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“I colori del Motomondiale”: la mostra di Aldo Drudi

Designer della “velocità”, famoso ai più per essere il “grafico” che realizza i caschi del Dottore, ma non solo, Aldo è un creativo a 360°.

Per chi mastica il Motomondiale, Aldo Drudi non ha bisogno di presentazioni. Compasso d’Oro ADi, non solo MotoGP e Superbike, ma anche l’America’s Cup con le sue creazioni per il team New Zealand, i colori del Tornado del 311° Gruppo RSV, il prototipo Honda Burasca 1200, la E-Bike Thok e l’esclusiva Cross Over Boat Anvera 55.

Fino al 3 giugno, al Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia Leonardo Da Vinci di Milano, sarà possibile visitare la mostra ideata da Drudi Performance dal titolo “I Colori del Motomondiale” realizzata in collaborazione con La Gazzetta dello Sport, Peraria, Motor Valley dell’Emilia Romagna e il patrocinio della Dorna.

Il tema principale della mostra è la collezione di caschi originali realizzati dal designer a partire dagli anni ottanta ad oggi: dal primo ideato per Graziano Rossi fino all’ultimo creato per Valentino Rossi.

In esposizione anche le numerose grafiche prodotte per i piloti della MotoGP come Morbidelli, Iannone, Vinales e Crutchlow, insieme ai caschi storici di Kevin Schwantz, Mick Doohan, Randy Mamola, Loris Capirossi, Max Biaggi, Manuel Poggiali, Noriyuki Haga, Loris Reggiani e Marco Melandri, la Gilera 250, infine, il casco e la tuta con cui Marco Simoncelli vinse il Mondiale 2008.

Ma “I Colori del Motomondiale” è anche un’occasione rara per ammirare dal vivo tutte le moto da competizione iscritte al Mondiale esposte con casco e tuta dei piloti: dalla Honda di Marc Marquez alle Ducati, Yamaha, Suzuki, Aprilia e Ktm ufficiali insieme a quelle dei team satellite LCR, Pramac, MarcVDS e Tech3. Il tutto corredato dagli scatti del celebre fotografo del Motomondiale Gigi Soldano, Milagro, una vera autorità in merito, e Mirco Lazzari.

Come dichiarato da Aldo Drudi:

“I piloti, quando indossano tuta e casco, è come se facessero un passo indietro nel tempo. Cavalieri medievali che si preparano ad affrontare la battaglia, riconoscibili dalle livree delle loro casate. Se un tempo le armi erano lance o spade, oggi sono le moto con le quali ogni domenica scendono in pista a sfidare prima di tutto se stessi e poi gli avversari. Ed è proprio attraverso la grafica e il design di questi oggetti che, con questa mostra, vogliamo raccontare l’animo romantico del motociclismo”.

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