Home Tester Motoblog e Yamaha: prova della FZ1 di Filippo Bianchi – 2a parte

Tester Motoblog e Yamaha: prova della FZ1 di Filippo Bianchi – 2a parte

La seconda uscita presenta fortunatamente delle condizioni diverse: dopo un breve tratto di E45, in direzione di Cesena, prendo l’uscita di Bosco e mi dirigo verso Gubbio, dove mi attendono le divertenti curve dell’Appennino umbro. Le ottime condizioni del fondo stradale e lo scarso traffico mi permettono finalmente di testare la moto nelle curve a


La seconda uscita presenta fortunatamente delle condizioni diverse: dopo un breve tratto di E45, in direzione di Cesena, prendo l’uscita di Bosco e mi dirigo verso Gubbio, dove mi attendono le divertenti curve dell’Appennino umbro.

Le ottime condizioni del fondo stradale e lo scarso traffico mi permettono finalmente di testare la moto nelle curve a corto e medio raggio che conducono alla cima, ed è qui che emerge una guida divertentissima quanto appagante: questo è il regno della FZ1, che divora le curve con una agilità impressionante, anche grazie al suo avantreno granitico che non ha la minima incertezza nemmeno a velocità molto elevate.

L’uscita di curva, su questo tipo di strade, è da riferimento anche per chi è abituato alle sportive: spalancando il gas la ruota posteriore si produce in entusiasmanti perdite di aderenza, repentine ma mai violente e sempre controllabili (purché si abbia esperienza).

Test Yamaha FZ1 - 2a parte
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Le sensazioni che riesce a trasmettere la moto sono indescrivibili: questo è divertimento allo stato puro! Il perché è evidente: la FZ1 è dotata del motore della sorella sportiva R1 (l’architettura di base rimane sostanzialmente invariata: quattro cilindri in linea, 998 cc, iniezione elettronica, alesaggio e corsa 77 x 53,6 mm) con potenza ridotta (150 cv), ma in grado di erogare una coppia stratosferica (106 Nm!) già attorno agli 8000 giri: l’incremento della massa inerziale del manovellismo del 40% , contribuisce a incrementare l’erogazione di coppia ai medi regimi di questo leggendario propulsore!

Non di rado, specie su asfalto umido, in uscita da curve particolarmente strette, il comportamento del motore è talmente esuberante che il pilota è portato istintivamente (complice la posizione di guida eretta ed il manubrio largo) a guidare come se fosse su una motard: piede fuori dalla pedana e gas spalancato, inutile insistere con le pieghe.

Nella guida al limite emerge un piccolo e curioso inconveniente, almeno per chi ha l’abitudine di impugnare la manopola all’interno: con il guanto sinistro, non di rado, si attiva involontariamente il dispositivo per il lampeggio della luce abbagliante, dispositivo che, a mio avviso, dovrebbe essere collocato un filo più distante dal bordo della manopola stessa.

Test Yamaha FZ1 - 2a parte
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Prima di giungere alla cima di Gubbio sono obbligatorie due fermate: la prima in località Belvedere, dov’è eretta una statua di Padre Pio (una preghiera al Santo preferito non fa mai male, specie in questo test: Cheyenne e gli altri utenti di Motoblog sanno il perché!); la seconda è a qualche chilometro più avanti, dove si trova la targa posta a memoria di Fabrizio Bistocchi, uno tra i più grandi motociclisti umbri di tutti i tempi, scomparso in un tragico incidente il 16 dicembre del 2006: in suo onore il 16 maggio di ogni anno viene organizzato un memorial presso l’Autodromo Nazionale dell’Umbria e con i proventi dell’edizione 2007 è stata realizzata (proprio ai bordi di questa curva, tra le più pericolose) una barriera per proteggere i motociclisti in caso di caduta, iniziativa davvero interessate. Io e la “effe” ci fermiamo un minuto per ricordarlo…

Al termine di questa escursione emerge l’unico difetto riscontrato in questo test: il supporto che ingloba la luce della targa si è allentato vistosamente, difetto che si ripeterà tra l’altro una seconda volta (dopo aver percorso altri 400 km circa), probabilmente a causa del sottoscritto: la presenza del telaio porta-targa rende problematico serrare le viti del supporto stesso che, a mio avviso, dovrebbe essere inglobato nel resto del porta-targa; ancora meglio sarebbe sostituirlo completamente.

Nella successiva uscita percorro sempre la E45, abbandonandola ancora prima, all’altezza di Collestrada, e prendendo la SS76 che porta verso Ancona: mi attende uno dei tratti con le curve più belle dell’Umbria, una serie infinita di “s”, praticamente senza soluzione di continuità, dove la FZ1 sfoggia tutte le sue qualità ciclistiche, le quali permettono di divorare letteralmente le curve ad un ritmo impensabile. I freni anteriori confermano la loro perfetta efficienza (ho l’abitudine di usare quello posteriore solo per aiutarmi in uscita di curva) e, solo alla lunga, soffrono un po’ per una serie di staccate davvero violente.

Test Yamaha FZ1 - 2a parte
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Nemmeno nella guida veloce si avvertono le vibrazioni che sono limitate, peraltro in maniera modesta, ai soli specchietti, migliorati nel design rispetto alla m.y. 2006: a prima vista non sembrerebbe, ma l’estetica della FZ1 ha subito un leggero affinamento che ne ha ulteriormente aumentato il fascino.

