Home Moto3, CEV: la tragedia del 14enne Andreas Perez in morte cerebrale

Moto3, CEV: la tragedia del 14enne Andreas Perez in morte cerebrale

Il giovanissimo pilota del Reale Avintia Racing Team è stato investito dal gruppo dopo essere caduto nella curva 5 alla fine del terzo giro di Gara 2.

Aggiornamento
Con un comunicato ufficiale del FIM CEV Repsol diffuso oggi in mattinata è stata annunciata la morte del giovane Andreas Perez. La redazione di Motoblog.it esprime le più sincere condoglianze a familiari e parenti per questo profondo momento di lutto.

La doppietta italiana con Manuel Pagliani e Celestino Vietti Ramus sui due gradini più alti del podio di Gara 2 Moto3 nel CEV “Mundialito” sul circuito di Barcellona lascia il posto alla triste notizia del gravissimo incidente di cui ieri è rimasto vittima il 14enne spagnolo Andreas Perez. Il giovanissimo pilota del Reale Avintia Racing Team è stato investito dal gruppo dopo essere caduto nella curva 5 alla fine del terzo giro di Gara 2 insieme a Kevin Orgis e Alex Toledo.

Rimasto esanime sulla pista privo di conoscenza, Perez è stato subito trasportato in elicottero all’Hospital Sant Pau di Barcellona (ufficialmente per accertamenti) dove purtroppo nel tardo pomeriggio è stato dichiarato cerebralmente morto pur continuando i medici a mantenerne le funzioni vitali. La stessa gara era stata già sospesa con bandiera rossa a seguito di una prima caduta con numerosi piloti a terra. Andreas Perez era quest’anno un rookie nel FIM CEV MOTO3, il “Mundialito” vinto nelle ultime tre stagioni dai nostri Foggia, Dalla Porta, Bulega, importante campionato internazionale di lancio per i “giovani leoni” verso il Motomondiale.

Pur giovanissimo, Andreas aveva nelle due stagioni precedenti partecipato da protagonista nella PreMoto3 iberica e nella European Talent Cup, campionati promozionali dove si combatte con la baionetta in canna e le cadute sono sempre il dato costante per la foltissima partecipazione, la turbolenza dei corridori, la esperienza limitata. Mentre ci stringiamo alla famiglia di Andrea e al Team Avintia confidando nel miracolo non possiamo non riproporre l’interrogativo su una questione aperta quale è quella dell’età dei piloti partecipanti a gare internazionali, assai competitive e ad alto rischio.

Non vogliamo qui riaprire il tema incandescente più volte affrontato del rischio nelle corse, ineliminabile per la natura stessa del motociclismo ma sempre da affrontare mettendo al primo posto la sicurezza dei piloti. In questi ultimi anni, mentre da una parte si è fatto tanto per rendere più sicuri i circuiti (e non solo), dall’altro si sono aperte le porte delle corse a ragazzi che iniziano a calcare le grandi piste ben sotto l’età dei 10 anni, e poco più che gareggiano a livello internazionale con moto di potenza e velocità pari a quelle che qualche decennio addietro erano affidate a campioni già affermati e molto esperti.

Tutto evolve e indietro non si torna ma qualche punto di riferimento è sempre utile per fare confronti non inopportuni: il 15 volte campione del Mondo Giacomo Agostini debuttò a livello internazionale all’età di 22 anni! Oggi basta scorrere l’elenco dei campionati nazionali e internazionali della Moto3 e della SS300 per prendere atto che tanti piloti sono attorno ai 15 anni con tutto quello che questo significa.

Di spinta in spinta, nella logica dello show (e del business), si è giunti a questa realtà che trova nel dramma di Andreas l’ultimo anello di una interminabile catena di (troppi) incidenti con l’epilogo drammatico, fino alla tragedia. Non è giunta l’ora di ripensare all’intero “giocattolo” non limitandosi alle condoglianze del “dopo” ma agendo “prima” con decisione sui regolamenti?

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