Home Moto3, doppietta tricolore: la “prima” di Migno (Ktm). 20 piloti in fila indiana. Regolamenti troppo restrittivi?

Moto3, doppietta tricolore: la “prima” di Migno (Ktm). 20 piloti in fila indiana. Regolamenti troppo restrittivi?

Corsa-show con gli italiani (non tutti) protagonisti

E’ qui la corsa? No, qui al Mugello va in scena la “corrida” della Moto3 con una volata-serpentone dove i primi sette stanno dentro il niente del mezzo secondo, i primi dieci nel quasi niente di un secondo. Il 21° (Arbolino) al traguardo con un distacco di 3 secondi dal vincitore!

Sventola il tricolore. Salgono in cielo le note dell’inno di Mameli. Gran festa. Che corsa, ragazzi, 22 piloti in un fazzoletto! Una corsa dove è successo di tutto, e di più. Sciabolate e contro sciabolate metro per metro, curva per curva, giro dopo giro.

L’onore dell’Italia è salvo. Grazie soprattutto ad Andrea Migno, autore di una rincorsa da manuale e di un ultimo giro alla Giotto, e a Fabio Di Giannantonio protagonista assoluto (specie nella prima parte assieme a Fenati) cui è mancato il guizzo finale: magici entrambi nel rimanere in piedi e regolare in fotofinish il guerriero Juan Guevara (+0.166), terzo per tre decimi su Binder (quarto) e Canet (quinto), seguiti da McPhee (+0.419), Mir (+0.556), Sasaki (+0.710), Ramirez (+0.772) e Bulega, decimo (+1.125).

Onore a “calimero” Migno, dunque, forse il meno … “appariscente” fra i “big” della “armata tricolore”, armata che non riesce a tradurre in risultati la grande potenzialità. Il pilota dello Sky Racing Team VR46 conquista così, zitto zitto, nel giorno del tripudio del Mugello la sua prima vittoria iridata (e che vittoria!) con grande acume tattico e fortissima determinazione, regalando alla Ktm il primo gradino sul podio 2017 dopo i primi cinque round stagionali letteralmente dominati da Honda.

Ktm che trionfa perché conquista anche il terzo e quarto posto proprio sul circuito ritenuto il meno adatto alle monocilindriche austriache.Il gran lavoro fatto nelle ultime settimane per recuperare il gap rispetto alle giapponesi ha pagato.Almeno qui.

Di Giannantonio bissa il risultato del 2016, quando da rookie giunse lo stesso secondo dietro al cannibale di allora Brad Binder per l’inezia di 38 millesimi oggi ridotti a … 37 millesimi! Una beffa, una … maledizione? Chissà. Fatto sta che il 17enne pilota capitolino del Team Gresini porta a casa, oltre alla prestazione maiuscola, un ricco bottino che in classifica lo porta al terzo posto avvicinandolo al leader Mir, oggi solamente settimo.

Chiamando le cose con il proprio nome c’è delusione per i due attesissimi protagonisti, Romano Fenati (forse troppo sicuro di sé…) e Nicolò Bulega (acciaccato fisicamete dopo le scivolate di Le Mans e quelle di ieri in qualifica): il primo finito 13esimo dopo essersi battuto alla grande, davanti, per oltre metà gara; il secondo 10° dopo una brutta partenza, bel recupero e sprazzi che però non si sono materializzati in un risultato più eclatante.

Poco da fare per gli altri nostri: Bastianini, quest’anno l’ombra di se stesso, 11°, Antonelli (16°), Dalla Porta (19° dopo gli exploit in prova) addirittura dietro a Bezzecchi (17°), Arbolino e Pagliani 21° e 22° con Sintoni ko.

Una gara così, di grande show, solleva però interrogativi sulla validità tecnica di queste 250 monocilindriche 4 tempi, (costosissimi) gioielli tecnologici, nipotini della MotoGP, ma indubbiamente con l’altra faccia della medaglia, di essere troppo poco… selettivi. Ci torneremo sopra presto. Il problema non è se tornare o no ai motori 2 tempi ma se si è esagerato con i limiti dei regolamenti talmente restrittivi che appiattiscono a tal punto da far giungere sotto il traguardo oltre 20 piloti in fila indiana.

Una riflessione va aperta. E presto.

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