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Husqvarna TE 250 R 2013 – Il test di Motoblog

Abbiamo testato a fondo la nuova Husqvarna TE 250R per scoprire quali sono le sue doti e come si comporta se messa alla frusta sui terreni più impervi. Scopriamo insieme come va’ questo gioiello di casa Husqvarna!


Roma – Era il lontano 1903 quando la svedese Husqvarna iniziò a produrre le sue prime moto, semplici nell’architettura ma già molto avanzate per l’epoca. Da allora questo marchio ha sempre ricoperto un ruolo di primo piano tra le case motociclistiche europee, dimostrandosi sempre pronta ad affrontare il mercato con novità all’avanguardia e moto ben costruite, destinate ai clienti più esigenti. Ma la grande crescita della Casa costruttrice va ricondotta agli anni ’60, quando decise di impegnarsi quasi esclusivamente nelle competizioni off-road di tutto il mondo, in questa disciplina riuscì a conquistare, nell’arco di un decennio ben 16 titoli nel Motocross e addirittura 21 titoli nell’Enduro che allora si chiamava regolarità.

Durante la fine dei mitici anni ’80, MV Agusta assorbì il marchio svedese per poi cederlo nel 2007 a BMW. La Casa dell’Elica ha portato in Husqvarna grosse novità, come la nascita della Nuda 900 (che monta il bicilindrico BMW), ma per quanto riguarda il ramo fuoristrada, Husqvarna ha mantenuto le sue linee guida conquistando le classi E1 ed E2 del Mondiale Enduro 2011 grazie ai rispettivi piloti Juha Salminen ed Antoine Meo.

Arriviamo dunque ai giorni nostri, dove troviamo la gamma off-road Husqvarna completamente aggiornata, con alcuni modelli di punta che rendono la vita difficile alle rivali giapponesi ed austriache. Per il quarto di litro, troviamo la nuova TE 250R, una moto da enduro scattante, completa e in grado di affrontare qualsiasi terreno restando sempre all’altezza della situazione. Per portarsi a casa questa moto già pronta ad affrontare gli ostacoli più difficili, ci vogliono 8.690€, un costo che si allinea perfettamente alla concorrenza e, anche se non alla portata di tutti, consente di apprezzare a pieno tutta la qualità e l’esperienza Husqvarna in ambito off-road.

Husqvarna TE 250R - Il test di Motoblog
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Design ed Estetica

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Tra le case produttrici di moto off-road, Husqvarna è stata la prima a lanciare sul mercato un rinnovamento sulla linea dei propri modelli, un po’ troppo monotona ormai da anni tra le moto da cross ed enduro di ogni marchio, conseguenza dovuta al fatto che il fango e i salti richiedono design e tecnica quasi standard se si vuole dare il massimo in ogni condizione.

Tuttavia, le plastiche e il telaio dei modelli della casa svedese si sono scrollati di dosso un po’ di vecchio stile per dare spazio a nuove linee più dinamiche e inedite, che avrebbero poi trascinato i designer concorrenti a plasmare e concepire nuove forme per i modelli off-road.

Questa TE 250R racchiude in se tutte le caratteristiche volute da Husqvarna: linea molto snella, cura dei dettagli, sella allungata e piatta per consentire maggiore libertà di movimento al pilota e una triangolazione di pedane, manubrio e sella comoda ed efficace.

Le carene che rivestono il serbatoio non sporgono troppo sotto al manubrio, e consentono al pilota di appoggiare meglio la gamba nelle curve più strette. Il parafango anteriore ha una punta più squadrata e protegge bene dagli schizzi e si ricongiunge con il gruppo ottico anteriore un po’ più rialzato rispetto ai modelli della precedente generazione e che illumina discretamente la strada.

Utile il paramotore di serie, mentre il serbatoio è nascosto bene tra le carene anteriori. Le plastiche laterali hanno un design particolare caratterizzato da spigoli che regalano a questa moto una linea ancora più dinamica. Infine, il codone posteriore con la punta all’insù sembra quasi uno spoiler e si abbina perfettamente al piccolo portatarga, sistemato sotto alla fila di LED rossi dello stop.

Sembra quasi un cercapersone il tachimetro incastrato tra la mascherina anteriore e il paracolpi del manubrio. Piccolo ma efficace, ci indica velocità e chilometri percorsi, mentre le tre piccole spie indicano la luce abbagliante/anabbagliante, la folle inserita e la riserva di benzina, un lusso su una moto da off-road puro.

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La Tecnica

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L’aggiornamento principale rivolto a questo modello è partito direttamente dal cuore di questa moto: la testata cilindri e l’iniezione sono state interamente riprogettate per garantire il massimo delle performance. Il monocilindrico a quattro tempi raffreddato ad acqua ha subito una serie d’interventi di ottimizzazione a partire dalle valvole in acciaio fino ad arrivare ad nuovo sistema elettronico d’iniezione di carburante della Keihin.

