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Tourist Trophy 2017: il meteo rovina le prime prove

La 98^ edizione della Road Race più famosa ripropone il duello Dunlop-Hutchinson dell’anno scorso. Ma fino ad ora si è girato pochissimo: i primi giorni di prove sono stati guastati dal meteo

Il Tourist Trophy 2017 è finalmente partito, ma il tipico meteo d’Oltremanica non ci ha pensato due volte a guastare la festa a piloti e appassionati che aspettavano febbrilmente la 98^ edizione della Road Race più famosa del Mondo.

Lo start della corsa stradale che si disputa annualmente sull’Isola di Man è stato, insomma, un inizio un po’ in sordina: il primo turno di prove, dedicato in gran parte ai Newcomers e previsto per sabato 27 maggio, è stato cancellato a causa delle difficili condizioni meteorologiche. Stesso destino per la sessione di lunedì 29 maggio, depennata anch’essa dal programma per ragioni analoghe. Si è dovuto quindi attendere il martedì 30 per vedere finalmente i piloti scendere “in pista”: con un clima decisamente più favorevole dei giorni precedenti, alle ore 18:20 locali è scattato il primo turno dedicato a Lightweight, Supersport e Superbike.

Martedì 30 Maggio

A dare inizio alle danze sono stati i rookie delle 600 SSP, che sono partiti per primi dalla start line di Glecrutchery Road per il tradizionale Speed Controlled Lap dedicato ai “novellini”: subito dietro, gli esordienti con i Sidecar.

Dopo una manciata di minuti, a lanciarsi lungo lo Snaefell Mountain Course sono stati i big, quasi tutti in sella alle Supersport e alle bicilindriche Lightweight: pochissimi i Top Rider che hanno scelto di iniziare con le Stock 1000, categoria che a fine turno vedrà Michael Rutter precedere le due Honda Padgett’s di Bruce Anstey e Conor Cummins.

SUPERSPORT – Sin dalle prime battute, a contendersi la testa delle 600 Supersport sono stati, manco a dirlo, Ian Hutchinson e Michael Dunlop: con due giri percorsi, alla fine della sessione è stato Hutchy (McCams Yamaha) a conquistare il miglior crono in sella alla sua R6 2017, con un passaggio da 121.421 mph.

Dietro a lui, il solito Dunlop sulla “vecchia” 600 dei Tre Diapason (MD Racing) seguito dalla Triumph Daytona 675 di Gary Johnson. Quarto e quinto il kiwi Bruce Anstey su Honda CBR 600 RR e James Hillier su Kawasaki Ninja ZX-6R.

LIGHTWEIGHT – Mentre i due dominatori della scorsa edizione si davano battaglia in sella alle loro 4 cilindri da 600 cc, la Paton SC Project di Michael Rutter ha tagliato il traguardo della Grandstand facendo segnare il miglior tempo di giornata della classe Lightweight, la categoria dedicata alle “twin” di media cilindrata (quasi tutte motorizzate con il noto bicilindrico parallelo Kawasaki di ER-6 e Ninja 650).

Con una media oraria di 117.421 mph Rutter si è messo dietro il vincitore 2016 Ivan Lintin (Kawasaki Dafabett Devitt RC Express) e l’altra verdona di Daniel Cooper (Kawasaki KW Electrical Services). Ottima la prestazione del nostro Stefano Bonetti, che sull’altra Paton S1 ha chiuso la prima sessione in 5^ piazza subito dietro a Peter Hickman.

SUPERBIKE – Sceso dalla sua Yamaha R6, Michael Dunlop ha subito imbracciato i semi-manubri della sua nuova millona, la Suzuki GSX-R 2017 del team Bennets. Nonostante il cambio moto (l’anno scorso guidava una BMW S1000RR) è stato proprio il pilota di Ballymoney a far segnare il miglior tempo durante il primo passaggio, seguito da Hucthy sulla bavarese del team Tyco.

Al secondo passaggio, però, Ian Hutchinson ha messo subito le cose in chiaro: il best lap di giornata è roba sua, grazie a una tornata da 125.839 mph. A completare il podio virtuale sono state la Gixxer di Dunlop e la BMW di Dan Kneen, capace di stampare un 124.642 mph al primo e unico giro percorso.

