Restomod da sogno: la Yamaha RD350 si rifà il look (e il motore)
Yamaha RD350 Street Tracker di MotoRelic: restomod radicale, motore Toomey, ciclistica GSX-R750, dettagli custom e anima flat track.
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Un viaggio straordinario nel mondo delle due ruote ci porta oggi a scoprire la rinascita di una leggenda, la Yamaha RD350, protagonista di una trasformazione radicale che l’ha portata da relitto dimenticato a brillante esempio di street tracker contemporanea. Dietro questa incredibile operazione di restomod c’è la firma di MotoRelic, atelier americano che ha saputo fondere magistralmente tradizione e innovazione, restituendo vita e grinta a un modello iconico degli anni Settanta.
Tutto ha inizio con John, un appassionato motociclista che si imbatte in quella che Sean Skinner, fondatore di MotoRelic, non esita a definire “la moto più trascurata che avessi mai visto”. Abbandonata per anni in un fienile, la Yamaha RD350 del 1973 si presenta come un autentico relitto, ma proprio queste condizioni disperate si rivelano il terreno perfetto per una reinterpretazione senza compromessi. L’acquisto, avvenuto per la cifra simbolica di 350 dollari, segna l’inizio di un percorso di rinascita che la porterà a diventare una delle più affascinanti street tracker mai realizzate.
L’anima della Yamaha RD350
Il cuore pulsante del progetto non poteva che essere il suo storico motore due tempi, vero e proprio simbolo di ribellione e prestazioni che negli anni Settanta valse alla Yamaha RD350 il soprannome di “Racing Death”. La revisione del propulsore è stata affidata alle mani esperte di Toomey Racing USA, realtà specializzata in preparazioni ad alte prestazioni. Il bicilindrico respira ora attraverso carburatori Keihin PWK da 28 mm e si esprime con tutta la sua rabbia attraverso un impianto di scarico Lomas, realizzato in acciaio inox e carbonio. L’alimentazione a benzina da 100 ottani assicura un’erogazione esplosiva, mantenendo intatta quella caratteristica spinta che ha reso la Yamaha RD350 una vera leggenda tra gli appassionati, con la ruota anteriore pronta a staccarsi da terra a ogni colpo di gas.
Ciclistica Suzuki
Ma la trasformazione non si è limitata al solo motore. La ciclistica è stata completamente rivista per garantire una guida moderna e precisa. La forcella anteriore, proveniente da una GSX R750 Suzuki, offre una rigidità e una precisione di guida impensabili per una moto degli anni Settanta, mentre al posteriore trova spazio un forcellone in alluminio Trac Dynamics, allungato di cinque centimetri per migliorare la stabilità alle alte velocità. I cerchi Sun da 19 pollici, montati su mozzi Cognito Moto, calzano pneumatici Hoosier, garanzia di grip e sicurezza anche nella guida più sportiva. L’impianto frenante, affidato a componenti Brembo, assicura una potenza di arresto di livello superiore, in linea con le prestazioni raggiunte da questa special.
L’aspetto estetico è stato curato nei minimi dettagli, per un risultato che fonde il fascino delle moto classiche con la tecnologia e il design contemporanei. Il serbatoio, proveniente da una Honda Ascot, è stato opportunamente ristretto per adattarsi alla silhouette filante del telaio, mentre la coda artigianale in alluminio, modellata a mano, dona un tocco di esclusività. Il sellino in pelle marrone, realizzato da Counterbalance Cycles, aggiunge un elemento di raffinatezza e comfort, mentre la strumentazione Motogadget e l’illuminazione a LED rappresentano il perfetto connubio tra passato e futuro.
La verniciatura blu brillante, curata da Knight’s Kustoms, rende omaggio ai colori storici Yamaha, enfatizzando il carattere racing e l’heritage di questa restomod. L’insieme delle scelte tecniche ed estetiche rende questa street tracker una vera e propria opera d’arte, capace di catturare lo sguardo ma soprattutto di offrire emozioni autentiche in sella, proprio come la Yamaha RD350 originale sapeva fare negli anni d’oro del flat track americano.
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