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MotoGP, brutta china: fra fischi, bodyguard e tribunali

Il punto sulle ultime questioni legate alla MotoGP: Dorna, Ezpeleta, fischi ai piloti, ecc.

Invece di far parlare di sé per le battaglie in pista il motomondiale continua a far notizia per altre vicende, ben poco confortanti, legate a velenose polemiche fra piloti e addirittura alla richiesta di arresto di Carmelo Ezpeleta, il boss della Dorna. Su quest’ultima controversa vicenda, da incalliti garantisti, non vogliamo affollare le file dei colpevolisti, confidando nella giustizia. Anche per Don Carmelo vale la presunzione d’innocenza, un principio del diritto penale secondo il quale un imputato è considerato non colpevole sino a condanna definitiva in tribunale.

Caso mai c’è da cogliere l’occasione per una riflessione sulla gestione del motociclismo agonistico internazionale (Motomondiale, SBK, Cev-mondialino), di fatto tutto in mano a Dorna, nella più classica accezione monopolistica, con tutti gli annessi e connessi su cui presto torneremo. Altra bega alla vigilia del GP d’Argentina, quella della sicurezza dei piloti – in questo caso non in gara – specificatamente quella di Jorge Lorenzo e di Marc Marquez. I due spagnoli, accusati da Valentino Rossi per il “biscotto” a suo danno a fine stagione 2015, sono sotto il “tiro” dei fan del campione pesarese, come dimostrano i fischi e gli insulti sotto il podio di Losail e il perdurante tam tam offensivo e minaccioso sul web.

Addirittura, in occasione di questo GP d’Argentina, c’è chi teme che l’eccessiva coda polemica possa trascendere in veri e propri incidenti con rischi per l’incolumità dei due assi spagnoli. Da qui l’esigenza di una maggiore vigilanza e una “copertura” della sicurezza di Jorge e Marc affidata anche a bodyguard. Lorenzo, senza peli sulla lingua, dice che solo Rossi può richiamare all’ordine i suoi fan, ma non vuol farlo. Valentino fa orecchie da mercante e si chiama fuori. Marc, rabbuiato, dice che la situazione è questa e bisogna adattarsi. Le Case e i Team hanno altro da fare e la Dorna pure, con la Fim “soprammobile” di lusso chiusa nel suo silente immobilismo. Qui siamo. Motociclismo sulla falsariga del peggior calcio.

MotoGP Yamaha biker Jorge Lorenzo (L) of Spain gestures next to Honda biker Marc Marquez of Spain during a press conference of the Argentina Grand Prix at Termas de Rio Hondo circuit, in Santiago del Estero, Argentina on March 31, 2016. AFP PHOTO / JUAN MABROMATA / AFP / JUAN MABROMATA        (Photo credit should read JUAN MABROMATA/AFP/Getty Images)

Con la differenza che in pista i piloti rischiano la pelle. Rispettiamo ogni posizione rigettando strumentalizzazioni e degenerazioni che possono portare a situazioni fuori controllo, mettendo a rischio la credibilità del motociclismo e la sicurezza dei piloti e degli appassionati che vanno in autodromo per una giornata di sport e di festa. Chi semina vento, raccoglie tempesta. Chi fa il “furbo” prima o poi perde la maschera poi la faccia, come i promotori della contestazione contro i due spagnoli sul podio di Losail, gente non certo “locale”, dai tratti somatici “occidentali” e dalla inequivocabile cadenza … pesarese e zone limitrofe. Appassionati? Fan col … pass, convinti di ripagare così il prezioso invito. Prevarrà, alla fine, il buon senso? Sì, anche se – al Mugello, a Misano e non solo – non mancheranno esibizioni di cui vergognarsi da parte dei soliti fanatici.

