Home Toseland: “Non ci sono stelle in Superbike”

Toseland: “Non ci sono stelle in Superbike”

Il 38enne ex-iridato inglese della SBK esalta la forza di Rea e avverte: “Non va bene che ci siano solo piloti britannici a lottare là davanti…”

James Toseland, due volte Campione del Mondo in Superbike (nel 2004 con Ducati e nel 2007 con Honda), ha rilasciato alcune dichiarazioni al tedesco Speedweek con cui ha espresso la sua opinione sull’attuale “stato di salute” del massimo campionato di velocità per “derivate dalla serie.”

L’oggi 38enne asso britannico, ritiratosi a fine 2011, ha sottolineato come lo stra-potere dell’attuale iridato Jonathan Rea rischi di durare ancora a lungo, permettendo al nord-irlandese della Kawasaki di aggiornare i già clamorosi record stabiliti lo scorso anno, tra cui spiccano quelli dei 4 titoli mondiali come la leggenda Carl Fogarty (ma consecutivi) e delle 71 vittorie in carriera.

Queste le parole di elogio che James Toseland ha rivolto al suo illustre connazionale:

“Anche quando non arriva sul gradino più alto del podio, [Jonathan Rea] è sempre tra i primi. È sempre veloce e costante. Ammiro molto la sua dedizione al lavoro perché lui sa come concentrarsi su un obiettivo, ed il suo obiettivo è la vittoria!”

“Considerando l’attuale dominio della Kawasaki, potrebbe stabilire altri record. Adesso ci sono lui e Fogarty che hanno vinto quattro titoli mondiali, ma Johnny Rea alla fine potrebbe ottenerne anche cinque o sei”.

Toseland oggi è diventato un musicista professionista ed è spesso in giro in tour con la sua omonima band, ma non per questo ha dimenticato i suoi gloriosi trascorsi nel paddock della Superbike:

“Ho avuto la fortuna di battere nomi noti come Biaggi, Haga e Corser. Questi piloti erano vere star, piloti famosi che mi rispettavano per il fatto di averli battuti. Ma oggi, in Superbike, mancano proprio le stelle famose.”

“Quando [questi piloti] hanno terminato le loro carriere è stata una grande battuta d’arresto per il campionato. E dopo la tragica scomparsa di Nicky Hayden, il Mondiale ha perso un altro profilo interessante. Inoltre, non va affatto bene che ci siano solo britannici a lottare là davanti, occorre avere piloti forti di nazionalità diverse.”

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