Il peso del propulsore, abbinato al cambio a sei rapporti, raggiunge i 23 kg, e si piazza così tra i motori più leggeri della categoria, una caratteristica che incrementa le prestazioni della moto. Rispetto al modello precedente, il nome di questa moto è stato arricchito con una “R”, scelta per elogiare le grandi doti prestazionali di questo motore, che eroga adesso una coppia e una potenza massima incrementate dell’8%.

Lo scheletro della TE 250 R è un telaio in acciaio ad elevata resistenza antitorsionale con struttura di tubi circolari, ovali e rettangolari, rinforzato nella zona del cannotto sterzo. L’anteriore riceve una sospensione con forcella teleidraulica Kayaba a steli rovesciati da 48 mm, regolabile in compressione ed espansione. Al posteriore invece troviamo un efficiente ammortizzatore centrale Kayaba con deviazione a leva e regolazione del precarico molla, compressione ed espansione.

Tra gli accessori che arricchiscono questa moto troviamo due differenti tarature del motore che offrono un’erogazione di potenza più morbida e l’altra più aggressiva. Un pratico contaore di esercizio del motore ci ricorda quando eseguire la manutenzione necessaria, mentre i comandi sono stati ottimizzati e ben protetti dalle infiltrazioni d’acqua.

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La guida in fuoristrada

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Una volta in sella alla TE 250 R possiamo affermare che il primo passo verso il divertimento è già stato fatto e il resto è tutto più in discesa. Maneggevolezza e una potenza gestibile permettono di dare il massimo sullo sterrato e l’enduro lento e veloce, ma al contempo di affrontare senza problemi anche qualche salto non troppo impegnativo, per quelli più alti invece è necessario regolare le sospensioni in funzione del nostro peso e del tipo di tracciato, ma anche in questo caso la moto vi asseconderà, rivestendo per pochissimo tempo i panni della perfetta sconosciuta.

L’avviamento elettrico rende tutto più semplice e fin da subito il rombo del motore filtrato dal lungo terminale in alluminio ci invita ad inserire la prima ed affrontare a tutto gas qualsiasi mulattiera che ci troviamo di fronte. In sella tutto è al proprio posto e la triangolazione sella-pedane-manubrio assicura una guida precisa e naturale e si adatta rapidamente anche ai piloti di altezza diversa.

Giù la prima e ci lanciamo immediatamente tra fango e buche, evitate facilmente con un semplice movimento del busto e stingendo (o quasi stritolando) con le gambe i fianchi della moto. L’erogazione è dolce ma allo stesso tempo ci si accorge come la moto scalpiti e sul veloce non si fatica a inserire la sesta marcia con velocità che superano i 120 orari.

Ai bassi regimi la risposta è dolce ma nelle marce alte manca di coppia, infatti negli ultimi tre rapporti è necessario tirare fino in fondo il rapporto precedente prima di inseguire la quinta e sesta marcia. In questo caso forse una corona più grande potrebbe portare benefici alla guida soprattutto nei passaggi più difficili come rocce o difficili mulattiere in salita. In compenso la rapportatura lunga regala vantaggi nei tratti più veloci e permette anche al motore di ruotare ad un regime più basso lungo gli inevitabili trasferimenti stradali.

L’ottima trazione permette di affrontare tranquillamente le curve più veloci anche sui terreni più sconnessi o fangosi, l’anteriore si dimostra infatti molto solido sul veloce e non tende a chiudersi o a prendere sotto, mentre sul fango più morbido galleggia facilmente aiutato dalla scorrevolezza della forcella e dal peso contenuto. La taratura equilibrata delle sospensioni consente al pilota di non affaticarsi troppo e conservare le energie per affrontare a tutto gas i punti più difficili.

Nei passaggi più tecnici la moto si gestisce bene, mostrandosi equilibrata e leggera, con un motore gestibile e una seduta non troppo alta che permette un buon appoggio a terra per le gambe. Dosando bene il gas si riesce ad ottenere ciò che si desidera: né troppo né poco, la quantità necessaria ad uscire da una curva veloce senza ritrovarsi nel bel mezzo di un high-side o quella necessaria ad alzare l’anteriore (con un piccolo colpetto di frizione) per superare in impennata una buca o un tronco che ci ritroviamo davanti.

La frenata è decisa ma ben modulabile, e ci consente di non fare errori (specialmente nel fango) e di staccare al momento giusto evitando i bloccaggi, senza il pericolo di ritrovarsi l’anteriore chiuso ed essere scaraventati a terra in mezzo al fango e all’acqua gelida dell’inverno. Sotto questo aspetto i nuovi impianti frenanti Brembo hanno dimostrato un ottimo passo avanti rispetto al passato soprattutto sull’anteriore, mentre il disco posteriore ha una risposta più di tipo on-off e tende ancora al bloccaggio involontario.

Infine, tenendo sotto controllo i consumi scopriamo percorrenze piuttosto buone per una moto da competizione, il che garantisce una buona autonomia anche grazie al serbatoio da 8,5 lt ben nascosto sotto la sella e le carene.

