Home Andrea Dovizioso: “I fischi ai piloti? Una cosa bruttissima”

Andrea Dovizioso: “I fischi ai piloti? Una cosa bruttissima”

Intervistato dalla stampa spagnola, il forlivese della Ducati ha criticato duramente l’atteggiamento delle tifoserie, sempre più simile a quello degli ultras calcistici

“Una cosa orribile, e orribile forse non è abbastanza come aggettivo”. L’opinione di Andrea Dovizioso sul comportamento delle tifoserie -specialmente dopo il chiacchieratissimo 2015– non lascia spazio a giustificazioni. Il forlivese, interrogato sul tema dagli spagnoli di Marca, ci va giù duro: “E’ bruttissimo, non ho una buona considerazione delle persone che lo fanno, né in pubblico né in privato: secondo me augurare il peggio ad una persona, ad un pilota, è una cosa molto grave”.

“Avere delle preferenze è normale, va bene, ed è la ragione per cui esiste lo sport” ha spiegato Andrea, che in pista e fuori si è sempre dimostrato un pilota estremamente leale e corretto “ma chi ‘tifa contro’, chi augura la sfortuna ad un avversario, non dovrebbe seguire questo sport, non lo merita. Anche io ho le mie preferenze, le mie antipatie… ma non tifo mai sperando che le cose vadano male a qualcuno. Spero solo che altri vadano meglio di lui!”.

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“Questo discorso vale per chiunque, siano italiani, spagnoli, inglesi… di dove vuoi. Non bisogna fischiare nessuno, anche perché insultare un avversario è una perdita di tempo. Se ti piace un pilota dai tutto per tifarlo, non usare le tue energie per augurare il male ad altri!” ha proseguito Desmodovi, lanciando anche una frecciatina a un mondo, quello del calcio, che purtroppo è spesso un pessimo esempio di tifo “malato”.

“E’ importante che si mantenga una differenza tra la forma del tifo nel calcio quella che invece abbiamo nelle moto… andare in quella direzione sarebbe un errore enorme. Noi siamo fortunati ad avere un certo tipo di mentalità, un certo approccio alla nostra passione”.

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Il Ducatista si è poi pronunciato riguardo al Campionato in corso, al dominio di Marquez e all’importanza della preparazione psicologica, un aspetto tenuto sempre più in considerazione dai piloti a due e quattro ruote.

“Per come è la situazione al momento, sembra che questo Mondiale lo possa perdere solo Marquez: è lui che sta facendo la differenza e ha tanto margine in classifica. Ma sappiamo che il motociclismo è imprevedibile, è uno sport condizionato da mille fattori, e ci sono ancora tanti punti in palio… il Campionato non è finito, ma dipende dagli altri”

“La preparazione mentale? Nello sport è importantissima, direi fondamentale. Ti puoi allenare quanto vuoi fisicamente, se non ci sei con la testa il fisico non conta nulla. Devi essere intelligente e cercare di circondarti anche delle persone giuste, ma è un qualcosa di molto personale: ciò che funziona con un pilota non funziona con un altro. Siamo condizionati dalle nostre esperienze, dal nostro passato, ma la testa è come un muscolo: si può allenare”

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