luce, beh, faccia come crede… ormai sono abbastanza grande per fare finta di nulla e fregarmene”

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Lunedì questo un comunicato degli organizzatori del TT è intervenuto nel tentativo di tranquillizzare le acque: il Direttore Tecnico dell’evento Adrian Gorst (ex ingegnere capo di Colin Edwards e Aaron Slight, tra gli altri) si è assunto le responsabilità delle dichiarazioni fatte sul presunto motore “irregolare” di Hutchinson e della volontà di effettuare le verifiche tecniche sulla Yamaha del team di Keith Flint. Vi si legge:

“Ho fatto un commento iniziale a caldo subito dopo la fine della gara, ma le successive verifiche tecniche approfondite e un’attenta analisi del regolamento del TT ci hanno portato a considerare i pistoni utilizzati assolutamente regolari e conformi allo stesso per quanto riguarda la classe Supersport. Non abbiamo ricevuto proteste o reclami formali da nessuno dei team rivali, e intendo scusarmi con chiunque si sia sentito offeso dal mio commento”

Le scuse ufficiali dei boss dello IoM TT sono state accolte molto bene da Ian Hutchinson, che ha colto la palla al balzo per scusarsi pubblicamente a sua volta con il rivale Michael Dunlop con un tweet in cui lo ha assolto dalle precedenti accuse. Hutchy ha anche affermato che “Gli haters continueranno a sparlare, ma ora posso riflettere sul fatto che sono il terzo pilota più vittorioso al TT assieme al grande Mike Hailwood”.

Tutto è bene quel che finisce bene? Mah, ce lo auguriamo. Certo che gli animi dopo il serratissimo duello del Tourist Trophy sembrano essere ancora decisamente caldi. Ci auguriamo che la questione venga definitivamente archiviata e che entrambi i protagonisti scendano a più miti consigli: il TT e le Road Races non sono un ambiente abituato a questo tipo di polemiche e il profondo rispetto tra i piloti è uno dei molteplici fattori che rendono così affascinanti questo tipo di gare. Speriamo che continui così.

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