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La guida in pista

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La tendenza delle enduro di ultima generazione è quella di abbandonare alcune linee filosofiche di qualche anno fa per diventare più snelle, piccole e leggere e per questo molto più simili alle moto da cross. Per questo non abbiamo resistito alla tentazione e abbiamo deciso di lanciare la moto tra i salti di una pista da motocross con salti di varia altezza e percorsi con difficoltà di vario tipo.

Dopo i primi test, cercando di variare il nostro punto di osservazione, abbiamo deciso di coinvolgere nella nostra prova un piccolo ma grande talento del Lazio, il giovane Ivan Bonanni, 14 anni, capelli rossi e tanto tanto manico che gli ha permesso di vincere numerose gare regionali nella categoria 85cc.

Ivan non aveva mai utilizzato una “moto alta” come questa, ne tanto meno aveva mai guidato un motore a quattro tempi, ma dopo pochi giri non mostra alcuna difficoltà (se non l’altezza) nel salire in sella e lanciarsi a tutto gas verso i salti e le whoops ravvicinate. Così, anche se la moto ha una taratura relativamente morbida e un posteriore non troppo alto, si dimostra efficace e ben guidabile anche su un terreno di questo tipo e soprattutto mette in luce una buona guidabilità anche per un pilota piccolo e meno esperto come il nostro Ivan.

La sintonia migliora rapidamente, e il giovane pilota migliora di giro in giro, arrivando alla fine a dichiararci:

Ivan Bonanni:

“La moto mi piace tanto, nonostante sia un modello da enduro. Il motore spinge bene e non è esagerato e nonostante io sia abituato ad un 2 tempi di cilindrata inferiore, è stato facile capire come gestire il gas e l’erogazione per uscire bene dalle curve ed affrontare al meglio i salti. Sicuramente in mulattiera e tra i boschi si apprezzano molto di più le qualità di questa moto, ma anche in una piccola pista da Cross come questa ci si può divertire tranquillamente!”

Le piccole whoops si affrontano bene, e anche nei tornanti stretti si riesce a gestire facilmente con le gambe la massa e l’erogazione del motore, che scarica a terra tutta la sua potenza mantenendo sempre un’altissima trazione.

Alla fine del test abbiamo apprezzato come questa moto riesca ad adattarsi ad ogni condizione di terreno: dal fango alle rocce, dalla neve alle piccole rampe. Tutto viene affrontato senza apparente difficoltà e la moto regala al pilota una buona sicurezza, una delle caratteristiche più ricercate tra i modelli da enduro.

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Pregi & Difetti

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Piace

Erogazione
Impostazione di guida
Trazione
Peso
Agilità
Comportamento forcella

Non piace
Freno posteriore poco modulabile
tiro ai bassi regimi migliorabile

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Prezzo: 8690€ F.C.

Tester: Emanuele Macaluso, Lorenzo Baroni, Ivan Bonanni
Foto: Mauro Crinella, Emanuele Macaluso

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Caratteristiche Tecniche

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Motore
Tipo monocilindrico a 4 tempi, 4 valvole per cilindro, 2 alberi a camme in testa, lubrificazione a carter umido
Alesaggio / corsa 79 mm x 50.9 mm (3.11 in x 2 in)
Cilindrata 249.5 cc
Rapporto di compressione 13.5:1
Alimentazione / gestione motore iniezione elettronica a scarica capacitiva con anticipo variabile a controllo digitale
Avviamento elettrico ed a pedale
Raffreddamento a liquido
Omologazione Euro 3

Trasmissione
Frizione multidisco in bagno d’olio, comando idraulico
Cambio velocità a 6 rapporti con ingranaggi sempre in presa
Rapporto di trasmissione 13T / 40T (3.076)

Telaio / freni
Telaio monotrave in tubi d’acciaio. Telaietto posteriore in lega
Sospensione anteriore Kayaba a steli rovesciati e cartuccia aperta; regolazione del precarico molla in compressione ed estensione;; ø 48 mm.
Sospensione posteriore Kayaba progressiva “soft damp” con monoammortizzatore idraulico; regolazione del precarico molla e del freno idraulico in compressione ed estensione low-speed e high speed.
Corsa sospensione anteriore 300 mm (11.81 in)
Corsa sospensione posteriore 296 mm (11.6 in)
Cerchi in lega leggera
Cerchio anteriore 1.60″x21″
Cerchio posteriore 2.15″x18″
Pneumatico anteriore 90/90 – 21″
Pneumatico posteriore 120/90 – 18″
Freno anteriore 260 mm (10.24 in) a disco fisso tipo “Wave”, due pistoncini e pinza flottante con comando idraulico
Freno posteriore 240 mm (9.45 in) a disco fisso tipo “Wave”, pistoncino unico e pinza flottante con comando idraulico

Dimensioni / peso
Interasse 1.470 mm (57.87 in)
Altezza sella 950 mm (37.40 in)
Altezza minima da terra 290 mm (11.42 in)
Incidenza 106 mm (4.17 in)
Inclinazione cannotto sterzo 26.5°
Peso in ordine di marcia, senza carburante 109 Kg
Capacità serbatoio carburante 8.5 l

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