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Rimane il divieto sui limiti di potenza delle moto per i neopatentati

Il risultato del nostro sondaggio di ieri sulla liberalizzazione delle potenze delle moto ha dato un risultato inequivobabile! Su 819 votanti, 544 votanti (65% dei voti) sono risultati assolutamente contrari alla liberalizzazione potenze moto contro 173 voti (21% dei voti) a favore. La notizia sollevata dall’Asaps e ripresa anche da Repubblica sembra avere riportato la

Il risultato del nostro sondaggio di ieri sulla liberalizzazione delle potenze delle moto ha dato un risultato inequivobabile!
Su 819 votanti, 544 votanti (65% dei voti) sono risultati assolutamente contrari alla liberalizzazione potenze moto contro 173 voti (21% dei voti) a favore.

La notizia sollevata dall’Asaps e ripresa anche da Repubblica sembra avere riportato la situazione alla normalità.
Ieri pomeriggio è intervenuto Michele Meta, presidente della IX Commissione Trasporti della Camera, con il giornalista Vincenzo Borgomeo, di Repubblica, ed ha spiegato che permane la possibilità di sanzionare i neopatentati alla guida di maxi moto.
“I vincoli di potenza sostanzialmente già noti – dice il presidente Meta sul pezzo di Repubblica Motori – sono contenuti nell’articolo 6, comma 2, del decreto del Ministro dei Trasporti 30 settembre 2003 n. 40T, di recepimento della Direttiva 2000/56/CE”.
Il secondo comma, infatti, recita che “l’autorizzazione a guidare motocicli di potenza superiore a 25 kW o con rapporto potenza/peso (riferito alla tara) superiore a 0,16 kW/kg (o motocicli con sidecar con un rapporto potenza/peso superiore a 0,16 kW/kg), è subordinata al conseguimento della patente A da almeno due anni. Questa condizione preliminare non è richiesta se il candidato è di età non inferiore a 21 anni e supera una prova specifica di controllo della capacità e dei comportamenti”.

“Con il DDL concluso in Aula alla Camera nei giorni scorsi – chiarisce il presidente della IX Commissione Trasporti – si è colta l’occasione per richiamare i suddetti limiti comunitari, nonché le sanzioni, all’interno dell’articolo 117 del Codice della strada, in luogo di quelli nazionali, approvando un emendamento del Governo sostitutivo del soppresso comma 1 dello stesso art. 117”.
“È consentita la guida dei motocicli ai titolari di patente A, rilasciata alle condizioni e con le limitazioni dettate dalle disposizioni comunitarie in materia di patenti” – recita l’emendamento.

L’Asaps sottolinea però che il DDL, destinato a passare ora l’esame del Senato, continua a non essere chiaro, tanto che fino alle precisazioni avanzate dal presidente Michele Meta, gli stessi vertici del ministero dei Trasporti hanno continuato a ribattere che le maxi-moto restano vietate non in relazione all’emendamento del Governo in sostituzione dell’abrogato comma 1 dell’articolo 117, ma piuttosto in applicazione dell’articolo 125 del codice della strada (Validità della patente di guida), che punisce la guida di un determinato veicolo con patente di categoria non adeguata. Gli fa eco Repubblica che lo definisce “confuso”.
Inutile ribadire che servono leggi chiare e precise, che non concedano spazio ad equivoci.

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