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MotoGP, Dovi-Rossa, trionfo stellare!

Primo round, primo trionfo, bottino pieno per il binomio italiano che scalda i cuori e dimostra con i fatti che non è secondo a nessuno…

Paganini non ripete, Dovizioso sì. Il forlivese vessillifero della Rossa-missile bissa a Losail il capolavoro del 2018 piegando per 23 millesimi un Marquez che le ha tentate tutte per non soccombere, ma invano.

Primo round, primo trionfo, bottino pieno per il binomio italiano che scalda i cuori e dimostra con i fatti che non è secondo a nessuno. L’imperativo, nel motociclismo sport di passioni, tecnologie e imprevisti, è sempre quello: stare con i piedi per terra. Qui non si ipoteca niente, il mondiale è solo al primo scalino di un percorso assai lungo e impervio: ma sognare non è vietato, specie quando – come oggi nel notturno del deserto di Losail – il vento sventola il tricolore e fa volare nel cielo le note dell’inno di Mameli.

Grazie, Dovi, grazie Rossa di Borgo Panigale. Dovizioso in prova e in qualifica aveva solo assaggiato il terreno senza il do di petto dell’affondo. Meglio non ostentare il potenziale a disposizione. Poi la misura presa agli avversari subito in gara, i tempi che arrivano lisci lisci (si fa per dire) e la consapevolezza di aver in mano il pallino.

Come un felino, il Dovi s’aggira nella foresta tirando il gruppo dove chi sbaglia paga: non molla la testa della corsa e risponde alle bordate di Marquez con stilettate così perfette da non farle sembrare vere. Quindi la baionetta in canna, per l’assalto in trincea dell’ultima curva, il gran duello centimetro per centimetro nel balletto martellante dei millesimi con Marquez, entrambi superbi boxeur-finisseur.

Giù il cappello! Si può volere di più? Ci sarà tempo per disquisizioni tecniche sulla corsa trenino, sulle gomme da preservare, sul perché e percome di vicende agonistiche cui non sempre è facile rispondere. Godiamoci e coccoliamoci, per adesso questo Dovi che si merita l’applauso di tutti anche perché di fronte a uno straordinario campione fra i più grandi di tutti i tempi e altri degni avversari.

Già sentiamo il refrain: “ma una rondine non fa primavera”. Già. Ma questo trionfo chiude l’inverno e riapre la partita chiusa con grande dignità ma da sconfitti lo scorso anno. Un trionfo, diciamolo forte, che lascia il segno e fa capire a tutti, anche al binomio plurititolato MarquezHonda che la lepre è questa ed è rossa.

Chiudiamo qui, per adesso, mettendo su un podio virtuale anche chi già ieri in qualifica era dato non per battuto, ma spacciato. Ci riferiamo a Valentino Rossi, cui va il merito, al di là della posizione in classifica e di come si è prodigato in una rimonta da fanfara, di non mollare mai e di provarci sempre. Nella notte di Losail la stella di Valentino non è spenta. Non è poco.

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