MotoGP, Dovi-Ducati: dopo il trionfo del Mugello bis a Montmelò. Mondiale nel mirino!
Il binomio italiano “doma” i piloti spagnoli e le moto giapponesi
Dopo il trionfo del Mugello Dovizioso e la Ducati si ripetono sette giorni dopo in Catalogna con un bis che adesso accende davvero i sogni di gloria del binomio italiano riaprendo di forza il mondiale MotoGP 2017.
Il capo classifica resta Maverick, oggi in difficoltà (come tutti i piloti Yamaha) solo decimo a 25 secondi dal vincitore, ma il vessillifero della Casa dei tre diapason ora si sente addosso l’ombra di un Dovizioso forte e scaltro che fa un gran balzo, a soli sette punti dallo spagnolo.
Così anche il settimo round iridato si tinge di “rosso” con l’inno di Mameli che sale sul cielo terso e assolato di Barcellona a dimostrazione di un motociclismo Made in Italy – pilota e moto – che torna a “dire la sua” non “per sbaglio”, ai massimi vertici, cosa che non accadeva dalla notte dei tempi.
Non è la riproposizione del motociclismo show-business da fuoriclasse-star che da 20 anni va in scena per alimentare il tifo dei fan e contro fan bensì la (ri)scoperta di uno sport che può vivere con meno clamori e con valori più sobri grazie anche a un pilota come Dovizioso e a una Casa come Ducati.
Non si vuole qui sostituire un modello con un altro modello ma solamente prendere atto che il motociclismo è, anche in questo suo proporsi e riproporsi in modo diverso non identificandosi totalmente con un solo protagonista, evoluzione anche culturale, non solo sul piano tecnico, agonistico, della immagine e della comunicazione.
Per adesso W Dovi, W la Rossa di Borgo Panigale, anche a ridosso del podio con Jorge Lorenzo quarto dopo aver guidato all’inizio la corsa, a dimostrazione che anche il maiorchino è più in sintonia con la sua Desmosedici, sta trovando il bandolo della matassa dopo il disorientamento dei primi round.
Già dalle prove e dalle qualifiche si era capito che qui le Yamaha avrebbero giocato in difesa. Così è stato, forse anche peggio, con il solo Zarco nella top five (+13.830) davanti a Folger (+13.921) e con i due piloti ufficiali senza bussola, Rossi ottavo con sbavature (+20.821) e Vinales decimo senza mai provarci (+24.189), entrambi mai così … fuori corsa.
Colpa delle gomme, cotte dall’arsura? Forse. Anche se spesso (o sempre?) le gomme pagano per i problemi derivanti dalla … moto cui sono montate. Fatto sta che la ruota gira e questo è un bene per il motociclismo capace di far saltare ogni pronostico.
Si salvano le Honda, Pedrosa terzo e soprattutto Marquez bel secondo – bene così – dopo i quattro capitomboli di prove e qualifiche, contento del bottino intascato, 88 punti in totale dietro ai 104 del Dovi e ai 111 di Vinales e davanti agli 84 di Pedrosa e agli 83 di Rossi (Zarco 75 e Lorenzo 59) che vede spegnersi piano piano le chances del titolo numero dieci.
Petrucci è andato gambe all’aria dopo una corsa che a tratti pareva riproporre il podio del Mugello. Iannone è… andato col passo del gambero. IL resto in cronaca.