Entrando in località Casacastalda dapprima rallento vistosamente (come in tutti gli altri centri abitati, mi raccomando ragazzi!) per poi fermarmi accanto al monumento del Dolmen: una meravigliosa lastra in pietra serena al cui interno è stato scolpito un centauro in piega, ovviamente dedicato a tutti i motociclisti, anche a chi non è più tra noi, come ricorda una delle piccole pietre poste alla base del monumento.

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Nelle altre vengono giustamente celebrate Moto Guzzi e Ducati come orgoglio motociclistico italiano nel mondo (peccato che manchi un riconoscimento ad Aprilia!) e l’avventura di due Vigili del Fuoco perugini che hanno portato a termine due imprese epiche: la Perugia – Capo Nord e la Perugia – Pechino con due ciclomotori di 50 cc. Viaggi ardui, costellati da imprevisti e sofferenze (per chi fosse interessato al libro, pubblicato recentemente, può richiederlo tramite il sito www.alessandrobacci.it o farne richiesta all’indirizzo alessandro@alessandrobacci.it ); nella pietra più grande è invece scolpita una meravigliosa poesia dedicata a noi motociclisti, che recita:

Tu sei motociclista
la moto è la tua passione poiché quando ci sei sopra del mondo sei il padrone
Sali in sella senza meta, sfidando il vento ti allontani ormai nulla più ti inquieta
.. solo lei tra le tue mani
Passi curve e tornati, di ogni metro apprezzi il sapore
anche se per pochi istanti te lo fissi dentro al cuore
La natura è la tua sposa che come languida principessa
fedele la gioia addosso ti posa e ti offre il meglio di se stessa
Il sangue caldo ti scorre nelle vene
mentre sornione rimiri il paesaggio
sei libero, senza catene
prosegui volando il tuo lungo viaggio

Test Yamaha FZ1 - 2a parte
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Riparto alla volta delle Marche e percorro l’ultimo tratto di strada davvero singolare: i lunghi, interminabili, rettilinei che portano verso Fabriano, praticamente deserti e dall’ottimo fondo stradale (tanto che pare di essere in un videogioco) che, inevitabilmente, istigano a tirare…

Anche nell’itinerario successivo (Perugia – Lago di Fiastra) l’Appennino umbro-marchigiano offre una serie di curve dove il divertimento è assicurato: un tragitto che porta ad attraversare il Valico di Colfiorito (noto, non solo nella regione, per le lenticchie e le patate rosse) e la Valle del Chienti che offrono splendidi paesaggi in qualsiasi periodo dell’anno. In località Maddalena di Muccia mi fermo per un caffè e scambio quattro parole con una comitiva di motociclisti (romani e toscani) che coprono la “mia” moto di apprezzamenti. La strada che porta alla meta finale del viaggio, il Lago di Fiastra, è un susseguirsi di curve e qui, con oltre mille chilometri alle spalle, il feeling con la moto è totale e spingendola molto vicino al limite ci si può concedere il lusso di lasciare indietro moto ben più blasonate e potenti!

Test Yamaha FZ1 - 2a parte
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Visto che sono in anticipo rispetto alla tabella di marcia (chissà perché con la FZ1 si è sempre in anticipo!) devio alla volta di Spello, dov’è in programma la famigerata infiorata: la strade del paese vengono letteralmente ricoperte da magnifiche composizioni floreali. Cerco subito un accesso al centro per poter immortalare la moto in mezzo ai fiori ma le vie della necropoli sono blindate. Insisto ed entro in un varco pedonale, mettendo alla prova la pazienza della Polizia locale, riuscendo a fare degli scatti, conscio che nessuna immagine o commento riuscirà a descrivere appieno la bellezza di queste opere e la maestria dei compositori! Un’escursione che consiglio a tutti i motociclisti, magari per fare una sorpresa all’amata zavorrina.

Il test volge alla fine e per l’ultima uscita opto per una visita ad Assisi con passeggero e in questo frangente la FZ1 sfoggia la sua seconda anima: una moto comoda e sorniona, adatta anche alle tranquille escursioni turistiche sia a breve che a lunga distanza (a velocità codice il flusso dell’aria è appena avvertibile e non affatica mai).

Test Yamaha FZ1 - 2a parte
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Ultima nota sui consumi: per percorrere i 1327 km di questo test sono stati necessari circa 107 litri di carburante, per un consumo medio pari a 12,4 chilometri/litro: un ottimo risultato, a mio avviso in linea se non inferiore ad altre moto di minor cilindrata, considerando le medie…decisamente alte!

In conclusione questa FZ1 è una moto vera, totale, che sa farsi amare per le sue eccellenti qualità ciclistiche e prestazionali, una moto destinata a far crollare molti luoghi comuni (clamorosamente sbagliati!): davvero un gran dispiacere doverla restituire. Forse la si deve saper interpretare all’inizio, specie perché ama essere portata al limite e, per farlo, occorre una buona dose di esperienza: non la si deve assolutamente sottovalutare! Ma chiunque avrà il piacere di guidarla capirà che, almeno su strada, le tante osannate supersportive hanno perso il trono.

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Un sentito ringraziamento a Yamaha Motor Italia, che ha realizzato un mio grande desiderio (poco importa se solo per alcuni giorni, resterà un bel ricordo) e un saluto agli amici di Motoblog.

Una grazie a Ninja17 per il grande lavoro svolto da parte di tutto lo staff di motoblog.it.

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