L’unico degli italiani a tornare ai box soddisfatto è stato Stefano Bonetti, che sulla S1000RR Speedmotor ha fatto registrare un giro veloce da 119.702 mph. Gli altri due componenti della pattuglia tricolore, Marco Pagani e Alex Polita, sono stati invece rallentati da problematiche di varia natura.

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La giornata è stata chiusa dai Sidecar che hanno goduto di 50 minuti di prove dedicati: a primeggiare è stata la coppia “locale” Molyneux-Sayle su DMR Yamaha, che dopo un ottimo primo giro concluso in testa è riuscita addirittura a migliorarsi durante il secondo passaggio.

Vani i tentativi del secondo equipaggio di star loro davanti: i fratelli Birchall (LCR Honda) hanno dovuto accontentarsi della seconda piazza davanti a Founds-Walmsley (LCR Suzuki).

Mercoledì 31 Maggio

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Il tempo atmosferico è tornato ad essere minaccioso, su Ellan Vannin: niente piogge abbondanti, ma nel primo pomeriggio del mercoledì il vero problema è la nebbia, accompagnata da una pioggerellina che rischia di rendere umido il tracciato. Nulla di nuovo da questa parte della Manica, è vero, ma il rischio è che anche questa sessione di prove venga compromessa da un clima sfavorevole.

Poco prima della partenza delle 18:20, però, la direzione gara conferma il regolare svolgimento del turno, almeno per quanto riguarda la prima parte dedicata a Supersport, Superbike e Superstock. Si parte, dunque: i top rider optano praticamente tutti per le SBK. con solo Lee Johnston a scegliere la 600 e la coppia Hickman/Kneen a salire in sella alle STK.

Alla fine del primo giro è ancora Ian Hutchinson (Tyco BMW) a guidare i gruppo: la fotocellula della Grandstand comunica che l’inglese è transitato sul traguardo con una media di 128.99 mph, mentre il secondo classificato (Michael Dunlop su Suzuki Bennets) si è fermato a 127.239. In terza piazza Dean Harrison (Kawasaki Silicone Engineering) che ha preceduto la CBR 1000 RR SP2 del team Padgett’s guidata da Conor Cummins e la Ninja di James Hillier.

Ottimo il passaggio di Dan Kneen e Peter Hickman, che sulle loro Stock hanno fatto registrare un crono che li proietta in 4^ e 5^ piazza della classifica combinata che include anche le più prestanti Superbike. Per quanto riguarda le Supersport, il miglior giro è di Lee Johnston, che sulla Honda 600 del team Padgett’s apre terzetto di testa completato da James Cowton e Sam West (entrambi su Kawasaki Ninja).

La nebbia, preannunciata dalle previsioni meteo, arriva presto a rompere le uova nel paniere dei piloti che si apprestavano a iniziare il secondo giro: una fitta foschia è scesa nel tratto montuoso dello Snaefell, costringendo i commissari a sospendere le prove in attesa di sviluppi. Presto si decide che i piloti partiranno comunque, ma verranno fermati a Ramsey dove i marshall li “prenderanno in consegna” per accompagnarli fino a Creg-Ny-Baa: alle ore i 20:00 il serpentone di moto si schiera a Glecrutchery Road per la ripartenza, ma è solo questione di minuti perché venga dato l’annuncio che la sessione è conclusa anzitempo per cattive condizioni meteorologiche. I sidecar non partiranno, e nemmeno le elettriche del TT Zero.

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La classifica viene dunque congelata a quella del primo giro percorso, che in SBK vede Hucthy in testa e Dunlop dietro. Buona la posizione finale di Stefano Bonetti, che figura al 24° posto (addirittura 11° nella Stock). Marco Pagani è 29° sulla S1000RR del team Franciacorta Corsa, mentre la BMW Penz13 di Alex Polita è molto più indietro, in 50^ posizione.

E Guy Martin? Il basettone inglese, tornato al TT dopo la tanto discussa “pausa”, è costretto a (ri)prendere confidenza con una moto nuova e un circuito che non perdona: il suo giro migliore con la CBR SP2 ufficiale nei primi due giorni di prove è un passaggio a 121.42 mph, che gli vale il 15° posto nella lista dei tempi del mercoledì.

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