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Guy Martin lascia il mondo delle Road Races

Il 35enne basettone del Lincolnshire dice basta dopo lo sfortunato rientro con Honda UK e punta alla Pikes Peak, alle gare con moto classiche e, sopratutto alla sua vittoria più grande di ottobre…


Alla fine anche Guy Martin ha detto basta. Già ma per quanto? Difficile dirlo conoscendo il personaggio così istrionico e così coerente con la persona che si cela dietro i media. Guy Martin lascia il mondo delle competizioni su strada, le road races che tanta fama gli hanno dato. Già, ma lui della fama, sostanzialmente, se ne è sempre fregato, così come del giudizio altrui.

Tipo particolare Guy, non ha mai fatto mistero di voler provare tante altre cose nella vita, altre sfide oltre a quella del Mountain e delle Road Races più in generale. Appassionato di Mountain Bike tanto per dirne una, dopo il suo primo ritiro aveva partecipato anche alla Pikes Peak, vincendo nella sua categoria. Ora, dopo questo nuovo ritiro, dichiarato ufficialmente ai colleghi inglesi di MCN, ha deciso di voler costruire una vettura per competere proprio nella classica montana americana.

Un ritorno nel mondo delle Road Races non fortunatissimo per usare un eufemismo quello di Martin. Convinto da Neil Tuxworth sul finire del 2016, grazie anche alla nuova Fireblade in arrivo, quel ritorno in compagnia di McGuinness doveva trasformarsi nel suo assolo finale, magari riuscendo in quell’impresa di conquistare il Tourist Trophy che ha sempre sfiorato. Ed invece ecco il flop tecnico: McGuinnes out già alla North West 200 con quell’incidente bruttissimo dato da un acceleratore bloccato. Risultato: North West finita anche per il basettone in via precauzionale.

Al Tourist Trophy poi, una situazione complicata mai risollevatasi del tutto, con problemi e sostituzioni varie di motori, tanto da correre con una unità stock i Superbike. Forse però, qualcosa in termini di motivazioni nel 35enne Guy si era spezzato.

La goccia che fa traboccare il vaso arriva durante le qualifiche del Senior TT quando lo stesso Guy rischia una brutta caduta per olio in pista non segnalato. Olio che porterà invece alla caduta di Alan Bonner. Giochi chiusi, Martin decide di non correre.

Si chiude praticamente così questo suo came back. Guy, colui che per molti appassionati è l’eterno incompiuto per non aver vinto il Tourist Trophy, lo stesso che vi risponderebbe senza problemi che non gli interessa la questione. Scampato tante volte alla morte (se passate per il Dainese Store di Roma troverete la tuta tagliata del suo incidente del 2010) ha dalla sua comunque 8 secondi posti al Tourist Trophy e 9 terzi, oltre a 11 affermazioni all’Ulster GP, 8 a Scarborough, 4 alla Sothern.

Guy Martin dice addio alle Road Races, di nuovo. Ci sono altri obiettivi, altre storie da raccontare, altre sfide da affrontare. La Pikes Peak certo, le gare di moto classiche, ma la sfida più bella arriverà in ottobre, quando nascerà la prima figlia. Ed in quel caso, non ci sarà vittoria al Tourist Trophy che tenga.

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