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Moto3 CIV, c’è anche lo Sky VR46 e il “tricolore” cresce

Il Team che fa capo a Valentino Rossi sceglie il CIV abbandonando il CEV dopo cinque stagioni fruttuose con i due titoli del Mondialino di Nicolò Bulega (2015) e di Dennis Foggia (2017).

Con l’arrivo dello Sky VR46 Junior Team, gli squadroni del CIV Moto3 2019 diventano almeno quattro. Dopo l’adesione di squadre blasonate quali Leopard Racing (con Matteo Ripamonti e l’australiano Joel Kelson), Gresini, RGR TM Factory con la “regia” di Davide Giugliano (piloti Kevin Zannoni e Nicola Carraro), lo sbarco nel “tricolore” dello Sky VR46 Junior (con Elia Bartolini e Lorenzo Bartalesi) spinge il CIV, soprattutto sul piano qualitativo, riducendo – almeno sulla carta – il gap con il CEV Mondialino spagnolo.

Nel campionato italiano della classe cadetta – la più significativa sotto il profilo tecnico e agonistico – ci sono, ovviamente, altre squadre importanti e con ottimi piloti ma non c’è dubbio che la presenza di squadroni presenti anche in altri campionati (soprattutto nel Motomondiale) alza il livello complessivo dando una spinta all’immagine del campionato italiano, forse tutt’ora il tallone d’Achille, pur con i passi avanti compiuti negli ultimi anni.

Nel caso specifico, il Team che fa capo a Valentino Rossi sceglie il CIV abbandonando il CEV dopo cinque stagioni fruttuose con i due titoli del Mondialino di Nicolò Bulega (2015) e di Dennis Foggia (2017).

Moto3 CIV, c’è anche lo Sky VR46 e il “tricolore” cresce

Rispetto a tale scelta, ogni interpretazione è legittima, fatto sta che il “cambio” ha un significato di alto valore tecnico ben sapendo quanto “pesa” una tale struttura, in particolare sul piano mediatico e della comunicazione. Torneremo presto per approfondimenti. E’, comunque una ventata d’aria nuova per il campionato italiano che, se non altro, ha avuto e ha il pregio di non poco conto di aver dato una mano non da poco, in queste ultime stagioni, nel lancio internazionale di alcuni nostri “giovani leoni”.

Tutto bene, dunque? Non è detto. Perché, questo è certo, entrando questi squadroni, da una parte a trarne vantaggio è il livello qualitativo (anche per le moto schierate) ma, alzandosi l’asticella, c’è il rischio di rendere ancora più marcate le differenze fra la “prima” fila – o fra le “ prime due file” e il resto del gruppone. In altre parole aumentano i costi e conseguentemente può aumentare il gap fra i partecipanti, fra chi è in sella a moto quasi da mondiale (supportate da Team altrettanto da mondiale, con sponsor ecc.) e chi invece deve accontentarsi… La questione esiste, non è facilmente risolvibile e il dibattito è aperto. D’altronde, si sa, non si può avere tutto e subito, in contemporanea l’uovo e la gallina. Per ora diciamo che quel che sta avvenendo nel Civ Moto3 è uno stimolo per tutti. Se il campionato cresce tutti ne traggono beneficio. O no?

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