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Dakar: Dutto un grande nonostante gli organizzatori

Il pilota con paraplegia Nicola Dutto escluso dal più famoso rally-raid del Mondo per un malinteso con la Direzione Gara: “Sarei arrivato a Lima!”

E’ terminata probabilmente nel modo peggiore l’avventura di Nicola Dutto alla Dakar 2019. Al rider cuneese, dopo aver portato a termine la quarta tappa Arequipa-Moquegua di giovedì, è stato infatti impedito di partecipare alla quinta tappa Moquegua-Arequipa di ieri a causa di un vizio procedurale, nato da un malinteso di cui il pilota appare chiaramente incolpevole.

I fatti, in breve, si sono verificati nel corso dello Stage-4: dopo la partenza, Dutto perdeva subito uno dei 3 ghost-riders a suo supporto, Victor Rivera, a causa di un problema tecnico alla sua moto, e poco dopo un secondo, Julian Villarrubia, iniziava ad accusare a sua volta noie di natura meccanica al suo mezzo.

Per questioni di sicurezza, per Dutto sarebbe stato impensabile proseguire con un solo ghost-rider al seguito, Pablo Toral, e per questo ha deciso di giocarsi il “jolly” che, da regolamento, permette a tutti i piloti, una sola volta durante la manifestazione, di dirigersi direttamente al bivacco del traguardo senza seguire la sequenza dei check-point. Ovviamente al prezzo di una penalità in classifica. L’obiettivo sarebbe stato quello di riparare la moto di Villarubia per affrontare poi con maggiori chances la quinta tappa.

E da qui parte l’inghippo, con Nicola Dutto e i suoi che avrebbero seguito le indicazioni dei commissari sul percorso per portare a compimento la procedura ma che, una volta arrivati a destinazione, sono stati informati dalla Direzione Gara di aver commesso delle irregolarità nella prassi di rientro che ne hanno decretato la squalifica. Inutili i tentativi di chiarimento con il race director Etienne Lavigne, con Dutto e il suo team vittime quindi di un presunto malinteso causato dall’organizzazione.

Grande l’amarezza per il pilota piemontese, che ha visto così dissolversi per una quisquilia burocratica il sogno di arrivare fino al traguardo di Lima dopo un anno di preparazione e grandi sacrifici sotto tutti gli aspetti. In un video pubblicato su facebook dalla moglie Elena Foi, Dutto aveva commentato a caldo l’accaduto dal bivacco di Moquegua senza nascondere la sua più che comprensibile delusione:

“Abbiamo avuto subito un problema al km 78 con la moto di Victor, che si è fermata nel talco. Abbiamo perso 2 ore e mezza per farla ripartire, ma ha fatto solo pochi chilometri prima di fermarsi definitivamente. A quel punto abbiamo deciso, purtroppo, di lasciarlo lì e di proseguire, ma durante la tappa anche la moto di Julian ha iniziato ad avere qualche problema…”

“Arrivati al [punto di] controllo della neutralizzazione, io ho deciso di giocare questo “jolly” che è disponibile una volta in gara e di uscire dalla gara con una penalizzazione… era la cosa logica da fare perché arrivando qui [al bivacco] in tempo, poi avremmo avuto il tempo per sistemare la moto.”

“Io non rischio la mia vita e quella dei miei compagni, partecipando ad una gara del genere, avendo solo un ghost-rider con me. Al controllo della neutralizzazione ci hanno dato le indicazioni per andare al CP3 (Check-Point 3) dicendoci di non entrare sul percorso di gara ma di proseguire su asfalto, poi una volta arrivati al CP3 avremmo dovuto timbrare e andare direttamente verso l’assistenza. E facendo questo, hanno pure telefonato due volte alla direzione gara per avere conferma.”

“Noi abbiamo seguito queste indicazioni, e una volta arrivati qui al bivacco, il Direttore di Gara mi comunica che noi siamo fuori gara.”

“Alla fine dell’avventura, lui si è arrabbiato con i suoi perché dice che non è possibile che mi abbiano detto una cosa del genere, ma comunque lui la decisione l’aveva presa e che quindi noi siamo fuori gara. Certo che se ce l’avessi qui davanti gli strapperei i peli del corpo uno a uno, però non mi resta che accettare [il verdetto], tanto non si può far niente…”

“Probabilmente pensavano che sarei arrivato qui, avrei fatto il prologo e me ne sarei tornato a casa con la coda fra le gambe, ma così non è stato. Quello che abbiam fatto è stato grande, è stato proprio grande… Alla fine mi sono allenato bene, stavo bene, ero in forma, guido bene, e finisco le tappe. Di sicuro sarei arrivato a Lima, perché la forza e la volontà per arrivare a Lima ce l’avevamo tutti e quattro, però è andata così.”

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