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Provincia dell’Aquila: divieto di circolazione sulle strade alle due ruote

Su metà delle strade provinciali è stato disposto il divieto di transito a bici e moto per motivi di sicurezza, ma FMI Abruzzo è contro il provvedimento.

In seguito all’incidente mortale di domenica 22 aprile, in cui ha perso la vita il motociclista quarantenne Angelo Pascale nel tratto tra Barrea e Alfedena, la Provincia dell’Aquila ha disposto la sospensione e il divieto di transito per i veicoli a due ruote (sia biciclette che motocicli) su metà delle strade provinciali dell’Alto Sangro, tra cui figura la Strada Statale 83 Marsicana che porta al Parco Nazionale dell’Abruzzo, nonché alle regioni di Lazio e Molise.

Stando a quanto riportato dall’edizione online de “Il Capoluogo d’Abruzzo“, l’ordinanza dirigenziale è stata emessa dall’Ing. Francesco Bonanni e riguarda alcune strade dissestate della provincia abruzzese, considerate molto pericolose. Il provvedimento ha sollevato molte critiche, sia da parte dei motociclisti che degli operatori turistici.

Secondo Pietro Di Stefano, ex assessore del Comune dell’Aquila, si tratta di “un vero omicidio per tutto il territorio provinciale”, perché “invece di incentivare il turismo e l’uso della innocua bicicletta, se ne diffida l’uso a rischio di multe salatissime. Non è limitandone il transito che si risolve il problema perché quelle strade sono pericolose anche per le sole macchine”, sottolineando che “qui siamo difronte alla più grande incapacità amministrativa di tutti i tempi, lo dico da ex amministratore e da amante delle due ruote”.

Più amaro il commento da parte di Massimiliano Mari Fiamma, presidente della delegazione abruzzese per la FMI: “Il provvedimento di chiusura di molte strade abruzzesi, tra le più belle d’Italia per il mototurismo, giunta come un fulmine a ciel sereno proprio nelle settimane dei ponti di primavera, è un documento iniquo, inaccettabile e del tutto arbitrario”.

Mari Fiamma punta il dito contro l’amministrazione provinciale, dichiarando che “Angelo Caruso, Presidente della Provincia dell’Aquila, è fiero come se fosse una iniziativa a favore della sicurezza, senza curarsi minimamente dei risvolti sociali ed economici per le zone già depresse e spopolate a seguito dei sismi che si sono succeduti ed ha proceduto, d’intesa con il dirigente, ad operare un discrimine tra gli utenti della strada a quattro e quelli a due ruote, come se questi ultimi non pagassero il bollo (regionale) e le tasse più alte d’Europa”.

Inoltre, il presidente della federazione motociclistica abruzzese ha annunciato che “La disparità che il provvedimento costituisce sarà oggetto di un ricorso legale che la FMI proporrà agli organi competenti tirando in ballo i sottoscrittori e gli estensori in prima persona che chiameremo a rispondere personalmente dei danni provocati, ma non sarà questa l’unica azione che l’imposizione strumentale produrrà”.

Infine, Massimiliano Mari Fiamma ha dichiarato che “Se si affrontasse in questo modo qualsiasi azione di ripristino e manutenzione stradale, l’Italia intera sarebbe paralizzata, ma i politici di turno ed i dirigenti con lo stipendio assicurato non pagherebbero comunque le conseguenze delle loro azioni. Infatti, è del tutto evidente che il solo scopo di questo provvedimento è l’autotutela di chi lo ha emanato a scapito dell’intera comunità e che con la sventolata sicurezza non c’entra proprio nulla. Auspicando un rapido ritiro della delibera ed un più ragionato procedimento di rifacimento del manto stradale ci dichiariamo pronti sia al dialogo che alla lotta fino al raggiungimento del traguardo sperato”.

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