Home Magny Cours, due “doppiette” Aprilia con Guintoli e Melandri. Strategia iridata autolesionista?

Magny Cours, due “doppiette” Aprilia con Guintoli e Melandri. Strategia iridata autolesionista?

Ho sentito più volte, ai suoi tempi, dire a Mike Hailwood: “Vince chi taglia per primo il traguardo” e ho visto (anche personalmente) piloti di epoche diverse arrivare primi sotto la bandiera a scacchi favoriti dal compagno di squadra, costretto a chiudere il gas.

Ordini di squadra: ieri, oggi, domani. E’ (anche) questo il motociclismo! Quello visto al Magny Cours in gara uno è un film già visto. I giochi di squadra ci sono sempre stati in tutte le discipline del motociclismo.

La Casa ha l’esigenza di tutelare i propri interessi. Caso mai il problema sono le sceneggiate di chi si lamenta ad orologeria, a proprio uso e consumo, gente che firma contratti con clausole che dovrebbe rifiutare prima.

Tutto bene? No! Ma smettiamola di fare i finti moralisti davanti alle telecamere vedendo la pagliuzza nell’occhio altrui e non la trave nei propri occhi. Ciò, ovvio, vale per tutti, in questo caso per l’Aprilia (come per la Kawasaki) che rinnega – in gara uno – la logica sbandierata del “No” agli ordini dal box; ma vale anche per un pilota come Marco Melandri (e per il suo manager) che non aveva bisogno di dimostrare “a gesti” in pista e “a muso lungo” e battutine di dubbio gusto nel dopo corsa, nessuna superiorità nei confronti del suo compagno di Team, Guintoli, comunque davanti a lui in classifica generale, che qualcosa vorrà pur dire.

Per gara uno, va ricordato anche che, senza nulla togliere all’incalzante azione di corsa di Melandri, Guintoli in testa dall’inizio e con Sykes in difficoltà, non aveva certo l’esigenza di strafare, con il rischio di una caduta che sarebbe stata esiziale. Da gara uno a gara due la frittata della strategia Aprilia.

Ecco, fatta questa tiritera, per tamponare una situazione non “cristallina”, si può addirittura fare peggio? Sì, si può fare ciò che ha fatto oggi l’Aprilia a Magny Cours, penultimo round stagionale, lasciando “liberi” i suoi piloti in gara due (ma chi ci crede?) o – sarebbe davvero il colmo ma verosimilmente è così – non essendo stata in grado di fare rispettare gli “ordini”, con Marco Melandri “autonomo”, esultante vincitore.

Marco ha le sue bravi ragioni di pilota. E l’Aprilia forse una ragione in più: vincere il titolo di campione del mondo Sbk. Bene così? Bene così. I conti si tireranno alla fine. Presto.

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