MotoGP Yamaha biker Jorge Lorenzo (L) of Spain taks next to Honda biker Marc Marquez of Spain during a press conference of the Argentina Grand Prix at Termas de Rio Hondo circuit, in Santiago del Estero, Argentina on March 31, 2016. AFP PHOTO / JUAN MABROMATA / AFP / JUAN MABROMATA        (Photo credit should read JUAN MABROMATA/AFP/Getty Images)

Ciò detto, pur non condividendola, resta legittima la posizione di Rossi che non ha “accettato” il risultato del mondiale 2015, dando spazio (anche se indirettamente) al can can in corso. Mille volte abbiamo ripetuto che Valentino, oltre che fuoriclasse, è pilota carismatico, grande comunicatore, promoter di se stesso con una elevata capacità di gestire la propria immagine, una risorsa per tutto il motociclismo. Si può dire altrettanto di Lorenzo e di Marquez? No. Sono entrambi grandi campioni ma non all’altezza di Rossi in fatto di comunicazione e immagine. Non ci riferiamo alle doti di carisma e di simpatia – ognuno è quello che è – ma all’organizzazione e alla gestione della propria immagine in quanto personaggi pubblici di livello mondiale. Mentre Valentino, negli anni, ha messo in piedi una poderosa e funzionante “macchina da guerra” (un esempio è il Fan Club e tutto l’ambaradan dei diritti su gadget ecc.), i due spagnoli hanno sottovalutato tutto ciò pensando che per creare una “buona immagine” bastano i risultati in pista.

MotoGP Honda biker Marc Marquez of Spain (R) gestures next to Yamaha biker Jorge Lorenzo of Spain during a press conference of the Argentina Grand Prix at Termas de Rio Hondo circuit, in Santiago del Estero, Argentina on March 31, 2016. AFP PHOTO / JUAN MABROMATA / AFP / JUAN MABROMATA        (Photo credit should read JUAN MABROMATA/AFP/Getty Images)

Valentino lavora sulla propria immagine con la stessa professionalità e laboriosità della propria forma psico-fisica e della “messa a punto” della moto in ogni gara, non lasciando nulla (o quasi) al caso. Si può dire altrettanto di Jorge e Marc, con Fan Club gestiti in … “famiglia”, con uffici stampa e Pr di “stampo burocratico” (per non dire peggio…), con i rispettivi Team al top sotto il profilo tecnico ma “disarmati” sotto i riflettori mediatici e “inadeguati” sul piano … “diplomatico” nel dirimere beghe interne? La (non) gestione dei “veleni” fra Rossi e Lorenzo da parte del Team Yamaha è un esempio eclatante. Per non parlare dei limiti di Dorna e Fim. Ciò detto. La correttezza e il buon senso sono come il coraggio: se non ce l’hai non c’è niente da fare.

Per cui, se uno viene in circuito “solo” per fischiare va lasciato cuocere nel suo brodo. Ma, come una malattia, l’insulto è contagioso e – se non curato per tempo e con medicine appropriate – può degenerare, con danni enormi. Che fare? Ovunque e per chiunque valgono regole e leggi, da far rispettare con le buone e con le cattive, specie in circuito. Soprattutto c’è un fatto culturale. Seminare non odio ma sano tifo sportivo, facendo sì battere il proprio cuore per il campione amato squillando trombe e cantando inni. Ma a fine gara battendo le mani al vincitore – chiunque sia – e ai primi tre sul podio, salutando tutti i piloti per i quali abbiamo pagato un biglietto o siamo rimasti davanti alla tv, ringraziandoli per lo spettacolo in pista.

MotoGP Yamaha biker Jorge Lorenzo (L) of Spain and Honda biker Marc Marquez of Spain gesture during a press conference of the Argentina Grand Prix at Termas de Rio Hondo circuit, in Santiago del Estero, Argentina on March 31, 2016. AFP PHOTO / JUAN MABROMATA / AFP / JUAN MABROMATA        (Photo credit should read JUAN MABROMATA/AFP/Getty Images)

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